libera Impresa
in libero Stato
L'Index of Economic Freedom rivela che l'Italia è all'ultimo posto tra i Paesi avanzati nella classifica della libertà economica. È questo il punto di partenza delle analisi e delle riflessioni che proponiamo all'attenzione del mondo delle imprese e dell'opinione pubblica, nell'ambito dell'annuale kermesse caprese dei Giovani Imprenditori di Confindustria.
I risultati di questo autorevolissimo indice internazionale fanno emergere il grande paradosso di cui soffre il sistema Italia: fare impresa - nel Paese con la più alta vocazione imprenditoriale d'Europa - è considerato quasi come un “male necessario”, piuttosto che come il più straordinario driver di sviluppo.
È necessario, dunque, ripensare il rapporto tra Stato e imprenditore, tra pubblico e privato. Come sembra indicare il Ministro dell'Economia Padoa Schioppa nel suo Libro Verde, è giunto il momento di fare scelte coraggiose e chiare, che liberino le energie degli italiani. Bisogna agire, innanzitutto, su alcuni capitoli-chiave: la scarsa qualità della spesa pubblica, l'eccessiva pressione fiscale, l'inefficienza delle Pubbliche Amministrazioni, una giustizia lenta ed “ingiusta”, la mancanza di certezze nel Paese ed in particolare al Sud, dove a cittadini e imprenditori vengono negati sempre più spesso “diritti” fondamentali.
Dal 1° gennaio 2008 l'Italia rischia di detenere l'infelice record della tassazione sulle imprese più alta d'Europa: scoraggiando l'attrazione di investimenti esteri, mortificando la nascita e la crescita delle nostre imprese e precludendo, infine, lo sviluppo del Paese per i prossimi anni.
Solo “liberando” l'Italia e le sue energie, definendo regole che incentivino la trasparenza dei comportamenti, rivedendo profondamente il rapporto tra fisco, spesa pubblica e investimenti possiamo costruire un futuro di sviluppo e benessere per il nostro Paese.
Garantire, diffondere, difendere la libertà economica è - oggi - la prima necessità del mondo dell'impresa in Italia.
Perché avere una “libera impresa in libero Stato” non rimanga, soltanto, un candido auspicio.
Matteo Colaninno, nasce a Mantova nel 1970, sposato, è Presidente Nazionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria e Vice Presidente di Confindustria.
È Vice Presidente del gruppo Piaggio, il più importante operatore nel mercato delle due ruote a livello continentale cui fanno capo alcuni tra i più prestigiosi marchi del settore, 7000 dipendenti, 7 stabilimenti e attività commerciali in oltre 50 paesi. Piaggio è controllata dalla IMMSI S.p.A. del cui consiglio di amministrazione Matteo Colaninno fa parte.
Dopo l'attività iniziale nel 1996 all'interno del gruppo Sogefi (componentistica auto) e l'importante esperienza professionale maturata nell'ambito del processo di ristrutturazione della Olivetti e della successiva OPA della stessa Olivetti su Telecom Italia, Matteo Colaninno si è dedicato alla gestione e allo sviluppo delle attività industriali e finanziarie che fanno capo alla holding di famiglia, Omniaholding S.p.A., di cui è Amministratore Delegato e Vice Presidente.
Nel 2001 è stato protagonista, insieme ad altri investitori, del rilancio di Banca Popolare di Mantova, diventandone Vice Presidente.
È inoltre membro dei consigli di amministrazione di RCN Finanziaria S.p.A., la holding della Rodriquez Cantieri Navali e di Risparmio e Previdenza S.p.A. (gruppo Cattolica Assicurazioni).
Ha ricoperto dal 2002 al 21 Aprile 2005 la carica di Vice Presidente Nazionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria e dal 2003 quella di Vice Presidente di “Yes for Europe”, la Confederazione Europea dei Giovani Imprenditori. |
La libertà economica - Libera impresa in libero stato - Programma del XXII Convegno di Capri 5-6 ottobre 2007 - Hotel Quisisana
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