ARCHIVIO COSTOZERO

 
Cerca nel sito



Vai al numero in corso


  Dicembre 2012

Articoli n° 8
ottobre 2006
 


credito e finanza - Home Page
stampa l'articolo stampa l'articolo

Gli aiuti al capitale di rischio nelle PMI

IFRS 3: la contabilizzazione dell’operazione di fusione

Fiscalità di vantaggio: un’altra ricetta magica per il Sud


FiscalitÀ di vantaggio: un’altra ricetta magica per il Sud

Marco FIORENTINO

Da sola non basta se mancano i tre pilastri fondamentali per il rilancio socioeconomico: Legalità, Infrastrutture e Finanza

Un aspetto centrale per il rilancio del Mezzogiorno è l’aumento del suo Pil, perchè solo se c’è produzione c’è ricchezza

Il problema del ritardo del Mezzogiorno penso possa tranquillamente essere definito come il tema più trattato, l'impegno più solennemente professato in ogni atto di politica economica e industriale del nostro Paese, dall'unità d'Italia sino ad oggi.
Per non parlare della letteratura, che ha analizzato la "Questione Meridionale" da ogni possibile punto di vista, riempiendo intere biblioteche.
E tutti non possiamo che concordare sulla delicatezza del tema e sulla correttezza delle sue tante analisi, come non possiamo non convenire che si debba trovar soluzione, anche perché i rischi di default sociale del Mezzogiorno (per colpa anche dell'accentuarsi del fenomeno della "fuga dei migliori", sotto il profilo delle conoscenze e dell'intraprendenza) sono diventati effettivamente seri e immanenti, con conseguenze che possono colpire l'intero Paese.
Tralasciando il merito storico-culturale del ritardo del Sud, di competenza degli studiosi della "Questione Meridionale", un aspetto è sicuramente centrale per il rilancio del Mezzogiorno: l'aumento del suo Prodotto Interno Lordo, della ricchezza annualmente prodotta sul territorio.
Questa impostazione pare preferibile, perché libera la discussione dai tanti luoghi comuni sulle ingiustizie subite e dai correlativi alibi, arrivando al cuore del problema: se c'è produzione, c'è ricchezza e quindi benessere.
Di recente, in perfetta sintonia con la cattiva abitudine nostrana di pensare di risolvere problemi strutturali, quasi in un'ottica di mistica divinatoria, attraverso la semplice citazione di particolari parole (liberalizzazioni, privatizzazioni, federalismo, discontinuità, ed altre), si sta consolidando il convincimento che lo sviluppo produttivo del Mezzogiorno si possa realizzare facendo ricorso alla cosiddetta "Fiscalità di Vantaggio".
Concepita in questi semplici termini, la soluzione ipotizzata non solo non tiene in alcun conto le esperienze del passato, ma nella sostanza si presenta del tutto inefficace.
Nel passato, infatti, la politica ha fortemente pescato nella fiscalità agevolata per far partire il Sud, senza alcun risultato apprezzabile.
Basti pensare alla famosa legge 64, che prevedeva addirittura l'esenzione dalle imposte per le nuove imprese, dove si è assistito ad un clamoroso e oneroso fallimento progettuale (si ricordano le famose cattedrali nel deserto mai partite o le filiali di multinazionali vissute 10 anni e chiuse al termine della moratoria fiscale).
Né è andata meglio con i recenti crediti d'imposta sulle assunzioni o sugli investimenti, che, seppur tecnicamente corretti, sono stati del tutto inadeguati al raggiungimento di up side macroeconomici strutturali, quali l'aumento del PIL o degli indici di benessere.
Il motivo dell'inefficacia è uno solo: la fiscalità di vantaggio nel Mezzogiorno non è la soluzione. É semmai un'agevolazione che può migliorare uno scenario di base, ma non cambiarlo radicalmente. Può ad esempio, migliorare la competitività, sempre che venga riversata sui prezzi o sugli investimenti, ma non può supplire a carenze strutturali.
É difficile immaginare che la fiscalità possa sviluppare un'economia se il territorio di riferimento non è pronto. Il fisco è quindi un lievito importante di PIL, quando gli ingredienti di base sono presenti.
Il Mezzogiorno, di contro, ha prioritariamente bisogno di tre fondamentali pilastri per costruire il proprio rilancio socioeconomico: Legalità, Infrastrutture e Finanza.
Legalità, intesa non solo quale difesa dalla microdelinquenza o dalle "tasse di territorio", ma anche come rimedio al dumping commerciale, fiscale e previdenziale, operato ai danni di contesti imprenditoriali virtuosi, perché è impensabile che lo stato attuale di tutela del diritto al Sud possa consentire di realizzare qualcosa. Tra l'altro, la certezza e la tutela del diritto sono indispensabili, se si vogliono veramente richiamare sul territorio investimenti dall'esterno.
Maggiori e migliori infrastrutture, sia tecniche che tecnologiche, appaiono anch'esse necessarie, poiché, pur a parità di qualità di prodotto, i ritardi logistici e informatici che il Sud sconta (si pensi alla Salerno-Reggio Calabria), determinano a carico delle imprese meridionali oneri impropri rispetto agli altri operatori, che scaricano i loro effetti sui margini di profitto o sulla capacità di essere competitivi.
Ed infine, è necessaria la Finanza vera, non quella rappresentata da fidi di vecchia concezione, ipergarantiti da decine di fideiussioni a condizioni nettamente peggiori di quelle di cui imprese, di pari rischio banca, godono altrove, e che, tanto per cambiare, appesantiscono i conti e le capacità di concorrenza.
Occorre quindi, al di là di ogni strumento retorico (Banca del Sud o similari), un sistema creditizio che incentri l'analisi sulle capacità progettuali dell'impresa e delle sue prospettive di sviluppo, che proponga forme di assistenza finanziaria basate sull'oggetto dell'utilizzo, piuttosto che sul soggetto utilizzatore (finanza di progetto, private equity, ecc.), che apra il mondo imprenditoriale del Sud agli infiniti mercati del capitale.
Le tre componenti hanno ovviamente la medesima priorità e vanno soddisfatte contemporaneamente ed è questo che, in sostanza, le associazioni di categoria, gli operatori dovranno, con forza, chiedere alla Politica: non soluzioni taumaturgiche dall'alto, né modelli industriali universali, ma raggiungimento dei presupposti (legalità - infrastrutture - finanza) per l'impresa, lasciando a quest'ultima il compito di creare ricchezza.
Solo dopo che i presupposti d'impresa si saranno configurati, avrà senso parlare di fisco, o anche di previdenza di vantaggio, quale moltiplicatore strutturale di PIL.
Ed a quel punto, mi pare evidente come meno rilevante si presenterà la discussione sugli strumenti operativi (meno IRES - meno IRAP - meno contributi - persino gabbie salariali) utilizzabili nel concreto: il territorio sarebbe pronto a qualunque di essi.

Dottore Commercialista
marcofiorentino@studiofiorentino.com

Download PDF
Costozero: scarica la rivista in formato .pdf
Ottobre - 2.050 Mb
 

Cheap oakleys sunglassesReplica Watcheswholesale soccer jerseyswholesale jerseysnike free 3.0nike free runautocadtrx suspension trainingbuy backlinks
Direzione e Redazione: Assindustria Salerno Service s.r.l.
Via Madonna di Fatima 194 - 84129 Salerno - Tel. (++39) 089.335408 - Fax (++39) 089.5223007
Partita Iva 03971170653 - redazione@costozero.it