IL CENTRO NANO_MATES
ALL’UNIVERSITÀ DI SALERNO
Il PARCO SCIENTIFICO,
UNA STRUTTURA AL SERVIZIO DELLE IMPRESE
Il PARCO SCIENTIFICO,
UNA STRUTTURA AL SERVIZIO DELLE IMPRESE
Collegare sinergicamente e con profitto reciproco università e sistema industriale
resta una delle missioni prioritarie dell’ente
Vincenzo BOCCIA
Consigliere di Amministrazione del Parco Scientifico e Tecnologico di Salerno e delle Aree Interne della Campania
L’Italia ha bisogno di investimenti in ricerca e innovazione tecnologica. Non può esserci alcuno sviluppo durevole e innovativo senza un adeguato investimento, culturale ed economico, nella ricerca e nei processi di trasferimento tecnologico a favore delle imprese.
In Europa e nel mondo esistono e operano strutture, come i Parchi Scientifici e Tecnologici, nati per favorire tali processi ed è cronaca odierna la promozione e la nascita di ulteriori realtà di questo genere, in cui credere e investire.
Le profonde trasformazioni economiche e sociali stanno, di fatto, accentuando il ruolo del territorio quale fattore della competitività delle imprese.
Va da sé che una struttura come il Parco Scientifico e Tecnologico di Salerno è quanto mai attuale con un potenziale da offrire, fin qui, ancora non del tutto espresso. D’altronde sarà proprio la capacità a livello locale di offrire importanti economie di sistema fisiche e immateriali che potrà permettere alle imprese di produrre per competere fuori dei propri territori. Ma per far ciò le imprese dovranno necessariamente puntare sull’innovazione. E laddove il processo di innovazione non si manifesta spontaneamente, risultano determinanti quelle strutture, come i Parchi Scientifici, che ne facilitano la comprensione e la diffusione. Sul nostro territorio, quindi, dove permane l’incomprensione del concetto di innovazione l’azione del Parco assume e dovrà sempre più assumere questo ruolo di facilitatore.
Ciò che va sottolineato è che il concetto di innovazione spesso viene abbinato automaticamente al termine di ricerca scientifica. Come se la ricerca fosse di per sé capace, da sola, di innescare il meccanismo dell’innovazione. In realtà non è così. L’innovazione investe infatti una pluralità di dimensioni, di cui la ricerca è solo una parte. L’innovazione è infatti un concetto complesso che abbraccia diversi aspetti della vita aziendale. Andrebbe, a mio avviso, promosso un costante impegno del Parco Scientifico e Tecnologico nella rilevazione e conoscenza dei fabbisogni delle imprese con l’obiettivo di agganciare questi bisogni all’offerta di ricerca scientifica. É il legare intelligentemente le imprese all’Università il percorso su cui insistere. Due mondi che grazie al Parco Scientifico e Tecnologico potrebbero dialogare meglio e di più, abbandonando l’attuale reciproca indifferenza nel fare sistema. D’altra parte viviamo tempi in cui per competere è necessario raccordarsi e mettere a sistema potenzialità e competenze.
Ovviamente, se il Parco, nonostante la significativa partecipazione pubblica e delle Università nella sua compagine sociale e negli organi direttivi, dovesse continuare a rimanere isolato dagli ambienti istituzionali ed accademici, non solo vedrebbe sminuito il suo ruolo, ma per la scarsa attenzione e la scarsa volontà di ascoltarne le proposte e riconoscerne la validità strategica, ne verrebbe condizionata la stessa sopravvivenza. Cosa che purtroppo, ad oggi, si sta verificando. Ecco perché diventa quanto mai indispensabile agire in fretta con una seria strategia sull’innovazione per il territorio, coinvolgendo il Parco Scientifico e Tecnologico che, da solo, in questi anni ha compiuto notevoli sforzi economici ed operativi nel proporre, avviare e gestire progetti complessi.
Mettere, dunque, a sistema le competenze e le potenzialità relazionali del Parco per lo sviluppo del tessuto produttivo locale e la crescita di nuove imprese è la strada vincente, l’obiettivo politico da perseguire. Disperderle, di contro, sarebbe un male non solo per la società Parco Scientifico, ma per tutto il territorio. |