Gli ingegneri di Monaco, dopo aver ideato il concetto di SUV nel 1999, con la Bmw X6 hanno pensato ad un veicolo con tutti i pregi del mezzo, alto e possente, ma con una linea e, soprattutto, una maneggevolezza che non ha niente da invidiare alle station wagon più prestanti ed anche a qualche coupé d’immagine.
Le motorizzazioni previste, tutte sovralimentate, sono decisamente al top; tutti i motori, quelli già proposti e, soprattutto, quello che verrà (il 4,5l biturbo) sono ricchi di coppia e con delle spinte esagerate. Due sono i diesel, il 3.0 turbo da 235 CV e il 3.0 twin turbo variabile da 286 CV e due anche i benzina: il 3.0l da 307 CV a sei cilindri in linea, biturbo e il nuovo V8 da 407 CV con due turbine al centro della “V”. I motori si preoccupano di non sprecare energia, fornendo prestazioni in linea o superori ai competitor, con un utilizzo del carburante molto intelligente. Merito anche del concetto BMW EfficientDynamics, dove aerodinamica, recupero dell’energia in frenata e motori ad altissima tecnologia, consentono di raggiungere delle medie di percorrenza con un pieno inimmaginabili qualche anno fa, per mezzi così pesanti, alti e prestazionali.
A bordo sembra d’essere su una X5, almeno davanti. Cambia un po’ la disposizione del tunnel centrale, c’è il cambio automatico sportivo, ma l’impostazione di guida è esattamente quella. Dietro invece è completamente diverso. Solo due posti, come un coupé, con un secondo tunnel centrale dove a disposizione dei passeggeri posteriori vi sono portaoggetti, prese d’aria e braccioli per il massimo della comodità.
La protezione degli occupanti viene garantita da cinture automatiche a tre punti in tutti i posti, airbag anteriori, laterali e laterali per la testa e da poggiatesta attivi nei sedili anteriori. L’equipaggiamento di serie comprende inoltre proiettori bixeno con luce diurna, fari fendinebbia, luci dei freni bistadio e pneumatici runflat. Una volta avviato il motore con il pulsante, si nota subito la precisione e la prontezza dello sterzo servoassistito dall’Active Steering. La vettura “gira” con una precisione ed una velocità straordinarie. Sia a bassa che ad alta velocità, il guidatore avverte forte la sensazione di essere incollato al suolo. Fantastica anche la reazione in rilascio, punto dolente di questi mezzi. Il posteriore segue fedelmente la direzione di marcia senza “sbavare” in sovrasterzi eccessivi. Tutto merito di una nuova invenzione della tedesca ZF proprio per BMW. Si tratta di un differenziale attivo a controllo elettronico che in BMW chiamano Dynamic Performance Control. In pratica è un differenziale posteriore che consente di poter variare a piacimento la coppia motrice scaricata sull’asse posteriore tra la ruota di destra e quella di sinistra. Così la vettura è meno soggetta a instabilità, l’accelerazione è più pronta e la dinamica di guida più fluida.
Facile pensare che tutti questi interventi possano essere “invasivi” e che si possa perdere la cognizione di quello che realmente fa la vettura. Non è proprio così, perché l’elettronica è in grado di reagire con interventi nell’ordine del decimo di secondo, mentre la normale percezione di un pilota attento è intorno ai 4-5 decimi di secondo. La vettura, ed i suoi sistemi, reagiscono ancora prima che chi guida possa rendersene effettivamente conto.
La nuova X6 non è per tutti, però, come dimostrato anche dai prezzi non proprio abbordabili: si parte dai 58.000 Euro della X6 3.od eletta, fino ad arrivare a quasi 80.000 dei modelli di punta.
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