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  Dicembre 2012

Articoli n° 09
NOVEMBRE 2008
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di Stefano Castelli Gattinara, Architetto

Sulla strada del Sagrantino

Alla scoperta dei Borghi medievali dell’Umbria e delle architetture ancora incontaminate


Tra Todi e Spoleto, nel cuore dell'Umbria, si coltiva uno dei più preziosi vitigni autoctoni d'Italia, il Sagrantino. Tra queste colline, dove sorgono torri, borghi e castelli medievali, si estende un percorso culturale ed eno-gastronomico che attraversa, per 60 km, paesi dove la tradizione vinicola non è confinata fuori del tessuto urbano, ma è parte integrante di esso: “La strada del Sagrantino”.
La storia ci dice che il vitigno di Sagrantino è giunto a Montefalco grazie ai frati francescani che provenivano dall'Asia Minore. Con il tramandarsi e il miglioramento delle tecniche di coltivazione, il Sagrantino è, negli anni, diventato il fiore all’occhiello dell’enologia umbra.
Il vino Sagrantino è nato come “dolce”, anche se attualmente prevale la versione “secco”. Un tempo, infatti, questo vino era prodotto esclusivamente nella tipologia “passito”, ottenuto dall'appassimento delle uve su graticci di legno.
Sono molte le manifestazioni organizzate durante l’anno, lungo “La Strada del Sagrantino”, che attirano e coinvolgono, sia la popolazione locale, chiamata in prima persona all’allestimento della manifestazione, sia gli appassionati e non del mondo dell’enologia mondiale. Tra le più importanti ricordiamo: Cantine Aperte, Terre del Sagrantino, Il mercato delle Gaite, Agosto Montefalchese, Settimana Enologica e Frantoi Aperti.
L’area collinare, interessata alla produzione del Sagrantino, comprende il territorio comunale di Montefalco, Bevagna, Castel Ritaldi, Giano dell'Umbria e Gualdo Cattaneo.
L'itinerario parte da Bevagna, piccolo gioiello urbanistico situato vicino Foligno che conserva ancora intatto, nei vicoli e nella cinta muraria, un aspetto medievale. La piazza della città, con le sue tre chiese, il duecentesco Palazzo dei Consoli e il Teatro Torti è considerata una tra le più belle dell'Umbria. Ma il centro più rinomato lungo la strada del Sagrantino è Montefalco che gode di un vista eccezionale su Spoleto, Trevi, Foligno, Spello e Assisi; per questo la città di Montefalco è stata definita “Ringhiera dell’Umbria”.
La struttura urbanistica, compresa all'interno delle mura trecentesche, è concepita in modo che tutte le strade convergano verso la piazza del Comune. Sono moltissimi i capolavori storici e artistici da vedere, come il ciclo di affreschi di Benozzo Gozzoli conservati nella ex-chiesa di San Francesco, oggi Museo Civico. Nell’Archivio Storico Comunale di Montefalco sono custoditi numerosi documenti che testimoniano la cura con cui, in tempi ormai remoti, i vignaioli di Montefalco si dedicavano al “campo piantato a vigna”. La passione per il vino si esprime oggi con una serie di appuntamenti a tema, tra i quali si segnala la settimana enologica. L'evento si tiene annualmente durante la seconda metà di giugno e prevede numerose iniziative: mostre dei vini del luogo, laboratori del gusto, visite guidate nelle cantine e incontri con esperti.
La tappa successiva sulla Strada del Sagrantino ci conduce nel pittoresco borgo di Castel Ritaldi. Situato sul luogo di un vicus romano, l'abitato conserva un bel Castello del '200, la Chiesa di Santa Marina del XIV secolo e la Chiesa di San Nicola, con portale del 1486. Castel Ritaldi è un centro prevalentemente agricolo, qui si produce uno degli oli extravergini d'oliva più pregiati della regione, rientrante nella Dop Umbria.
Ci spostiamo verso Giano dell'Umbria, altro tipico centro medievale di collina. Il paese si è formato dall'unione degli impianti fortificati di due castelli e presenta una cinta muraria in cui si possono scorgere resti romani e medievali. L'importanza territoriale dell'insediamento è confermata dalla presenza di numerosi monumenti a carattere religioso di epoca trecentesca e quattrocentesca. L'elemento che più contraddistingue Giano è la sua spiccata vocazione vitivinicola e olivicola. Il suo territorio rientra infatti nelle denominazioni di origine Sagrantino, Montefalco e Colli Martani, nonché nell'area di produzione dell'olio extravergine d'oliva Umbria. L'olio è il prodotto principe dell'agricoltura gianese e, per chi capita da queste parti da fine ottobre a metà dicembre, è d'obbligo una tappa nei frantoi del posto, per gustare la tipica bruschetta.
Da Giano la strada ci conduce infine a un altro borgo arroccato tra i colli verdeggianti dell'Umbria: Gualdo Cattaneo. Il paese si distingue per la bellezza e la varietà della natura che lo circonda, ma soprattutto per un caratteristico e intricato sistema di castelli. Il monumento più importante del comune è la Rocca, una fortezza triangolare attraversata da un articolato sistema di cunicoli sotterranei. Da citare, nel comune di Gualdo Cattaneo, il castello di Torri e quello di Barattano due gioielli incontaminati di architettura. Quest’ultimo eretto nel XIII sec. con il nome di Villa S. Angelo in Piscina, assunse più tardi quello attuale “per la qualità delle genti fraudolose che vi abitavano”. Cinto da mura possenti (datano 1452) con cassero centrale e alte torri a difesa, alcune sopraelevate, rappresenta un valido esempio di architettura militare compatta votata a finalità difensive.
La frazione di Torri, dall’alto di una collina isolata, domina la sottostante vallata, percorsa dalla strada S.Terenziano-Bastardo. Le origini risalgono all’età della pietra, periodo al quale fanno riferimento i numerosi ritrovamenti. Il castello fondato nel 1250 con il nome di cerqueto, poiché circondato da un esteso bosco di querce, assunse successivamente l’attuale denominazione per la costruzione di una robusta cinta muraria con alte torri angolari adatte a scopo difensivo. Un’arcuata porta d’ingresso, sormontata dallo stemma dell’aquila tuderte, immette all’interno, dove si trovano le abitazioni addossate alla cerchia perimetrale. All’interno dei due borghi si respira un’aria che ci porta indietro nel tempo. É facile assistere, ad esempio, alla cottura di pane e dolci all’interno del forno in pietra posto nella piazzetta principale del paese. É scontato, per chi può soggiornarvi qualche giorno, prendere i ritmi che derivano dal vivere le stagioni e rimanere coinvolti e travolti da sensazioni alle quali la vita quotidiana ci ha diseducato.
A pochi chilometri da Torri si trova Todi che, anche se fuori dal circuito della “Strada del Sagrantino”, vale la pena scoprire. Il centro storico, medievale, vanta edifici sacri di prestigio come la cattedrale di S.M. Assunta, la chiesa di San Fortunato e il convento di San Giovanni Battista. Fuori delle mura duecentesche si trova la famosa chiesa rinascimentale di Santa Maria della Consolazione. Opera architettonica di importanza internazionale, è considerato uno degli edifici-simbolo dell'architettura del Rinascimento anche per la sua pianta centrale. La sua costruzione cominciò nel 1508 per concludersi dopo cent'anni. Fin dal ‘500 è stata attribuita a Donato Bramante, ma non vi sono documenti che ne comprovano tale attribuzione. È certo che il Bramante non presenziò mai ai lavori, mentre sono sicuri i nomi dei maestri (quasi tutti rappresentanti della sua scuola) che si sono succeduti nelle varie fasi della costruzione, come Cola da Caprarola, Baldassarre Peruzzi, il Vignola e Ippolito Scalzi. A chiudere il cerchio di questa parte di Umbria c’è la città di Spoleto. Anch’essa d’impianto medievale, ma di origini ben più antiche, presenta uno sviluppo a ripiani saldati l'uno all'altro non solo dalle vie e vicoli che li intersecano, ma anche dai palazzi ed edifici che li compongono. Non è raro, infatti, che la stessa casa abbia per i piani bassi e per quelli alti ingressi in strade diverse a livelli diversi. Non solo vino, ma anche olio, a Spoleto. Da segnalare l’evento Frantoi Aperti che si svolge l’1 e il 2 novembre e, come rassegna culturale, il Festival dei due mondi.

Siti correlati:
www.consorziomontefalco.it;
www.stradadelsagrantino.it;
www.frantoiaperti.net

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