Bocci: «I grandi progetti
non nascono dall’individualismo»
di Ely Szajkowicz, Responsabile Comunicazione Assafrica & Mediterraneo
Due domande a...Corrado Bocci,
neo presidente di Assafrica & Mediterraneo
Operare
sui mercati esteri
per le imprese
spesso equivale
a trovarsi in una condizione di solitudine che di certo non facilita
il raggiungimento
di buoni risultati
Un’Associazione imprenditoriale
non nasce e vive
per valore intrinseco
a se stessa, ma per accrescere il valore dell’impresa sociale
Nell'attuale epoca del Web, che collega costantemente le reti relazionali di individui e business, gli imprenditori italiani che lavorano o vogliano lavorare sui mercati esteri spesso si trovano in una condizione solitaria che contraddice l'azione corale dei meccanismi delle Missioni e dei follow up.
Ma è davvero così?
Lo abbiamo chiesto al neo presidente di Assafrica & Mediterraneo Corrado Bocci, che lavora nei paesi dell'area di attività dell'Associazione, ma anche nei Paesi dell'Est.
Per un'impresa, specie di dimensioni medio-piccole, lavorare all'estero è una scelta delicata e il singolo imprenditore si trova spesso in una posizione soggettiva di difficoltà e solitudine, che può essere classificata in due tipologie.
La prima è la distanza dai moltissimi soggetti italiani, di ispirazione politica, che dovrebbero aiutare l'imprenditore attraverso la creazione di reti di informazioni che facilitino il nostro lavoro all'estero, ma che di fatto svolgono compiti diversi da quelli prefissati.
Il secondo tipo deriva dalla difficoltà di trovare colleghi imprenditori, a volte anche concorrenti, con cui costruire un progetto all'estero e quindi un forte sostegno reciproco.
Ci troviamo stretti da un lato dalla volontà e dalla necessità di diversificare il nostro mercato e dall'altro dalla difficoltà ad avere quell'efficace supporto di cui godono le imprese di altri Paesi, che beneficiano di istituzioni politiche forti e rappresentative e con grande attenzione alle istanze degli imprenditori.
Da questa combinazione di fattori scaturisce la condizione di solitudine delle imprese, soprattutto delle piccole e medie imprese, che devono farsi carico di rischi, strutture, costi e investimenti che la sinergia con altri colleghi renderebbe viceversa molto più semplice, economico ed efficace governare.
Questo secondo tipo di solitudine è più facile da annullare, perché ho spesso osservato che gli imprenditori italiani sono individualisti nel proprio paese ma diventano molto più disponibili all'estero, quando insieme si muovono per acquisire qualcosa che non appartiene né a loro né al collega concorrente, laddove in Italia difendono con passione e tenacia il loro spazio imprenditoriale per quanto ridotto possa essere, spesso dimenticando peraltro che a volte il valore di una quota-parte di un grande progetto può essere altamente superiore alla totalità di un progetto di minori dimensioni.
In tale contesto la crescente partecipazione degli imprenditori italiani alle Missioni imprenditoriali del Sistema Confindustria va letta e interpretata come segnale di interesse oppure come una risposta alle difficoltà e alla “solitudine” imprenditoriale?
Entrambe le cose.
In occasione della Missione Algeria del giugno scorso, cui ho partecipato come imprenditore e come presidente di Associazione, ho provato un forte senso di appartenenza alla Business Community di Confindustria, ad un'azione che aveva colto le esigenze degli imprenditori e che in quella occasione stava dando una risposta concreta.
Un'Associazione imprenditoriale non nasce ed esiste per valore intrinseco a se stessa, ma per risolvere i problemi dell'imprenditore associato e per accrescere il valore dell'impresa stessa, vero centro del Sistema, con la quale l'imprenditore si identifica nelle vicende e negli scopi.
Il suo compito primario penso debba essere quello di aiutare quegli imprenditori che hanno coraggio, creatività, capacità e volontà di fare - tutte qualità che hanno reso grande l'Italia e gli imprenditori italiani - a capire le situazioni all'interno delle quali meglio si può provare ad avere successo. Il lavoro sul campo di Assafrica & Mediterraneo inizia a missione conclusa, in un'ottica di sinergia e complementarietà non solo a Confindustria, ma anche alle Associazioni territoriali e di categoria del Sistema, aiutando l'imprenditore a conoscere gli strumenti per realizzare la sua idea imprenditoriale e mettendolo in contatto con il suo collega italiano che, nell'ambito di quello stesso progetto imprenditoriale, abbia un ruolo sinergico e strategico. Ogni impresa sarà quindi protagonista di una catena del valore la cui forza è data dalla sommatoria di tutti i soggetti che la compongono, creando un progetto unitario più ampio, che avrà più capacità di elaborare un piano finanziario di maggior respiro e minor costo e potrà disporre di capacità manageriali di livello, di cui difficilmente la singola piccola e media impresa può avvalersi.
Realizzare tutto questo significa creare valore e collegamenti sempre più estesi e trasversali tra imprese e realmente sistema.
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