Ancora lontana
la nuova legge urbanistica
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Ancora lontana
la nuova legge urbanistica
Le divergenze politiche rischiano di differire
di molto i tempi per l’approvazione della normativa
Antonio Lombardi
Presidente ANCE Salerno
Rischia di arenarsi nuovamente per divergenze politiche la nuova legge urbanistica, che il Parlamento non riesce a varare da ormai mezzo secolo.
Com'è noto i disegni di legge all'esame di deputati e senatori sono ben sei: di questi però soltanto due, quelli presentati dall'onorevole Mariani (Ulivo) e dal senatore Sodano (Rifondazione Comunista), sembrano poter contare sui numeri necessari per l'approvazione in aula.
Tuttavia l'iter parlamentare appare affatto agevole: proprio mentre sembrava cosa fatta l'approvazione del testo di legge dell'onorevole Mariani (peraltro concordato con diverse associazioni di categoria), redatto attingendo ampi stralci dal progetto redatto dagli onorevoli Lupi di Forza Italia e Mantini della Margherita, all'epoca del governo Berlusconi, mai approdato al voto assembleare, Rifondazione comunista ha imposto uno stop e una rivisitazione che rischia di protrarre ulteriormente il dibattito parlamentare.
La tematica è indubbiamente di grande rilevanza: la nuova legge urbanistica dovrà dettare i capisaldi degli interventi sul territorio fissando i criteri entro i quali dovranno poi muoversi, nell'ambito delle rispettive competenze, le amministrazioni locali. Un intervento di riforma, insomma, quanto mai necessario se si considera che gli enti locali continuano oggi a far riferimento a norme nate in contesti sociali, culturali, produttivi, profondamente diversi e legati fondamentalmente a necessità ed esigenze della ricostruzione post-bellica.
Il dibattito parlamentare, a seguito della proposta di Rifondazione comunista, rischia di arenarsi nuovamente giacché i due disegni di legge della maggioranza paiono ispirati a filosofie e criteri del tutto differenti e difficilmente conciliabili.
La proposta di legge presentata dalla parlamentare ulivista Raffaella Mariani presta grande attenzione alle infrastrutture della mobilità e dell'energia, ai beni culturali e all'ambiente e coordina, anche a livello operativo, gli interventi di tutti i soggetti titolari di funzioni amministrative. Mira dichiaratamente ad una sinergia tra pubblico e privato con sistemi di partenariato a regia pubblica attraverso procedure trasparenti, a tutela della concorrenza.
Grande rilevanza viene riservato al “sistema delle città”: il livello quantitativo minimo degli standard urbanistici viene superato per gettare le basi di nuovi criteri fondati sulla qualità degli interventi e quindi sulla loro effettiva qualità e rispondenza alle esigenze della collettività. Le norme prevedono altresì anche una più equa attribuzione dei diritti edificatori, attraverso quello strumento della perequazione urbanistica che, a livello nazionale, ancora non trova adeguata normazione. Il disegno di legge Mariani prevede per le pubbliche amministrazioni la possibilità di acquisire immobili non solo con l'usuale strumento dell'esproprio, ma anche con la perequazione. Di grande interesse è anche la parte che demanda al piano di governo del territorio (e quindi a Comuni e Province) il compito di stabilire l'edificabilità territoriale attribuita agli ambiti di trasformazione perequativa e l'obbligo di cessione degli immobili al comune per la realizzazione di dotazioni territoriali. Il diritto di edificabilità viene inoltre sottoposto a un termine di decadenza quinquennale, o comunque non superiore alla durata del piano operativo.
Di grande interesse è anche la parte relativa alla fiscalità urbanistica e immobiliare, che, pur demandando al governo il compito di emanare specifici decreti attuativi, stabilisce la necessità di favorire, anche attraverso una rivisitazione dei trasferimenti pubblici e della fiscalità locale, il recupero e il riutilizzo del patrimonio immobiliare esistente.
Ineluttabile, infine, la rivisitazione delle varie imposte legate ai trasferimenti immobiliari, con un vero e proprio meccanismo premiale proprio in favore delle trasformazioni urbanistiche e della riqualificazione urbana.
Dopo il confronto con sindacati e categorie sembrava che questo disegno di legge (già presentato sia alla Camera che al Senato) potesse approdare in tempi ragionevoli al voto: la nuova proposta presentata da Rifondazione comunista riapre la discussione, giacché pare ispirata a criteri e filosofie d'intervento radicalmente differenti. Il testo predisposto dal senatore Tommaso Sodano tralascia del tutto la fiscalità urbana e immobiliare finalizzate alla riqualificazione delle città, trascura i nuovi strumenti urbanistici (come i piani strutturali) e sembra insomma più ancorata al sistema dei vecchi piani regolatori. Il criterio fondante di questo disegno di legge è quello di tutelare il territorio evitando qualsivoglia intervento non preceduto da un'accorta analisi volta ad individuare soluzioni e ipotesi che guardino al recupero dell'esistente. Il privato, in questo disegno di legge, scompare da qualsivoglia meccanismo di compartecipazione operativa e anche finanziaria, per tornare a diventare mero esecutore.
Le divergenze sorte in seno all'attuale maggioranza rischiano purtroppo di differire, e non di poco, stante la manifesta divergenza dei due disegni di legge, i tempi per l'approvazione della normativa tanto più necessaria se si considera che ad essa compete anche il recepimento della direttiva 2001/42/Ce.
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