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  Dicembre 2012

Articoli n° 09
NOVEMBRE 2008
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Lo sport e la crisi economica mondiale. Quale futuro?
di Marcella Piegari, Creo & stratego srl

a rischio i lavori relativi all’organizzazione
delle olimpiadi londinesi

In Italia, lo sport da sempre svolge un ruolo fondamentale, sia dal punto di vista sociale che economico. Lo sport, infatti, per sua natura alimenta valori forti, ed è considerato un elemento importantissimo nell’educazione individuale e collettiva, nello sviluppo della personalità dell’individuo. La stessa dimensione del gioco ha un valore etico e sociale fondamentale, perché sviluppa la capacità di sopportare e di sfidare la fortuna, il caso.
Il fenomeno sportivo, naturalmente, non ha più soltanto quella dimensione ludica, che ne costituisce pur sempre la struttura fondamentale; ma ad essa, si sono aggiunte altre dimensioni di carattere economico.
Attorno al sistema sport ruota un vero e proprio sistema economico, basti pensare alle persone che lavorano in questo settore, sia a titolo professionale, sia a titolo dilettantistico, e al fatto che i quotidiani sportivi, in Italia sono in vetta nelle classifiche di tiratura e diffusione.
Tutto lo sport riesce a muovere un valore di fatturato con cifre da capogiro. Tutto ciò dà chiaramente l’idea di quanto il fenomeno sportivo sia importante economicamente.
Ed in un momento in cui si parla di crisi economica e di recessione, cosa succede nello sport?
Lo sport non sfugge alla crisi economica mondiale: è di alcuni giorni fa la notizia che la crisi finanziaria rischia di abbattersi anche sull'organizzazione delle olimpiadi londinesi, rallentando i lavori per la costruzione di stadi ed infrastrutture. É questo almeno il timore del Daily Telegraph che pur riconoscendo i costanti progressi del Parco Olimpico di Stratford, il principale intervento urbanistico (oltre 1,2 miliardi di euro), teme che possano verificarsi gravi ritardi sulla scadenza di consegna (luglio 2012), oltre che un aumento incontrollato dei costi.
Mentre alcuni giorni prima si parlava dei debiti della Premier League, che sarà pure il campionato di calcio che registra (di gran lunga) i maggiori ricavi, ma non è esente dai conti in rosso.
Sintomi di crisi anche in Spagna, dove l’incertezza finanziaria che persiste, nonostante le misure adottate dal governo Zapatero, ha fatto sì che sei squadre di prima divisione cominciassero il campionato senza sponsor (Racing di Santander, Almeria, Betis, Deportivo de La Coruna, Malaga e Maiorca hanno infatti le magliette immacolate).
Ma negli Stati Uniti, patria dello sport business, non va meglio. Tagli del personale nella Nba di basket, l’hockey sul ghiaccio insidiato dalla nuova e ricchissima lega russa, spettatori in calo negli stadi della Major league di baseball e gravi minacce sui ricavi, storicamente faraonici, che il football macina annualmente nella sua corsa verso il Super Bowl, in programma a gennaio 2009.
Questi sono soltanto alcuni esempi, prima di arrivare a casa nostra, dove si parla di un progetto di riforma quanto mai necessario per tutto il calcio italiano, con la ristrutturazione dei campionati, mentre vanno sempre più giù le quotazioni delle squadre italiane alla borsa di Milano e, negli sport minori la situazione non è migliore.
Basti pensare a tutti quegli sport, che soprattutto a livello dilettantistico o semi-professionistico, vivono quasi esclusivamente di sponsorizzazioni. La Campania è ricca di esempi e di forfait di squadre e società che fanno sempre più fatica a confrontarsi e sostenere i costi di competizioni ufficiali e che inevitabilmente finiscono con l’indebitarsi. A ciò si aggiunge poi un altro elemento non trascurabile, ovvero l’assenza di introiti dalla vendita dei biglietti. In molti casi infatti a questi livelli l’ingresso è gratuito e ciò comporta un’ulteriore carenza di entrate per le società.
Ma allora qual è il futuro dello sport?
La fame di sport sale e continuerà a farlo. Lo sport rappresenta uno svago, ma tutti avranno meno soldi in tasca. Minori liquidità per le grandi aziende vuol dire spendere meno per il superfluo.
C'è una componente psicologica in ogni periodo di crisi, proprio nei momenti più difficili, chi può cerca una via d'evasione, un momento di spensieratezza: ecco allora che lo sport è un'esigenza fondamentale.

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