UniversitÀ e impresa: un’opportunitÀ di sviluppo
Il mercato del Lavoro della Piana del Sele
Ricerca pubblica e trasferimento tecnologico
EuroMedSys, un progetto per lo sviluppo nel Mediterraneo
Il mercato del Lavoro
della Piana del Sele
Gianluigi COPPOLA
Uno studio pilota per elaborare efficaci
strategie di intervento finalizzate
a migliorare l’occupabilità dell’area
I tassi più elevati di esclusione
dal mercato
del lavoro riguardano le persone giovani senza esperienza
Nei mesi scorsi si è concluso il progetto COMMENT (la COnoscenza come Motore del CambiaMENTo). Tale progetto, finanziato dal Fondo Sociale Europeo, è stato realizzato da un ampio partenariato avente come capofila la Provincia di Salerno, e di cui facevano parte la Camera di Commercio, la Confindustria di Salerno, l'associazione "La Tenda", La società VILA s.r.l., e il CELPE (Centro di Economia del Lavoro e di Politica Economica) che ne ha curato la direzione scientifica. Uno degli obiettivi del progetto era l'elaborazione di una metodologia diretta a studiare le dinamiche della domanda e dell'offerta di lavoro locale al fine di elaborare strategie di intervento finalizzate a migliorare l'occupabilità dell'area. A tale scopo è stato realizzato uno studio pilota avente come caso studio il mercato del lavoro della Piana del Sele. É stata analizzata sia l'offerta di lavoro attraverso lo studio dei dati del Centro per l'Impiego di Battipaglia, sia la domanda di lavoro delle imprese attraverso la somministrazione di un questionario ad un campione di 100 imprese non agricole di tale territorio. I risultati ottenuti sono interessanti e sono riportati in un volume pubblicato dalla Provincia di Salerno.
In particolare, per quel che concerne la domanda di lavoro, è stato rilevato che nel corso del 2005 solo il 14% delle imprese intervistate ha assunto nuovo personale. Il 58,8% del personale richiesto ha riguardato la categoria di operai e personale generico ed il 14,7% la qualifica di quadro, funzionario o impiegato. Relativamente bassa è stata la domanda per apprendisti, mentre è risultata essere quasi assente quella per dirigenti.
La maggior parte del personale è stato assunto a tempo indeterminato (54,6%) anche se sono presenti i lavoratori a progetto (12,1%) ed altre forme contrattuali (15,1%), mentre risulta completamente assente il lavoro interinale. Inoltre, la quasi totalità delle imprese ha assunto personale a tempo pieno (93,9%). Il part-time riguarda, infatti, solo il 6,1% delle assunzioni.
La maggior parte degli assunti ha conseguito il diploma di scuola media superiore (63,7%), il 21,2% ha frequentato la scuola dell'obbligo e solo il 15,2% è in possesso di un titolo universitario. Nel corso del 2005, gli imprenditori hanno assunto prevalentemente lavoratori con età compresa tra i 25 e 39 anni (51,5%) e tra i 30 e 34 anni (24,3%). Il restante 15,2% dei nuovi occupati ha un'età superiore ai 35 anni. Gli occupati di età inferiore ai 24 anni rappresentano soltanto il 9,1%. Una lettura speculare di questo dato permette di desumere che i tassi più elevati di esclusione dal mercato del lavoro riguardano le persone giovani, molto probabilmente prive di qualsiasi esperienza lavorativa, e coloro che superano i quaranta anni di età. La conoscenza di una lingua straniera non appare particolarmente rilevante, visto che è un requisito richiesto solo al 15,7% del personale assunto. Queste statistiche sembrano essere in sintonia con la bassa qualificazione richiesta, confermata anche dalla scarsa conoscenza informatica di cui risulta privo oltre la metà degli assunti (65,2%). A conferma dell'elevato tasso di disoccupazione femminile nell'area geografica di riferimento, il 75,8% degli assunti sono uomini e solo il 24,2% donne.
Una parte del questionario conteneva quesiti riguardanti le caratteristiche del personale che le imprese prevedevano di assumere nel corso dell'anno 2005. A tal riguardo si evidenzia che le imprese non hanno incontrato particolari difficoltà nel reperire le figure professionali necessarie. Infatti, l'83,8% delle imprese intervistate ha dichiarato che le figure professionali che hanno assunto non sono state di difficile reperimento. Ciò può essere spiegato con il basso profilo richiesto dalle imprese stesse e con l'ampia disponibilità di forza lavoro dell'area. Tuttavia, esiste un 16,2% delle imprese che incontra difficoltà nel trovare personale per due ordini di motivi. Il primo è la mancanza della qualifica professionale necessaria (83,3%). Il secondo motivo, addotto dal restante 17,7% delle imprese, consiste nell'impossibilità da parte delle imprese stesse di soddisfare le richieste retributive di coloro che offrono lavoro. Il 66% degli imprenditori preferisce assumere lavoratori provenienti da una area geografica ben specifica. I motivi prevalenti sono due: migliorare la condizione occupazionale dell'area (56,6%) e ridurre i costi di trasporto e di alloggio del personale (30,30%). Non influisce sulla scelta la presenza di una scuola professionale esistente nel territorio dove ha sede l'impresa. Il 35% degli imprenditori è disposto ad assumere lavoratori extracomunitari. Tuttavia, questo dato varia da settore a settore. É nota, ad esempio, la presenza diffusa di extracomunitari nell'agricoltura e nell'industria agricola.
Le imprese che non hanno cercato lavoratori, hanno argomentato tale scelta adducendo motivazioni diverse. Il 54% delle imprese considera il proprio organico già al completo ed un altro 12,16% addirittura in esubero. Le restanti imprese del campione non cercano nuovo personale a causa delle difficoltà derivanti dalle incertezze del mercato (21,6%) o per l'elevato costo del lavoro (5,4%). Solo il 2,7% del campione denuncia difficoltà derivanti dal reperimento della manodopera richiesta. Il canale prevalente per la ricerca dei lavoratori rimane la conoscenza diretta (78,6%) o le segnalazioni da parte di conoscenti e/o fornitori (21,4%).
Sulle possibili nuove assunzioni, gli imprenditori esprimono preferenze per personale appartenente a ben definite classi di età. In particolare, le imprese prediligono persone che rientrano nelle classi di età più giovani, preferibilmente in quella compresa tra i 25 e i 29 anni. I motivi prevalenti di tale scelta sono una maggior affidabilità e la possibilità di usufruire di vantaggi contributivi (16%).
Anche se l'analisi condotta è stata di natura sperimentale, essa dimostra in modo chiaro il proprio potenziale informativo. Tale tipo di indagine, estesa su una più vasta scala, potrebbe infatti fornire informazioni utili per interventi di policy diretti a migliorare le condizioni del mercato del lavoro della provincia di Salerno.
Ricercatore Università degli Studi di Salerno
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