BON TON
Il Business in India
di Nicola
SANTINI
Nicola Santini è autore del libro Business+Etiquette.
Esperto di etichetta e bon ton per l'Italia e i Paesi del mondo, da anni tiene corsi in varie sedi di Confindustria e si occupa di consulenza per aziende ed enti. Per informazioni sui corsi di business etiquette: www.eredialtrono.com
L'attuale governo della Repubblica dell'India sta implementando largamente tutto ciò che riguarda il business internazionale, dalla privatizzazione alla liberalizzazione del commercio. È quindi abbastanza facile che l'atteggiamento delle persone che si incontrano per affari sia aperto alla collaborazione.
Come fare un'ottima impressione
Specie sul lavoro l'uomo indiano è familiare con l'abito occidentale, che alterna alla giacca Nehru, quella senza colletto. Nelle aree islamiche le donne si coprono i capelli con il velo e gli uomini disdegnano la cravatta, considerata un vezzo occidentale. Con i jainisti qualsiasi cosa in cuoio è bandita; perfino il cinturino dell'orologio. Qualsiasi forma di nudità (anche le spalle a vista) desta scandalo e in alcuni casi è addirittura proibita: p
antaloni corti, torso nudo ma anche camicie aperte sono da evitare.
Come ci si presenta e si saluta
Un microinchino a mani giunte accompagnato dalla parola “namasté” ha la doppia valenza sia per il nostro buongiorno che per l'arrivederci. Può capitare, in certe zone del sud, che a questo saluto la risposta sia un leggero sfioro del mento o delle mani: è l'equivalente di una benedizione alla quale non dovremmo mai sottrarci, senza però mai fare altrettanto. La stretta di mano occidentale è in voga tra uomini d'affari nelle presentazioni, insieme allo scambio dei biglietti da visita e ad un discreto sfoggio di titoli accademici, senza mai chiedere a quale casta appartiene il nostro interlocutore.
Parlando si sente spesso l'intercalare “acha”, paragonabile al nostro ok. Una curiosità: scuotere il capo ripetendo questa parola nel modo in cui gli italiani direbbero “no”, qui indica approvazione. Un modo diplomatico per comunicare che il discorso è chiaro ma non si è d'accordo è la nostra alzata di spalle: facciamo quindi attenzione a questi due gesti che in questo Paese assumono connotazioni molto diverse.
Incontri d'affari, conversazione e negoziazione
Poiché l'India è un Paese work-oriented, l'interlocutore indiano apprezza molto chi si dimostra impegnato e puntuale. Per puntualità si intende il rispetto di un appuntamento ma anche la tempestiva risposta ad un messaggio di posta elettronica o l'invio di un documento. Cartelle e oggetti si prendono sempre con la mano destra o con ambo le mani, la sinistra facciamo finta di non averla.
Le persone di diversa classe sociale non stabiliscono un contatto diretto con gli occhi. Inoltre, specie quando si discute un affare, è importante non avvicinarsi troppo fisicamente all'interlocutore, un braccio di distanza è lo spazio minimo.
Regole di etichetta a tavola
L'orario con il quale ci si mette a tavola in India varia a seconda della zona: il pranzo si serve tra le 12 e 30 e le 14; la cena tra le 18 e 30 e le 20. Se l'invito è a casa ci si toglie le scarpe prima di entrare. Non è raro ricevere un regalo dal padrone di casa in segno di ringraziamento per aver accettato l'ospitalità: il regalo si prende con due mani e ci si prodiga in ringraziamenti. Se siamo noi a dare un regalo non offendiamoci se chi lo riceve ringrazia ma non lo apre in nostra presenza: è segno che il nostro pensiero ha più valore dell'oggetto materiale.
La buona abitudine di lavarsi le mani prima di mangiare, qui è una regola con un perché in più: in molte zone, e in particolar modo nel Sud, non ci sono le posate ma si mangia con le mani. Anche in questo caso si usa solo la destra perché, teoricamente, la sinistra per loro si usa solo per le azioni più umili come lavarsi.
Con le prime tre dita della mano si prende il cibo dal piatto comune e lo si porta alla bocca.
Nei ristoranti per uomini d'affari e in quelli degli alberghi, ovviamente, la situazione è identica alla nostra, ma è bene sapere come funziona, visto che può capitare di fare la cosa sbagliata. Non esiste praticamente un posto d'onore, ma esiste la consuetudine di far sedere gli ospiti prima dei locali. Molto spesso si pasteggia sedendo a terra.
Con gli indù non si mangia la carne bovina, con i musulmani la carne suina. Nel dubbio, la scelta di un buon ristorante vegetariano è sempre la soluzione migliore. |