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  Dicembre 2012

Articoli n° 05
GIUGNO 2008
 


Inserto

Agostino Gallozzi
Relazione Assemblea dei Soci 2008

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BON TON

di Nicola SANTINI
Business a stelle e strisce

Nicola Santini è autore del libro Business+Etiquette.
Esperto di etichetta e bon ton per l'Italia e i Paesi del mondo, da anni tiene corsi in varie sedi di Confindustria e si occupa di consulenza per aziende ed enti.

Non crediamo alle leggende metropolitane di chi sostiene che gli americani sono generalmente più informali e accomodanti. Bocciamo senza riserve l’abbinamento sneakers-tailleur o completo gris. Per tutti coloro che non hanno mai messo piede in America e stanno organizzando un viaggio d’affari a stelle e strisce, le sorprese potrebbero essere non poche.





Abbigliamento e dintorni
Innanzitutto in America dietro l’apparente informalità si cela in realtà un’attenzione scrupolosissima alla tenuta da lavoro che non ammette alcun errore: giacca, cravatta, scarpe lucidissime anche quando fuori piove per lui, niente orpelli, scolli esagerati o mise casual per lei. “Business is Business” si dice non a caso, e in questo Paese giovane l’abito non solo fa il monaco, ma anche i parrocchiani.
Il mitico casual friday, tanto sbandierato in Italia, non consente certo i jeans o le scarpe da ginnastica, le tute o le polo a maniche corte: è un giorno di rilassata formalità dove magari l’abito in grisaglia lascia il posto allo spezzato, al pantalone in velluto o alla scarpa scamosciata, tutto qui. Ciò che viene importato nel nostro Paese è una rivisitazione esagerata che non rispecchia assolutamente le abitudini, specie quelle delle grandi capitali, dove l’attenzione all’immagine è fondamentale.
Le scarpe sportive sotto l’abito da ufficio? Per strada, forse, per chi arriva a lavoro correndo, ma nello zaino sicuramente rimangono in attesa di essere indossate una volta timbrato il cartellino, sofisticate décolleté e mocassini di un classico quasi imbarazzante. Questa è l’America, terra di grandi affari ma anche di grande conformismo.
Gli italiani, nonostante le recenti polemiche scatenate da alcuni giornalisti di moda, sono ancora etichettati come grandi ambasciatori di stile ed eleganza: se vogliamo fare una buona impressione con colleghi e clienti statunitensi, terremo sempre a mente questo clichè nel preparare la valigia, facendo bene attenzione a qualche must have dell’abbigliamento made in Italy.
Questo include anche e soprattutto gli orologi con la doppia funzione estetica e funzionale: agli americani non sfugge niente, men che meno il ritardo ad un appuntamento di lavoro.

A tu per tu
Il rispetto del tempo altrui, la puntualità, la prontezza nell’arrivare al punto (“get to the point” è l’intercalare esortativo più diffuso) e il tagliare qualsiasi divagazione nella conversazione (long story short) saranno il modo migliore per assicurarsi stima, attenzione e rispetto oltreoceano.
Nella conversazione sono frequenti riferimenti a redditi, guadagni, spese e bilanci, fin dal primo momento, come non è raro che di fronte a un bell’abito o a un bell’oggetto venga chiesto il prezzo e l’indirizzo del fornitore; sono invece esclusi argomenti come salute e gravidanza, ritenuti troppo personali. Subito dopo un incontro segue sempre un follow up via posta elettronica: prendiamo l’abitudine di farlo perché è in ogni caso molto gradito.
Gli argomenti? Un ringraziamento per l’accoglienza, l’augurio di un seguito proficuo per entrambi, una domanda a mente fredda da evitare di fare in futuro… tutto questo va bene purchè nelle ventiquattro ore successive al colloquio.
Le colazioni d’affari sono molto diffuse e molto sbrigative: la sosta al ristorante dura meno della metà che da noi e l’invito può essere indifferentemente tra le 11 e le 2 del pomeriggio. Nelle grandi città il rendez vous serale è a partire dalle 18 e 30 quando gli uffici sono già chiusi, considerato anche che molte persone non vivono nel centro, i ristoranti sono già attrezzati. Pagare alla romana è molto diffuso, anche con carta di credito e sta diventando di moda anche l’appuntamento all’aperitivo, quando invece prima era più facile intrattenersi dopo il pasto al tavolo del bar, o se a casa, in salotto, per bere.

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