TUTTO IN UN WEEKEND
Ischia
Passato e presente, folklore, devozione religiosa e modernità coesistono oggi in quest'isola magnifica, la più grande del golfo di Napoli. La storia di Ischia l'hanno scritta in molti; prima i Greci (fu la prima colonia italiana della Magna Grecia), poi i Romani, poi i Bizantini, i Normanni, gli Svevi, gli Angioini, gli Aragonesi. Di questo intreccio di civiltà molto è rimasto nei monumenti, nelle chiese, nei costumi e nelle tradizioni dell'isola, ma molto altro i fenomeni sismici e le eruzioni vulcaniche lo hanno disperso e seppellito per sempre in mare.
Sull'Isola Verde, così chiamata per la sua rigogliosa natura, fin dall'antichità l'acqua è cultura, cura e bellezza.
Oltre che per il mare e il paesaggio caratteristico, Ischia è infatti famosa nel mondo per il suo patrimonio idro-termale che conta 29 bacini, 103 sorgenti e 67 fumarole che bollono sotto la sabbia. Anche a tavola ci si può concedere una pausa rigenerante perché sull'isola il “buon vivere” è di casa grazie a ottimi prodotti eno-gastronomici (vini eccellenti, liquori, gastronomia tipica).
Sei sono i comuni in cui è divisa l'isola: Ischia, Barano, Serrara Fontana, Forio, Lacco Ameno e Casamicciola Terme.
Il cuore dell'isola è Ischia composto dai due nuclei, Porto, stazione balneare e termale e sede di molte strutture ricettive, e Ponte, caratteristico borgo marinaro su cui domina il Castello Aragonese.
A Lacco Ameno, nella bellissima Villa Arbusto, è stato allestito il Museo Archeologico di Pithecusae, che si estende su due livelli con le stratificazioni dei vari edifici sacri e con testimonianze di duemila anni di storia. Qui sono custoditi reperti di inestimabile valore, tra cui la famosa Coppa di Nestore. Chi visita Forio, oltre alla possibilità di godere delle bellezze della spiaggia di Citara e del relax del parco termale “Giardini di Poseidon”, può ammirare lo spettacolare giardino della Mortella, la villa del musicista sir William Walton ricca di piante provenienti da vari paesi e la suggestiva Chiesa di Santa Maria del Soccorso.
Nel comune di Serrara Fontana, sul lato meridionale dell'isola, si trova invece Sant'Angelo, raffinato centro turistico molto a la page con alle spalle le pendici del monte Epomeo che fa da guardiano a tutta l'isola con i suoi 788 m di altezza, dominando la costa sottostante e offrendo scorci mozzafiato sul golfo di Napoli. A Sant'Angelo è possibile solo passeggiare a piedi intorno alla piazzetta circondata da pochi edifici tipici, un tempo terra di pescatori specializzati nella pesca al totano, una tradizione oggi aperta anche alla partecipazione dei turisti.
Nell'entroterra vale la pena visitare Serrara Fontana, da cui si parte per l'escursione al Monte Epomeo, e Barano d'Ischia, dove sgorga dalla roccia la sorgente Nitrodi, frequentata fin dai tempi dei Romani per le proprietà curative delle sue acque, con le sue colline che digradano verso la spiaggia dei Maronti.
Tradizioni
Sono circa un centinaio le chiese sparse nei sei comuni dell'isola.
Non hanno orpelli barocchi o facciate fastose. Discrete, spesso poste in luoghi impervi e isolati o incastonate tra palazzi, le chiese a Ischia sono luoghi di culto semplici sorti solo per consentire alla gente comune di entrare in comunione con Dio. Sono tracce della grande religiosità degli abitanti del luogo, pezzi di una storia ricca e frammentata, legata per sempre al mare. Uno degli edifici di culto più scenografico è la chiesa del Soccorso (nella foto) o di Santa Maria della Neve a Forio. Posta su un piccolo sperone roccioso, abbracciato dal mare, è un crocevia di stili architettonici, dal greco-bizantino, al moresco, al mediterraneo, ed è il simbolo sacro per eccellenza dell'isola. Il nome “del Soccorso” è dovuto a un'antica usanza: quando il mare era in tempesta, gli ischitani erano soliti accendere proprio dove sorge la Chiesa immensi falò perché gli scogli sottostanti fossero visibili ai marinai che, riconoscenti, recavano in dono alla Madonna, come ex voto, piccole navi.
Parchi Termali
Giardini Poseidon: Ventidue piscine termali curative e 60.000 mq di verde fanno dei Giardini Poseidon, nel comune di Forio, il più grande parco termale di Ischia. Oltre alle piscine termali, tutte con temperatura costante che va dai 20 ai 40° C, il parco offre anche molti altri servizi come piscine kneipp per trattamenti caldo freddo, palestra, sauna, ristorante, self service, ed una bellissima spiaggia attrezzata.
Info: via Giovanni Mazzella (Baia di Citara) - Forio d'Ischia.
Tel. 081.9087111 - Fax 081.9087130
Il parco è aperto da aprile a ottobre
Parco Negombo: Il parco termale Negombo è un'oasi paradisiaca non solo per le numerose piscine termali presenti (splendida la Chiaia di Luna affacciata sulla Baia di San Montano) ma anche per i fiori e le piante tropicali rarissime volute dal Duca Camerini, grande viaggiatore e esperto di botanica. D'estate il Negombo è imperdibile anche di sera con i suoi concerti e gli spettacoli di cabaret.
Info: via San Montano, Lacco Ameno. Tel. 081.986152
Il parco è aperto da aprile ad ottobre dalle ore 9.00 alle 19.00
Parco Termale Castiglione: La struttura è dotata di 10 piscine di cui 8 termali (alimentate dalla sorgente vicina) con temperatura dell'acqua che va dai 30° ai 40° C. Dispone inoltre di idromassaggi, piscine kneipp, sauna naturale, discesa a mare, ed un reparto per cure termali dove è possibile fare massaggi, fanghi e terapie inalatorie (aerosol ed inalazioni). All'interno del parco è presente anche un albergo.
Info: via Castiglione, 62 - Casamicciola Terme. Tel. 081.982551
Il parco è aperto da aprile ad ottobre dalle ore 9.00 alle 19.00
Tipicità
Il coniglio “di fosso”
Quella del fosso è un'antica tecnica di allevamento che consisteva nello scavare dei fossati nel terreno, profondi circa 2 metri, dove gli allevatori gettavano erbacce e residui della potature delle viti per cibare i conigli che così si alimentavano in modo sano. Questo metodo nel tempo è stato sostituito dall'allevamento in gabbie, più comodo senz'altro per gli allevatori ma meno consono alla natura “scavatrice” del coniglio. L'isola negli ultimi anni grazie al progetto “Ischia Rabbit” non solo ha riscoperto questa antica tecnica di allevamento ma sta lavorando per il riconoscimento Igp per il Coniglio di fosso dell'isola d'Ischia.
Rucolino
Un amaro delizioso, ideale come fine pasto. Il suo gusto caratteristico, forte e piccante al palato, è dovuto all'utilizzo della rucola selvatica che cresce in buone quantità sull'isola. Il “Rucolino” può essere servito e gustato sia ghiacciato che a temperatura ambiente.
Curiosità
Il raggio verde
Se si crede alle leggende, può succedere che dal belvedere della Chiesa di Santa Maria del Soccorso a Forio si possa vedere al tramonto il raggio verde, una luce improvvisa di un verde intenso che porterebbe al fortunato che la scorge grandi e inaspettate fortune.
La coppa di Nestore
Questo reperto archeologico, oggi custodito nel Museo di Lacco Ameno, reca un'iscrizione in greco arcaico dove s'inneggia al buon vino di Pitecusa e si ricorda che gli Eubei, colonizzatori dell'Isola, v'introdussero la coltivazione della vite. È la testimonianza più preziosa della vocazione vinicola dell'Isola Verde. Altre tracce fanno supporre che proprio ad Ischia fu sperimentata per la prima volta la vinificazione “in chiaro”,
nel 1500.
Aenaria, Terra del vino
Prima che pescatori, gli ischitani sono produttori di ottimo vino. Essi si dedicano a questa millenaria attività con dedizione e passione, ispirandosi al pensiero filosofico greco secondo il quale tutto vive e ha anima. Le varietà oggi presenti sono coltivate da almeno 300 anni, anche se sono stati i greci i primi a sfruttare il potenziale vitivinicolo dell'isola. La viticoltura ischitana si compone di molte Doc, in prevalenza di uve a bacca bianca come il biancolella, forastera, uva rilla, san lunario, e in residua percentuale di uve rosse come guarnaccia, piedirosso, e cannamelu.
Qualche curiosità circa i nomi di alcune di queste importanti uve:
San Lunario. Quest'uva bianca nasce dagli escrementi di un tordo che ne aveva defecato un seme vicino alla porta di casa del prete Don Lunard.
Saccapana. Il suo nome deriva dalla “sacca del pane”, cioè la bisaccia dove i contadini mettevano un tozzo di pane e il vino per sostenersi durante i duri lavori in campagna.
Cuoglinar. Il nome è una forma sincopata delle parole “cogli-denari”. Coltivata sui pendii vicino al mare, quest'uva raggiungeva il punto di maturazione molto presto consentendo ai contadini di “raccogliere denari” in anticipo rispetto ai tempi di raccolta e commercializzazione delle uve da vino.
Miti e leggende
Le isole flegree un tempo erano chiamate “Pithecussae”, ovvero isole delle scimmie.
Il mito greco dice infatti che i Cercopi, due briganti di Efeso furono trasformati da Zeus in scimmie e esiliati nelle isole di Aenaria (Ischia) e Prochyta (Procida).
Un altro mito, sempre greco, racconta che Zeus sconfitti i due Titani, Tifeo e Mimante, per punizione li fece seppellire sotto due blocchi di roccia: precisamente, Tifeo sotto Ischia e Mimante sotto Procida. Probabilmente, questa era per i greci la ragione per cui la terra, a Ischia come a Procida, tremasse.
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