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  Dicembre 2012

Articoli n° 01
GENNAIO - FEBBRAIO 2008
 


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Premio
Ateneo Laboratorio d’Impresa

Isolare i fili elettrici con la plastica riciclata

Isolare i fili elettrici con la plastica riciclata

Un progetto di ricerca corale per realizzare nuovi manufatti dalla plastica post consumo delle bottiglie da bibita


Valeria D’Acunti
Coordinatore del Progetto Area Ricerca e Trasferimento PST di Salerno e AIC
vdacunti@psta.it

L’efficienza energetica è una “pratica” necessaria
per influire sulla crescita e sulla competitività dell’economia


La TUBIFOR s.r.l di Padula, il Parco Scientifico e Tecnologico di Salerno e A.I.C. S.C.p.A., il Dipartimento di Ingegneria Chimica e Alimentare dell’Università degli Studi di Salerno (responsabile della ricerca è il professor Luciano Di Maio) stanno conducendo un progetto di ricerca e sviluppo finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica (MUR) con l’obiettivo di realizzare un nuovo manufatto in plastica riciclata.
Si tratta di utilizzare nella produzione dei tubi corrugati, impiegati normalmente nell’edilizia per contenere ed isolare i fili elettrici degli impianti domestici, invece che il PVC vergine (polivinilcloruro) la plastica delle bottiglie per bibite post consumo (PET-polietilene tereftalato).
La plastica delle bottiglie verrebbe, dunque, riutilizzata in questo nuovo ciclo produttivo.
Allo stato attuale sono stati già prodotti alcuni prototipi di tubo corrugato in PET post consumo e sottoposti a prove di laboratorio per la determinazione delle caratteristiche meccaniche e dielettriche.
I risultati fin qui ottenuti mostrano che le caratteristiche dei tubi in PET riciclato sono confrontabili con quelle stabilite dalla normativa europea, alla quale fanno riferimento gli stessi tubi in PVC attualmente utilizzati.
I prototipi di tubo realizzati in PET sono abbastanza flessibili, si piegano mantenendo la forma senza spezzarsi, possiedono buone proprietà dielettriche e resistenza alla perforazione. Inoltre, il materiale si è dimostrato tendenzialmente non infiammabile. Altre sperimentazioni sono, dunque, in corso per la realizzazione di un tubo con migliorate caratteristiche di “autoestinguenza”.
Il buon esito di questa sperimentazione e, dunque, la possibilità di sostituire plastica riciclata con plastica vergine porterebbe ad un duplice vantaggio.
Il primo sarebbe l’abbattimento dei costi della materia prima all’interno del ciclo produttivo: il 4% del petrolio estratto nel mondo è destinato alla produzione di polimeri vergini ed, attualmente, il costo del barile è salito a 100 dollari.
Il secondo sarebbe la produzione di nuovi manufatti realizzati con rifiuti destinati alla discarica.
Perchè il prototipo di tubo corrugato possa diventare produzione industriale è necessario un continuo approvvigionamento di PET riciclato post consumo.
Attualmente il nostro territorio non garantisce i quantitativi necessari per la produzione dell’impresa TUBIFOR a causa di ritardi nella raccolta differenziata e della mancanza di una rete impiantistica adeguata alla selezione ed al trattamento del PET post consumo.
Per poter essere processato, il PET post consumo deve presentare una percentuale di impurità non superiore al 3%. Tali impurità sono costituite da residui di alluminio, carta, colla, ed altri materiali che si trovano nelle campane della raccolta differenziata della plastica, insieme alle bottiglie.
Tali impurità compromettono il processo di estrusione dei tubi in quanto abbattono la qualità del materiale provocando problemi nella continuità della produzione.
Il progetto di ricerca preso in esame si configura, pertanto, come una concreta risposta alle esigenze di un territorio nel quale esistono circa duecentocinquanta aziende (dati Camera di Commercio di Salerno 2006) che lavorano gomma e plastica e che potrebbero utilizzare materiale riciclato nella loro produzione e nel quale la raccolta differenziata deve raggiungere la percentuale del 65% del rifiuto prodotto entro il 2012.

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