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Il trionfo della Scandone,
La passione di un imprenditore
di Filomena Labruna
Il trionfo della Scandone,
La passione di un imprenditore
La managerialità nello sport: parla Luigi Ercolino,
amministratore delegato della società di basket irpina,
e componente del Gruppo Giovani della Confindustria Avellino
Il nome della Juventus è saldamente legato a quello della famiglia Agnelli. Una storia di successi sportivi, un viaggio nella memoria. E quello della Scandone sarà per sempre legato a quello della famiglia Ercolino che ha trasformato un sogno in realtà. La squadra ha portato a casa la Coppa Italia, il primo trofeo della sua storia. L’Irpinia riscopre il suo orgoglio sportivo, l’orgoglio biancoverde. Il patron Vincenzo Ercolino svela: «É stato mio figlio a trasmettermi l’amore per il basket».
Luigi Ercolino, 32 anni, amministratore delegato della compagine irpina, imprenditore turistico e delle costruzioni, componente del Gruppo Giovani della Confindustria di Avellino, ha portato professionalità e managerialità, decisionismo e concretezza, doti che lo caratterizzano nello svolgimento della sua attività, anche nel mondo dello sport. Un successo sportivo, ma non solo. Un’affermazione imprenditoriale, la creazione di un modello vincente che proietta Avellino sotto i riflettori nazionali.
Lo sport ha bisogno di manager?
Certamente sì. Soltanto quando consideri la società sportiva che amministri come una vera e propria azienda puoi cogliere risultati significativi ed importanti. Noi lo abbiamo fatto sin dall’inizio e ne abbiamo colto i frutti. Non è la nostra vittoria, ma è il successo di una città intera.
Credeva di poter raggiungere in così breve tempo un obiettivo tanto prestigioso? Qual è stata la sua programmazione?
Appena è cominciata l’avventura, nel mese di luglio, ho capito che il tempo a disposizione era pochissimo e per raggiungere dei risultati occorreva impegnarsi, dedicando tempo, passione e capacità. Ho fatto del mio meglio, circondato da persone giuste che non mi hanno mai fatto mancare il proprio sostegno. Dopo un’attenta analisi siamo partiti dalla valorizzazione dell’esistente, ottimizzando le risorse disponibili. Poi ci siamo attivati per completare il quadro con i tasselli che mancavano, con gli inserimenti che erano necessari. Personalmente il mio percorso è cominciato con il cambio della sede.
Perché? Quale significato ha assunto?
Ho deciso di spostare la sede della società vicino a quella della mia azienda per creare un contatto quotidiano. Un percorso che si è rivelato giusto anche perchè mi ha portato ad instaurare il clima giusto e i rapporti diretti che erano e sono indispensabili a fare di un team una squadra vincente.
Quali i punti di contatto nell’impostazione del lavoro nel settore imprenditoriale e in quella riguardante il mondo dello sport?
Il mio concetto di lavoro è “cantieristico”. Sono partito dalla gestione dei cantieri dove non puoi lasciare nulla al caso, dove tutti le fasi devono essere seguite con rigore e scrupolo. Dove sono tanti gli impegni e le responsabilità, a cominciare da quelli che riguardano la sicurezza. É la stessa metodica che ho utilizzato nella società di basket. Sono meticoloso, preciso, puntiglioso. I miei dipendenti lo sanno bene!
Il ruolo svolto dalla classe imprenditoriale in questa grande avventura?
Fondamentale, per diversi aspetti. Il primo di natura personale. Il presidente della Confindustria Avellino Silvio Sarno mi è stato vicino e da lui ho acquisito anche metodologie di azione. La sua importanza nel progetto è stata fondamentale e spero continuerà a esserlo anche in seguito. Per me siamo una famiglia, la famiglia Scandone. E mi auguro che con il sostegno di tutti gli imprenditori, che ringrazio sin d’ora, possiamo vincere altre sfide. Auspico che tanti comprendano l’importanza di trasmettere e diffondere un’immagine diversa di Avellino, attraverso lo sport, pulito, sano, vincente. Adesso siamo in trattativa con altre aziende interessate a legare il proprio nome alla squadra. C’è da evidenziare che la vittoria è stata merito del talento e della tecnica della squadra, ma il cuore del nostro pubblico ha fatto davvero la differenza. I supporters hanno dimostrato di avere un cuore grande.
L’Air Avellino potrebbe essere impegnata in Europa, sui palcoscenici più nobili della pallacanestro continentale. Quali la sensazioni?
Di entusiasmo, di passione, di grande coinvolgimento emotivo. Di emozioni indescrivibili. É vero, la vittoria della Coppa Italia apre automaticamente le porte per l'Uleb Cup, una sorta di coppa Uefa del basket. E questo ci inorgoglisce, ma il vero obiettivo va oltre. Il nostro sogno sarebbe disputare l'Eurolega, la massima competizione europea per club. Per qualificarci dovremmo arrivare secondi in stagione regolare e poi centrare almeno la semifinale scudetto.
Uno dei problemi sollevati è la questione palazzetto. Oggi il Pala Del Mauro non è a norma per ospitare l'Eurolega.
Ci stiamo muovendo anche su questo fronte. Abbiamo avviato i contatti con le istituzioni locali, Comune e Provincia di Avellino in primis, per realizzare un nuovo impianto individuando come area disponibile il rione San Tommaso. Spero che il progetto potrà trovare concreta realizzazione. |