di Bruno Bisogni
La relazione del Presidente dell’Unione all’Assemblea pubblica
Di seguito pubblichiamo la relazione del Presidente dell’Unione Industriali di Napoli, Giovanni Lettieri, all’Assemblea Pubblica dell’Associazione imprenditoriale, svoltasi martedì 21 ottobre a Città della Scienza.
Signor Presidente del Consiglio, Presidente Bassolino, Sindaco Iervolino, Presidente Marcegaglia, Autorità, gentili Ospiti, Imprenditrici ed Imprenditori,
il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, anche oggi ha voluto manifestarci la Sua vicinanza, inviandoci un messaggio di incoraggiamento.
Saluto il Vescovo di Napoli, Cardinale Crescenzio Sepe, col quale ci confrontiamo e condividiamo molte battaglie civili. Tenere la relazione annuale non è mai cosa facile.
Svolgerla al termine del mandato, dopo quattro anni faticosi ed appassionanti, è ancora entusiasmante. Scorrendo l’elenco delle iniziative messe in campo, dei progetti sviluppati, delle forze coinvolte nelle battaglie che ho e abbiamo creduto giuste, voglio ringraziare tutti coloro che mi hanno accompagnato nel cammino. Grazie per la collaborazione.
Brevemente, ricordo solo alcune delle significative tappe delle nostre Assemblee annuali.
Nel 2005, abbiamo proposto il confronto tra Napoli e le grandi città dell'Europa mediterranea. Nel 2006, quello tra Napoli e alcune città italiane. Ospitammo Chiamparino, Sindaco di Torino, Zanotto, Sindaco di Verona, e il nostro Sindaco Iervolino.
Utilizzammo la metafora dell'anatra (Napoli) e dell'aquila (Torino), adottata in una ricerca del Censis, per offrire un'immagine forte della condizione e delle potenzialità della città.
L'anno scorso è stato più serrato il confronto su Napoli.
Volevamo evidenziare la lentezza dell'azione pubblica, che è la prima causa di estenuanti ritardi nella modernizzazione della città.
La nostra sollecitazione è stata e rimarrà incessante, anche dopo il mio mandato.
Napoli è una rappresentazione emblematica del Mezzogiorno. Napoli è il Mezzogiorno.
Dal suo riacquistato protagonismo dipenderanno parte sostanziale dell'intero sviluppo del Sud, e la forte, necessaria presenza dell'Europa nel Mediterraneo.
Signor Presidente del Consiglio, la Sua partecipazione alla nostra Assemblea è per noi motivo di orgoglio. Vogliamo esprimerLe tutta la nostra soddisfazione per l'attenzione che sta riservando alla nostra città.
Vogliamo anche dirLe che Napoli ha nell'imprenditoria una forza vitale sulla quale contare, per dare una decisiva accelerazione ai processi di crescita.
Non siamo soli in questa nostra voglia di fare e di fare bene!
Ci conforta il senso di riscatto della società napoletana e la sensibilità delle Autorità civili e religiose. Ci sono molte cose da fare a Napoli e non si può non riconoscerlo.
Bagnoli è ancora un’occasione da cogliere, il centro storico va risanato, la zona orientale riqualificata, il porto ampliato, la sicurezza garantita, i parcheggi realizzati.
Sono affermazioni ormai ovvie.
Indicano cose da fare ancora, ma forse è venuto il momento di rompere col cliché di una Napoli stanca e demoralizzata.
Reagiamo, rialziamo la testa, dimostriamoci degni della nostra storia, della tradizione e della cultura che questa città rappresenta da secoli. Il nostro futuro deve essere all’altezza di questo nostro passato.
Guardiamoci negli occhi, ammettiamo gli errori commessi e i ritardi accumulati. Esprimiamo una capacità di condividere le vere soluzioni.
Ci sono improcrastinabili successi da cogliere che saranno alla nostra portata, se sapremo stringere un patto che affermi la visione futura di Napoli.
Per questo, noi imprenditori, siamo assertori di intese istituzionali. É necessario, però, specificare le singole missioni delle Istituzioni e delle componenti sociali. Servono rapporti collaborativi e una rinnovata coscienza politica.
Napoli e il Mezzogiorno richiedono una nuova classe dirigente che sappia assicurare una leadership diffusa ai processi di crescita e che sappia rinsaldare il rapporto tra Istituzioni e cittadini.
Napoli e il Mezzogiorno sono in grado di proporre donne e uomini all'altezza del compito. A noi tocca accompagnarli nell'assunzione di responsabilità, liberarli dalle oziose pratiche di appartenenza, stimolarli nella loro proiezione verso il bene comune.
É nostro compito responsabilizzare coloro che sono bravi ed aiutarli a che il proprio talento sia posto a disposizione della comunità.
É questa la parte sostanziale del “meridionalismo operoso”, che vuole riscattarsi dall'afasia e misurarsi anche con un nuovo modo di selezionare i propri rappresentanti politici, dopo la scomparsa della classica organizzazione dei partiti.
Ed è possibile! Ne abbiamo sperimentato il percorso come imprenditoria meridionale nell'ambito della nostra associazione. Oggi Confindustria, cara Emma, pone a disposizione del Mezzogiorno una generazione di imprenditori, ancora più impegnati ed aperti verso il cambiamento e lo sviluppo.
Questa nuova generazione non chiede sussidi. Ha idee e capacità da impegnare nell’interesse della comunità. Questo è l’esito di un percorso dove, noi imprenditori, ci siamo messi in discussione.
Lo abbiamo fatto nelle nostre imprese, insieme ai nostri collaboratori, insieme alle nostre famiglie, guardando alle dure sfide del mercato.
Possiamo quindi confrontarci a viso aperto e debellare quelle forme di corporativismo, di protezione, di egoismo che la stessa politica ripropone, a dispetto dei problemi dei cittadini e del territorio.
Da imprenditori meridionali diciamo anche che non deve esserci nel Paese una questione settentrionale contrapposta alla storica questione meridionale.
C’è, piuttosto, la viva necessità di rilanciare l’intero sistema nazionale. Il Paese non si riprende se il Sud non cresce, lo diciamo da tempo e ne siamo fermamente convinti.
Ma per crescere bisogna cambiare.
Credo che vada riconosciuta all'Unione degli Industriali della provincia di Napoli la costante azione, in questi anni, per mantenere alta l'attenzione e la tensione sulle necessarie trasformazioni. Oggi abbiamo presentato alcune imprese di eccellenza, espressioni di dinamiche imprenditoriali forti e vivaci. Oggi, ancora una volta, diamo risalto all'intelligente lavoro degli imprenditori, alcuni dei quali fanno parte di altre associazioni imprenditoriali con cui abbiamo istituito la consulta provinciale delle imprese. Ringrazio i Presidenti per la costruttiva e fattiva collaborazione sui problemi del territorio.
Certo, la situazione attuale è pesante, il mediocre andamento economico di questi anni ha amplificato i deficit strutturali. Eppure abbiamo delle dotazioni importanti.
Sul piano strettamente industriale, anche in questo periodo di bassa congiuntura, Napoli e il suo territorio confermano la portata di area strategica: il polo aeronautico, il rilancio di Pomigliano da parte della Fiat, la vivacità delle piccole e medie imprese dell'automotive, dell'agroalimentare, della moda maschile, del turismo sono elementi consolidati di una vocazione economica del territorio che la politica deve valorizzare con adeguati strumenti.
Crescono le esportazioni.
Ed ancora, l'attività collegata al mare: quella portuale e quella armatoriale con imprenditori napoletani leader nel mercato mondiale.
Tante, poi, come dicevo anche prima, sono le piccole e medie imprese che costituiscono patrimonio vero del territorio.
Capodichino ha aumentato i suoi traffici (+188% negli ultimi sette anni), ma è l'unico scalo di grandi città privo di aviazione generale per i voli privati. Crediamo nell'aeroporto di Grazzanise e in quello di Salerno.
Bisogna ripartire, quindi, e ripartire dal territorio.
La crisi dei rifiuti ha provocato danni incalcolabili al turismo e a tante imprese.
Abbiamo salutato con soddisfazione le decisioni del Consiglio dei Ministri svoltosi a Napoli. Ritroviamo in esse le stesse proposte da noi più volte avanzate ed in particolare quella di insediare una discarica e un termovalorizzatore nel perimetro napoletano.
Da cittadini dobbiamo saper vincere le tante paure, alcune legittime, che frenano le migliori soluzioni; altre dettate da emotività, superabili solo da un rinnovato legame di fiducia con le Istituzioni. Sono fattori di sviluppo irrinunciabili, il completamento del ciclo integrato dei rifiuti e la politica di risanamento ambientale.
Sostegno forte come già è avvenuto in passato, al Commissario Bertolaso. La sua azione non deve essere intimidita da strumentali violenze di piazza.
É importante estendere le agevolazioni Cip6, oltre che ad Acerra, ai termovalorizzatori di Napoli e Salerno, per rendere economicamente fattibile l’investimento.
La sicurezza è una condizione irrinunciabile. Ed è lo Stato, chiunque sia a governare, che pone a rischio la sua credibilità. Bisogna incrementare l'attività preventiva, oltre quella repressiva.
A tutti tocca essere maggiormente solidali con magistratura e forze dell'ordine. Al Prefetto Pansa va il nostro sentito ringraziamento per la costante e rassicurante presenza al nostro fianco. Con il Ministro Maroni e con il Prefetto abbiamo firmato un importante protocollo per la sicurezza e lo sviluppo del territorio.
Affermare le regole della legalità e della convivenza civile è un impegno di tutti, del semplice cittadino, come quello primario delle Istituzioni: abbiamo bisogno, in sintesi, di più Stato!
La vera partita, poi, si gioca fondamentalmente sulla crescita e molto dipenderà anche dal Governo del Paese. Il Governo ha già prodotto provvedimenti importanti. C'è, da parte nostra, la richiesta di dare priorità alle aree deboli.
Quando si sono fermati i processi di crescita del Mezzogiorno è l’Italia intera che è regredita.
Chiediamo al Governo nazionale costanza di indirizzo e di risorse per il Mezzogiorno, che devono servire a rendere il territorio competitivo alla pari del Nord.
Non parliamo di intervento straordinario, siamo ormai fuori da questa logica, parliamo di investimenti necessari e mai realizzati per ferrovie, energia e telecomunicazioni.
Agli imprenditori del Sud e al territorio meridionale vanno garantite condizioni competitive.
La spesa pubblica complessiva in conto capitale nell'area meridionale è passata dal 40,4% del 2001 al 35,3% del 2007. E non ci lascia tranquilli la decisione di diminuire gli stanziamenti del fondo nazionale di sviluppo per le aree deboli (FAS), e di utilizzare quelli giacenti per altre finalità.
Insistiamo, inoltre, nella richiesta di riduzione del prelievo fiscale nel Mezzogiorno per dare slancio all'impresa, innalzare i redditi da lavoro, favorire la necessaria ripresa della domanda interna.
Le leve sono quelle della fiscalità di vantaggio o, quella che spesso abbiamo proposto, di una riduzione dell'imposizione fiscale sui redditi più bassi a livello nazionale, due terzi dei quali sono nel Sud. L'introduzione del sistema delle prenotazioni ha depotenziato il credito di imposta e ha fatto balzare in avanti le decisioni d'investimento di molte imprese. La stessa agevolazione in Campania è ferma per un contenzioso che si è aperto tra l’ente Regione e l’Ufficio delle entrate. É necessario un intervento deciso ed autorevole per la firma di una convenzione tra i due soggetti, liberando così le risorse già impegnate per gli investimenti industriali.
L'intero abbattimento del cuneo fiscale, operato dal precedente Governo, solo nel Mezzogiorno è stato compresso nel calcolo del de minimis e questo ne ha limitato il vantaggio anche rispetto al Centro Nord.
Siamo fortemente interessati, Signor Presidente del Consiglio, al Piano energetico nazionale annunciato per fine anno.
Diciamo al Ministro delle Attività Produttive di mantenere saldo il programma Industria 2015.
É auspicabile una modifica al decreto correttivo sulle norme dei lavori pubblici per le urbanizzazioni, che accompagnano gli investimenti privati. Così come attuato, crea inutili intralci.
Sosteniamo con convinzione la formazione del Politecnico regionale.
La crisi finanziaria che stiamo vivendo parte da lontano. Ci sta coinvolgendo, certamente in maniera inferiore rispetto ad altri paesi. Gli effetti, tuttavia, possono rivelarsi altrettanto drammatici. Non può essere, comunque, invocata quale fattore limitante per raggiungere obiettivi reali e imprescindibili. La lezione che possiamo trarre da questa vicenda è che la finanza, da sola, non crea basi solide di sviluppo. Si deve tornare ai fondamentali, alle strutture produttive, al lavoro vero, quello che crea ricchezza stabile. E, per farlo, la Campania e il Mezzogiorno ne hanno i presupposti: giovani da impiegare, aree per nuovi stabilimenti, università e centri di eccellenza. Insomma, spazio per crescere. In questo momento è necessaria una moratoria nell'applicazione di Basilea 2 da parte delle banche, perché assorbe liquidità per rispettare i parametri del capitale di vigilanza nella concessione dei fidi.
É alta la preoccupazione delle imprese per la malaugurata ipotesi di credit crunch da parte delle banche e bene ha fatto la Presidente Marcegaglia a organizzare un tempestivo confronto sull’argomento con i principali banchieri italiani. Su questa linea abbiamo già promosso per i prossimi giorni una riunione a livello locale con i responsabili di area degli istituti di credito.
Nel Mezzogiorno la frontiera del progresso è una decisa riforma dell'Amministrazione pubblica. Sulla base del testo approvato dal Consiglio dei Ministri si è aperta la discussione sul federalismo fiscale.
La solidarietà richiesta dal Mezzogiorno deve necessariamente accompagnarsi all'efficienza e all'efficacia delle amministrazioni pubbliche meridionali, con imprescindibili obiettivi di ammodernamento.
Il federalismo fiscale, attuato con gradualità, sarà da stimolo alla crescita del Mezzogiorno; esalterà la sussidiarietà; la sua carica innovativa sarà vera e duratura per le maggiori responsabilità, cui sarà chiamata la classe politica locale.
Viviamo in una Regione che applica le più alte addizionali sui redditi, sull'Irap e sulle accise.
Nel contempo mancano risorse pubbliche per investire.
Si impone una seria riflessione, per la Campania come per tutto il Mezzogiorno, sul Patto di stabilità e sulla possibilità di escludere dai suoi vincoli gli investimenti per le infrastrutture e per la sicurezza. É fondamentale, Presidente Bassolino, che i fondi europei, come annunciato, siano concentrati su grandi opere strategiche.
Mettiamo, altresì, sotto rigido controllo la spesa corrente e diamo certezza al rientro del deficit della sanità.
Molto lavoro c'è ancora da svolgere anche nelle imprese.
É nostro interesse non trasformare la flessibilità in precarietà. É forte la nostra preoccupazione quotidiana per la sempre più necessaria sicurezza sui posti di lavoro.
Siamo impegnati a sensibilizzare gli imprenditori sulla crescita dimensionale, a produrre più innovazione, a puntare sulla ricerca di nuovi prodotti e servizi.
Vogliamo che i comportamenti individuali siano sempre ispirati ad un’etica della responsabilità. Ma sappiamo anche che molto dipende dagli strumenti disponibili.
Gli imprenditori meridionali sono fortemente interessati alla contrattazione di secondo livello, che è una leva dello sviluppo aziendale e territoriale.
La contrattazione di secondo livello, incentivata anche dalla detassazione del carico fiscale e contributivo, deve stabilire un virtuoso e stretto legame tra costo del lavoro, retribuzioni, produttività e tasso di occupazione.
Su questo deve essere più stringente il rapporto Sindacati dei lavoratori e imprenditori che qui a Napoli si è contraddistinto per elevato e costante livello di confronto.
I fenomeni che registriamo sono alquanto evidenti: nell'industria meridionale il costo per dipendente è allineato con quello del Centro Nord; la retribuzione lorda media è inferiore; aumenta, invece, per il calo di produttività, il costo unitario del prodotto.
Il sistema finanziario meridionale, se rafforzato, avrebbe ancora grandi possibilità di sostegno alla crescita. Ma vi è la necessità di potenziare strumenti alternativi come i fondi di venture capital e il private equity. Anche su questo la Regione, con le risorse comunitarie, può svolgere un ruolo importante, incentivando la nascita di nuovi fondi di investimento a vocazione territoriale, co-partecipati e gestiti dai privati.
Il Mezzogiorno deve avere un'imprescindibile missione europea. Molto dipenderà dal posizionamento che assumerà nelle dinamiche economiche. Bisogna dotare l'entroterra di buone infrastrutture viarie e ferroviarie per accelerare i collegamenti dei porti e tra i porti.
Restano strategiche le realizzazioni delle linee trans-europee: Berlino-Palermo, Bari-Durazzo-Kiev, e la linea ferroviaria Napoli-Bari per collegamenti di alta capacità e velocità tra i due mari. La proposta del Governo italiano, presentata dal Ministro Tremonti, di attivare la Banca Europea degli Investimenti per realizzare, in sinergia con i capitali privati, le grandi opere necessarie all'Europa, ha il nostro sostegno ed incitamento.
Il modello di intervento proposto è stato utilizzato in Italia per finanziare e realizzare, in soli sette anni, l'Autostrada del Sole. In quegli anni, voglio ancora ricordarlo, era il Sud a trainare la crescita dell'intera Italia. Oggi è sulla costituzione di un quadro complessivo che collochiamo i processi di crescita del Mezzogiorno.
Crediamo nell'Europa e auspichiamo la ratifica del Trattato di Lisbona.
Vogliamo un'Italia competitiva e moderna.
Sappiamo che molto dipenderà dalle Regioni e dagli Enti locali. Su Napoli, terza città d’Italia dopo Roma e Milano, si gioca una partita decisiva per il Paese.
Dobbiamo riformulare la visione e la missione di Napoli.
Dobbiamo assicurare leadership autorevole, tenace, coraggiosa, carismatica, proiettata sui grandi processi di trasformazione e di crescita.
Una leadership che abbia chiara la prospettiva del nostro destino, di dove andremo, e cosa vogliamo essere nei prossimi dieci, vent’anni.
Che non perda mai di vista gli obiettivi di fondo e lavori per raggiungerli con la necessaria tenacia. Non possiamo vivere di gestioni straordinarie, di commissariamenti. Dobbiamo con forza riprenderci il governo dei processi. Su Napoli incombono forti responsabilità: la sua economia è pari al 50% del valore aggiunto regionale che, a sua volta, produce circa un quarto dell'intero valore aggiunto del Mezzogiorno. Nell'economia moderna se non si cresce inevitabilmente si arretra e trovano terreno fertile disuguaglianze, povertà, criminalità e diffusione della illegalità.
Napoli ha bisogno di un Piano Strategico, che non sia un semplice atto amministrativo, ma un manifesto condiviso di come vorremmo che fosse la nostra città.
Dobbiamo scandire i tempi di realizzazione delle opere e saperli rispettare, controllarne il percorso settimana per settimana, ogni giorno se necessario.
Il cronoprogramma degli interventi, più volte da noi proposto, è lo strumento che consente di misurare l’efficienza e l'efficacia dell'azione pubblica.
La libera iniziativa economica trova spazio solo con decisioni chiare e tempi certi. Abbiamo dalla nostra le occasioni della Zona Franca Urbana, della città metropolitana quale nuovo livello istituzionale, della programmazione 2007-2013, insieme all’indicazione comunitaria delle città metropolitane quale volano di sviluppo.
Tutti noi vogliamo il bene di Napoli. Sperimentiamo un percorso innovativo, costituiamo un comitato formato dai massimi vertici di Comune, Provincia, Regione, Procura della Repubblica, Soprintendenza e Unione Industriali, che si prenda carico di alcuni importanti e significativi progetti, per rimuovere gli ostacoli che ne impediscono l’avanzamento. Dobbiamo far rinascere nei giovani la voglia di restare a Napoli e a quelli che sono andati via di ritornare.
Signor Sindaco, affermiamo queste cose con convinzione, sono fatte per spronare, per confrontarci sulle cose fatte e quelle da fare. Abbiamo stima e rispetto per la Sua persona e per la Sua storia politica. I percorsi, quando avviati insieme, hanno dato buoni risultati, come il nascente Polo tecnologico di Bagnoli.
Napoli vive di un rapporto osmotico con il mondo.
Quando è china su se stessa, perde il valore proprio della sua specificità e del suo ineguagliabile spessore.
Il Forum delle Culture del 2013 potrebbe essere l'evento per annunciare l’inizio di una svolta.
Il G8 del prossimo anno, Signor Presidente del Consiglio, con tappe a Napoli, potrebbe essere un’importante occasione per contribuire a rigenerare l'immagine della città. Noi imprenditori vogliamo credere nel futuro ed investire. Crediamo nel mercato, governato da regole certe ed animato dalla libera iniziativa economica. Sappiamo anche che dal nostro impegno dipenderà il sempre più netto confine tra economia vera, la nostra economia, e il malaffare. Vogliamo sentirci però forti, quando affrontiamo le sfide dei mercati.
É stimolante, per noi, sentire dalla nostra parte le istituzioni, il territorio, dal quale vorremmo prendere più alimento e al quale vorremmo restituire più ricchezza.
Autorità, gentili ospiti, cari amici, tra poco l'Unione degli Industriali della provincia di Napoli avrà un nuovo Presidente. Mi avvicino a questa scadenza con serenità e con la consapevolezza che la Presidenza dell'Unione tanto mi ha impegnato e tanto mi ha offerto in termini di esperienza umana e professionale.
Ci sono stati momenti esaltanti, altri nei quali le preoccupazioni offuscavano il mio innato ottimismo che immancabilmente ritornava guardando anche da Palazzo Partanna la nostra città.
Ho chiamato a responsabilità, in questi anni, un nuovo gruppo dirigente, giovane ed operoso, col quale ho stabilito la più ampia collegialità nelle decisioni e sul quale credo fermamente che l'Unione in futuro potrà contare.
Abbiamo ramificato la presenza della nostra associazione sul territorio per essere più vicini agli imprenditori.
Ci siamo avvalsi di alte professionalità che operano nell'Associazione.
La nostra Associazione è stata, e questo lo rivendichiamo fino in fondo, parte pulsante di questa città.
Mi ha accompagnato il Vostro incoraggiamento, la Vostra partecipazione e il Vostro consenso.
Ho vissuto l'incarico di Presidente dell'Unione con la passione che mi proviene dall'essere figlio di questa terra, con l'orgoglio di essere imprenditore, con la certezza che Napoli e il Mezzogiorno scriveranno ancora pagine importanti della storia d'Italia e dell'Europa Unita.
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