ARCHIVIO COSTOZERO

 
Cerca nel sito



Vai al numero in corso


  Dicembre 2012

Articoli n° 09
NOVEMBRE 2007
 


UNIONE DI caserta - Home Page
stampa l'articolo stampa l'articolo

Progetto Ri-energy: valgono oro gli scarti ortofrutticoli e i rifiuti

Inquinamento, la burocrazia non ascolta le ragioni delle imprese

Recupero e conservazione: il tecnico di cantiere va a scuola

Imprese turistiche, Cristoforo Coppola guida la sezione

Montezemolo: «Per il Sud serve un vero piano industriale»

Montezemolo: «Per il Sud
serve un vero piano industriale»


Al IX Forum della Piccola Industria Cicala lancia l’allarme: «Fate presto», dice.
Il ministro Visco accusa Bassolino: «Il problema non è il fisco, ma la classe dirigente».
E Cozzolino propone: «Una tassa di scopo al posto dell’Irap»

di Antonio Arricale


La Regione Campania sta verificando la possibilità di introdurre una tassa di scopo in luogo dell’addizionale Irap, per colmare il buco della sanità. L’annuncio è stato fatto dall’assessore regionale alle Attività produttive, Andrea Cozzolino, nel corso della giornata conclusiva del IX Forum della Piccola Industria, che si è svolta a Caserta, il 25 e 26 ottobre scorsi.
A lanciare il sasso nello stagno era stato il direttore generale di Confindustria, Maurizio Beretta, che intervistando in videoconferenza il viceministro dell’Economia Visco, aveva chiesto: «Siamo in Campania, una delle regioni (con Lazio e Sicilia) in cui le imprese sono costrette a pagare un balzello aggiuntivo perché non si riesce a tenere sotto controllo la spesa sanitaria: non la considera un’ingiustizia? Non crede che ciò finisca per vanificare gli effetti del taglio del cuneo fiscale?». Visco dapprima si è schermito: «É una norma introdotta con l’ultima Finanziaria del Governo Berlusconi: noi ci siamo limitati ad applicarla».
Poi, incalzato da Beretta, è andato giù duro senza risparmiare il suo compagno di partito, Antonio Bassolino: «Non è un problema di fisco; piuttosto di classe dirigente. Non si possono inseguire i conti: occorre riportare la spesa sanitaria a livelli accettabili». Sicché, quando è stato il suo turno, Cozzolino è tornato sull’argomento: «Il nostro piano di rientro dal debito, avallato dai ministeri competenti, sta sortendo effetti positivi: lo confermano i risultati della seconda verifica appena conclusa. In ogni caso, condivido le perplessità sull’addizionale Irap, perché le imprese non hanno alcuna responsabilità in merito. La nostra intenzione è sostituirla con una tassa di scopo generalizzata: stiamo cercando di capire se è possibile, perché potrebbero esserci problemi di ordine costituzionale».
L’Irap è stata nel mirino sin dalle prime battute del convegno, in particolare con la presentazione di uno studio di Giuseppe Corasaniti, docente di Diritto tributario all’Università di Brescia, che in materia di tasse ha spiegato molto bene (vedi scheda a parte) come si comportano gli altri Paesi. Anche quelli più vicini a noi. «Il problema è a monte - ha spiegato Corasaniti - in tutti quei Paesi si tassano solo gli utili effettivi. Da noi, con l’Irap, anche il costo del lavoro».
Lapidario il commento del numero uno della territoriale di Caserta, Carlo Cicala: «É la dimostrazione di quello che diciamo da sempre: nella sfida della competizione globale, le nostre imprese partono con l’handicap, costrette come sono a correre con una pesante palla al piede».

E se il futuro è nel fare – come con puntuale precisione è stato titolato il IX Forum – il presidente degli industriali di Caserta non ha avuto dubbi in proposito. Richiamando, infatti, il famoso quadro di Andy Warhol, conservato peraltro nella Reggia di Caserta, ha rivolto un accorato appello: «Fate presto!», ha detto. «Gli ostacoli che soprattutto gli imprenditori del Sud sono giornalmente costretti a superare finiscono per fiaccare anche le migliori intenzioni dei più coraggiosi».
Un concetto che rimarca con forza anche il presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, nel concludere una kermesse che, peraltro, ha registrato accrediti per oltre mille ospiti provenienti da tutt’Italia: «Il Mezzogiorno – ha detto – non è oggi un ambiente favorevole per iniziative imprenditoriali: gli investimenti diretti dall’estero nel Sud rappresentano lo 0,1% del Pil contro l’1,1% medio italiano (e oltre 3% di Francia e Regno Unito). Negli ultimi cinque anni c’è stata una fuga dal Sud di imprese a partecipazione straniera, calata di oltre il 20%. Su tutto ciò rischia di calare ancora una volta – ha concluso Montezemolo – la cortina del silenzio e della rassegnazione. Non lo consentiremo. Serve un vero piano industriale per il Sud».

Tasse, ecco che cosa avviene ad un’ora d’aereo da noi

Nel corso del IX Forum della Piccola Industria, il presidente nazionale Giuseppe Morandini ha declinato la parola competitività in varie lingue: spagnolo, tedesco, sloveno, tunisino, facendo corrispondere ad ogni lemma il tasso annuale di crescita di ciascuno di quei Paesi: 4,1%; 3,1%; 6,9%; 6%. «In Italia – ha detto Morandini – si naviga in ben altre acque: 1,7–1,9%». Conclusione: «Smettiamola di dire che va tutto bene. La politica alzi gli occhi, guardi quanto crescono gli altri e cominci a chiedersi il perché».
La risposta dei piccoli imprenditori – che hanno rivendicato orgogliosamente di rappresentare il 71% del Pil del Paese – è nei risultati di uno studio del professor Giuseppe Corasaniti, docente di Diritto tributario comparato dell’Università di Brescia, che rivela cosa accadrebbe se ai bilanci delle aziende nazionali si applicassero i sistemi fiscali di Stati concorrenti.
I bilanci presi in considerazione, sono quelli reali di tre piccole imprese del sistema confindustriale, con 45, 44 e 99 dipendenti a tempo indeterminato. I risultati sono impietosi. Ad esempio: rispetto ad un utile ante-imposta di 959mila 837 euro, in Italia con le aliquote del 2006 si pagano 401mila euro di tasse (pressione al 47,08%). In Germania quella stessa azienda ne pagherebbe 309mila (38,64%), in Francia 283mila (35,39%), in Slovenia 200mila (25%). Per non parlare della Tunisia, dove non si pagherebbe nulla perché fino al 2007 è in vigore un’esenzione totale per i redditi derivanti dalle esportazioni.
«Non la Cina o l’India – ha ammonito Morandini – ma Paesi a un’ora d’aereo, nei quali le nostre Pmi non avrebbero alcuna difficoltà a delocalizzare».

Download PDF
Costozero: scarica la rivista in formato .pdf
Novembre - 2.750 Mb
 

Cheap oakleys sunglassesReplica Watcheswholesale soccer jerseyswholesale jerseysnike free 3.0nike free runautocadtrx suspension trainingbuy backlinks
Direzione e Redazione: Assindustria Salerno Service s.r.l.
Via Madonna di Fatima 194 - 84129 Salerno - Tel. (++39) 089.335408 - Fax (++39) 089.5223007
Partita Iva 03971170653 - redazione@costozero.it