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di Francesca Nuzzo
Calzaturieri, Pasquale Pisano RIconfermato al vertice
Rinnovato il vertice della Sezione Calzaturieri di Confindustria Caserta. A conclusione dell’assemblea che si è svolta il 12 maggio scorso, alla carica di presidente, per il biennio 2008-2009, è stato riconfermato, all’unanimità Pasquale Pisano.
41 anni, sposato, due figli, Pisano è imprenditore calzaturiero di terza generazione. Tra i molti incarichi che riveste in campo associativo è anche delegato Anci Campania.
«Il settore calzaturiero, dopo un triennio difficile - ha detto il presidente della sezione - conferma i primi segnali di recupero. In questi ultimi anni molte imprese hanno sofferto la crisi, ma il settore nel complesso è riuscito a trovare il bandolo della matassa anche attraverso un ripensamento dei modelli di business». «Diversificazione, internazionalizzazione e specializzazione nella fascia medio-alta - ha aggiunto Pisano - sono stati i trend che hanno caratterizzato le imprese che hanno saputo affrontare i momenti difficili. Tuttavia, tra gli indicatori per il medio termine si trovano ancora luci ed ombre che non ci consentono di pensare di essere usciti pienamente dal guado». Il ritorno alla crescita - secondo il presidente delle imprese calzaturiere - si accompagna ad una ripresa dell’export. In questo senso confortano le indicazioni che arrivano da alcuni paesi che fino a qualche mese fa costituivano mercati critici per le calzature made in Italy: a livello complessivo crescono infatti le esportazioni in Germania (+3,7% in valore) e in Usa (+0,8%), anche se rimangono negative le variazioni in volume (rispettivamente -0,5% e -15,6%). Guardando all’andamento in valore occorre però arrivare al 12° paese cliente per trovare una variazione negativa: bene Francia (+6,7%), Regno Unito (+10,9%) e Spagna (+12,8%), mentre in contrazione risulta il mercato giapponese (-2% in valore e -2,9% in quantità). Un altro segnale positivo è dato dalle dinamiche di prezzo: mentre gli anni scorsi le imprese avevano rinunciato a ritoccare i listini pur di non perdere quote di mercato, oggi hanno potuto, seppure in parte, recuperare una quota dei margini. La crescita del 3% sul mercato interno e del 2,6% su quelli esteri del livello dei prezzi alla produzione, indicata dal campione, rappresenta un’importante novità.
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