UniversitÀ e impresa: un’opportunitÀ di sviluppo
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Ricerca pubblica
e trasferimento tecnologico
Mario RAFFA
Spin-off di ricerca e vendita di brevetti richiedono cambiamenti forti che prefigurano un’istituzione universitaria sempre più imprenditoriale
In Italia si sono sviluppate negli ultimi anni iniziative volte a favorire la nascita di nuove imprese basate sugli spin-off accademici
Nell'ultimo decennio la distanza tra l'Università, i centri pubblici di ricerca e il mondo imprenditoriale si è significativamente ridotta.
Gli utilizzatori dei risultati della ricerca sono sempre più attenti ai luoghi di produzione della conoscenza, e questi ultimi hanno un interesse crescente a trasferire i risultati a possibili utilizzatori. L'Università e i centri pubblici di ricerca, detentori di idee, tecnologie e conoscenza, stanno diventando sempre più soggetti promotori di politiche di sostegno e formazione all'imprenditorialità. E tutto questo nell'ambito di sistemi più ampi che comprendono gli incubatori, le imprese, le banche, le società di venture capital, i parchi scientifici e tecnologici e i vari enti territoriali.
Il trasferimento dei risultati della ricerca e la loro valorizzazione da parte delle imprese e di altri utilizzatori richiede il superamento di barriere di tipo legale, organizzativo, culturale e finanziario. É questo il fenomeno del trasferimento tecnologico, che presenta una serie di complessità tipiche dei fenomeni di gestione dell'innovazione. Le Università stanno oggi dedicando un crescente impegno, in termini di uomini e di risorse, ai processi che sono a valle dell'attività di produzione della conoscenza: dallo sviluppo di nuovi prodotti, alla individuazione di nuove forme organizzative e gestionali per supportare il processo di sfruttamento commerciale dei risultati della ricerca. E sono questi compiti che si allontanano dal ruolo che nel passato hanno prevalentemente svolto.
L'intensificazione dei rapporti con le imprese, l'attivazione di rapporti sempre più forti con il territorio capaci di favorire lo sviluppo attraverso la generazione di imprenditorialità innovativa, la nascita di spin-off di ricerca e/o la vendita di brevetti, richiedono dei forti cambiamenti istituzionali e normativi che prefigurano un'istituzione universitaria sempre più "imprenditoriale". Il passaggio dalla produzione e diffusione della conoscenza alla commercializzazione dei risultati della ricerca richiede una politica sistematica di supporto alle attività business-oriented quali il sostegno procedurale per la pre-incubazione e l'incubazione di nuove imprese start-up, la messa a punto di norme legali e di regolamenti interni che tutelino la proprietà intellettuale e facilitino la brevettazione dei risultati e l'utilizzo di strumenti finanziari progettati su misura. Gli imprenditori di provenienza accademica, a differenza di tutti gli altri imprenditori, presentano una minore propensione al rischio, una minore attenzione al mercato e meno pronunciate caratteristiche manageriali.
Nonostante questi "limiti", anche in Italia si sono sviluppate negli ultimi anni iniziative volte a favorire la nascita di nuove imprese basate sugli spin-off accademici. Sono nate iniziative come le Start Cup, ovvero delle Business Plan Competition che mirano a trasformare le buone idee provenienti dalla ricerca in imprese di successo. Tutte queste azioni mirano a potenziare le caratteristiche di leadership dei possibili imprenditori, il loro orientamento al rischio, all'innovazione e alla creatività, attraverso corsi sull'imprenditorialità basati su training e modelli formativi multidisciplinari, con un approccio olistico teso a favorire lo sviluppo delle abilità e delle professionalità imprenditoriali. Per fare il punto su queste tematiche presso la Città della Scienza di Napoli è stato organizzato a fine aprile da Pni Cube, con il supporto operativo di Campania Start-Up, Odisseo e Officina di Economia, il Workshop nazionale "Start-up, spin-off, incubatori ed idee di business: Esperienze e testimonianze nelle Università italiane". Al workshop hanno partecipato più di 120 persone, in rappresentanza del mondo accademico, delle imprese, di enti e di associazioni. Circa il 50% dei partecipanti proveniva dal mondo accademico, mentre l'altro 50% dalle imprese e dal mondo della ricerca. Queste presenze sono indicative del lavoro svolto negli ultimi anni nelle Università italiane, e del rapporto che l'Università ha stabilito con il mondo imprenditoriale.
La nascita nel mese di novembre 2003 di AIU (Associazione Incubatori Universitari), e nel 2004 di PNI Cube (Associazione delle Business Plan Competition locali) ha portato alla diffusione in ben 21 università italiane di pratiche di spin-off e start-up da ricerca.
Queste iniziative hanno interessato, sebbene in misura diversa, studenti, dottorandi, laureati e anche il personale tecnico-amministrativo. Il personale coinvolto appartiene ai tre Poli che costituiscono l'ateneo napoletano (Polo delle Scienze e delle Tecnologie, Polo delle Scienze Umane e Sociali, Polo delle Scienze e delle Tecnologie per la Vita), mostrando così che i saperi riconducibili sia al filone umanistico che a quello scientifico sono egualmente importanti per lo sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali. Si faceva prima riferimento alle ricerche per monitorare l'evoluzione del fenomeno imprenditoriale all'interno delle università. Per chiudere, quindi, vorrei riportare i risultati di una ricerca in corso, che ha analizzato le caratteristiche dei 54 gruppi che nelle quattro edizioni della Start Cup Federico II, dal 2003 ad oggi, hanno svolto tutte le fasi che portano dall'idea alla nascita dell'impresa. Le attitudini che questi gruppi possiedono, evidenziano anche quali sono gli atteggiamenti imprenditoriali e non.
Emerge quindi come la barriera finanziaria sia quella più difficile da superare. Dato positivo è che proprio a questi aspetti il Pni Cube e tutti noi stiamo dedicando una grande attenzione. Questa costituisce, per molti versi, la prossima sfida del nostro lavoro.
Direttore Start Cup Federico II
raffa@unina.it |