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  Dicembre 2012

Articoli n° 02
MARZO 2008
 


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Katia Petitto: «Formazione e sicurezza,
queste le mie prioritÀ»

Come uscire dall’emergenza rifiuti

Il trionfo della Scandone,
La passione di un imprenditore

di Filomena Labruna

Come uscire dall’emergenza rifiuti

Parla Emilio De Vizia, amministratore dell’omonimo gruppo imprenditoriale irpino,
leader nel settore dello smaltimento rifiuti e dei servizi di igiene urbana



Nel quadro di un’emergenza rifiuti di drammatica attualità, di fronte ad un disastro ambientale senza fine, chiediamo ad Emilio De Vizia, amministratore dell’omonimo gruppo operante nel settore dei rifiuti, un’analisi della situazione e l’indicazione di un possibile percorso che possa portare alla fine del tunnel. La De Vizia Transfer è un nome conosciuto in Irpinia, in Campania, in Italia, in Europa. Un gruppo imprenditoriale competitivo che si occupa di montaggi e gestione di impianti industriali, in particolare per lo smaltimento rifiuti, oltre che di servizi di igiene urbana.
Un gruppo irpino che ha creduto e investito in questo settore, fino a diventarne azienda leader a livello nazionale. Per Emilio De Vizia, membro di Giunta di Confindustria Avellino, l'emergenza in Campania può essere superata. I rifiuti possono diventare una ricchezza. Un’opportunità per il territorio.



Dove opera e in quali realtà è presente la sua azienda?

Il gruppo, con un fatturato di oltre 250 milioni di euro e circa 2.000 dipendenti, opera nei settori dei montaggi e manutenzioni impianti, dei grandi sollevamenti, della logistica, dell’automotive e dei servizi ambientali. In riferimento al settore dei servizi ambientali, siamo presenti in diverse realtà locali esclusivamente del Centro Nord con un discreto radicamento in Piemonte, Veneto, Friuli, Sardegna e Lazio, sia nel campo dei servizi di igiene urbana con percentuali di raccolta differenziata ovunque superiori al 40% e punte del 60% in Veneto, che nella gestione di impianti di smaltimento. Siamo tra le prime tre aziende private del settore in Italia con circa 2 milioni di abitanti serviti su tutto il territorio nazionale, in un comparto in cui, unico esempio europeo, il 70% del mercato è gestito da aziende pubbliche che si aggiudicano i lavori in assenza di gare e a prezzi non controllati. Anche la Campania è in questa situazione con una marea di società pubbliche, diventate dei carrozzoni inefficienti e costosi e una delle cause del mancato decollo della raccolta differenziata.



Perché si è arrivati a questo punto con la situazione dei rifiuti?
Per troppo tempo si è tenuto il problema nascosto senza affrontarlo come se rinviarlo equivalesse a risolverlo. Per troppo tempo non si è raccontata la verità sulla necessità degli impianti di smaltimento e sulla impossibilità di fare a meno delle discariche. Bastava guardarsi intorno per capire come altre realtà avessero affrontato la questione, invece le amministrazioni locali hanno scaricato le loro responsabilità sul commissariato e lo stesso è diventato strumento di clientela politica con spreco di risorse incalcolabili. Il dramma vero è che la Campania è in queste condizioni avendo speso, e continuando a spendere, molto di più che qualsiasi altra realtà. L’errore è stato anche quello di affidare, da un momento in poi, l’incarico di Commissario al presidente della Regione, come se lo stesso potesse spogliarsi del ruolo politico che rivestiva e prendere decisioni spesso impopolari.

Come si può uscire dal tunnel?
Non esistono soluzioni rapide. Come prima cosa a stretto giro bisogna individuare un certo numero di discariche in grado di smaltire i rifiuti campani per almeno tre anni, quelli necessari a completare il ciclo con la costruzione di almeno quattro termovalorizzatori, tecnologia ormai collaudata in tutta Europa. Per una corretta informazione, bisogna dire che i termovalorizzatori non rappresentano la soluzione completa del problema rifiuti, in quanto gli stessi necessitano di una discarica di servizio per i residui della combustione. Naturalmente per evitare, come è successo fino ad ora, che le gare vadano deserte occorre eliminare dai bandi una serie di vincoli tecnici ed economici che non consentono alle aziende, se pur interessate, di presentare una proposta adeguata.

Come è possibile partire in modo serio con la raccolta differenziata?
Bisogna partire con la raccolta differenziata con i tempi giusti e gli strumenti adeguati. Anche in questo caso, basta verificare cosa è stato fatto e in quanto tempo la questione è stata risolta in altri posti, non dimenticando mai che vanno raffrontate realtà simili in termini di densità abitativa. Sorrido quando leggo le dichiarazioni di alcuni addetti ai lavori, anche provinciali, i quali ritengono che in poche settimane si riesca a partire con servizi di raccolta porta a porta che necessitano di mesi di studi di implementazioni nel settore della comunicazione, nonché di investimenti adeguati.

Quali sono i progetti della sua azienda attualmente in itinere in questo settore?

Stiamo effettuando la bonifica dell’area ex Italsider di Bagnoli, la più grande bonifica mai realizzata in Italia con un investimento in termini di impianti unico nel settore. Stiamo costruendo un impianto di compostaggio a servizio della Provincia di Udine che gestiremo per 20 anni. Abbiamo, inoltre, vinto insieme ad un gruppo spagnolo, leader mondiale, la gara per la costruzione e gestione di un termovalorizzatore in Sardegna da realizzarsi vicino Nuoro e a servizio di tutta l’area centro nord dell’isola. Un investimento di circa 250 milioni di euro. Lo stesso gruppo spagnolo, che gestisce oltre cinquanta impianti nel mondo, ha dato la propria disponibilità insieme a noi ad investire in Campania, preferibilmente in provincia di Avellino, per completare e finalmente risolvere il ciclo integrato dei rifiuti.

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