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  Dicembre 2012

Articoli n° 5
GIUGNO 2006
 

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Pianificazione territoriale
e tempi delle imprese

Il Piano Urbanistico
della cittÀ di Salerno

Di padre…in meglio: quando
il passaggio generazionale diventa un’impresa

Le rivoluzioni
in tema di successione nelle imprese

Il passaggio generazionale nelle imprese familiari

Pianificazione territoriale
e tempi delle imprese

Lo sviluppo locale deve passare attraverso azioni che esaltino settori peculiari come il turismo

Per rimboccarsi le maniche,
non è necessario attendere il completamento del processo di pianificazione

di Vito SALERNO

cstozeroAd Augusto Strianese, Presidente della Camera di Commercio di Salerno, abbiamo chiesto di fare il punto sullo stato di salute dell’economia salernitana.

Dal punto di vista dell'economia, come definirebbe la provincia di Salerno?
Da qualche anno, nei Rapporti annuali che presentiamo in occasione della Giornata dell'economia, la provincia di Salerno viene definita un'area a "modernità ancora incompiuta". È una definizione che viene attribuita ai territori con forti potenzialità di sviluppo frenate da vincoli non ancora rimossi. Si rileva, infatti, la presenza di fenomeni comuni alle aree più sviluppate, come la riduzione e l'invecchiamento della popolazione, un elevato indice di urbanizzazione e un processo di terziarizzazione evidente e progressivo, contestualmente ai problemi strutturali di crescita tipici del Meridione, quali un alto indice di disoccupazione, scarsa internazionalizzazione, terziario di tipo tradizionale, forte e frenante presenza della burocrazia. La provincia di Salerno si presenta come un sistema articolato, con aree diversificate che danno vita a più sistemi locali, oggetto del vivace dibattito in corso sul Piano Territoriale Regionale.

Com'è articolato, in sintesi, questo Piano?
Il PTR, nelle intenzioni della Giunta Regionale, disegna una Campania sempre più plurale con nove ambienti insediativi, microregioni aventi comuni caratteristiche fondamentali, e quarantacinque sistemi locali di sviluppo, suddivisi in sistemi a dominante Naturalistica, Rurale-Culturale, Rurale-Industriale, Sistemi Urbani, Urbano-Industriale e Paesistico-ambientale e Culturale, sulla cui individuazione è necessaria una rapida valutazione e partecipazione da parte degli enti territoriali locali, in particolare, la redazione del programma di sviluppo rurale 2007-2013 prevede, già nelle linee europee, il coinvolgimento, fra gli altri, delle "forze economiche e sociali", nella logica della programmazione partecipata. Dai documenti regionali emerge, poi, il disegno dei sistemi infrastrutturali e delle attrezzature di rilevanza sovraregionale e regionale, a cominciare dal settore dei trasporti, con la conferma del sistema aeroportuale a tre poli, Napoli, Grazzanise e Pontecagnano, un aspetto non secondario, anzi strategico per lo sviluppo del territorio salernitano.

Come valuta complessivamente il processo di pianificazione in atto?
Dal punto di vista della Camera di Commercio, quale Casa delle imprese e dello sviluppo, nel registrare l'anomalia di un mancato coinvolgimento, almeno finora, non possiamo non mettere in evidenza quanto pesi il fatto che, ancora oggi, debbano essere stabiliti gli obiettivi di assetto e le linee principali di organizzazione del territorio regionale, nonché le strategie e le azioni volte alla loro realizzazione. Solo dopo una convinta condivisione del quadro di riferimento potrà, e dovrà, avviarsi senza ulteriori perdite di tempo quella "pianificazione parallela", che rende autonomo il processo di pianificazione degli enti minori rispetto a quelli sovraordinati, nel rispetto delle Linee Guida. Nelle intenzioni del Governo regionale, il PTR deve avere un «carattere strategico, tale da essere inteso come ricerca di campi progettuali, di indirizzi per l'individuazione di opportunità utili alla strutturazione di reti territoriali tra gli attori istituzionali e tutto ciò allo scopo di programmare interventi». Se non avessimo seguito il lungo lavoro degli ultimi anni finalizzato alla approvazione del PTR, potremmo recriminare con più forza sull'atmosfera da anno zero che pervade la materia, anche perché tutto questo lavoro è solo la base per la elaborazione da parte delle Amministrazioni provinciali dei Piani Strategici di Sviluppo Provinciale. Viene da chiedersi, inoltre, come tutto questo si ponga nei confronti dei pur previsti Sistemi Turistici Locali, o dei Distretti Rurali, o delle altre configurazioni e organizzazioni territoriali finalizzate allo sviluppo.

Uno scenario complesso, insomma, dai contorni ancora incerti. E intanto?
Come abbiamo più volte ribadito, i sistemi locali non competono più in base al principio che lo sviluppo di un territorio dipende dalla presenza di determinati fattori di produzione, dalla dotazione di risorse naturali e/o da particolari condizioni politiche-economiche. I vantaggi competitivi dipendono principalmente da una serie di fattori di contesto, oltre le infrastrutture, quali: le relazioni banche-imprese, il dinamismo delle imprese, la concertazione fra gli attori locali dello sviluppo, il dialogo e la sinergia operativa costante fra Istituzioni, la valorizzazione del territorio attraverso azioni appropriate di marketing. Le traiettorie di sviluppo della nostra provincia, quindi, prevedono la formazione e l'implementazione di un sistema a rete per collegare i nodi presenti sul territorio (infrastrutture, logistica, trasporti, imprese, relazioni sociali) superando le delimitazioni amministrative tra comuni e integrando le competenze delle diverse istituzioni. Ne consegue quindi che, per rimboccarsi le maniche, non è necessario attendere il completamento del processo di pianificazione, da cui peraltro estrarremmo un riferimento di contesto che riteniamo utile, ma non propedeutico alle iniziative da avviare con l'urgenza indotta dal dinamismo che contraddistingue l'economia moderna. Lo sviluppo locale deve passare attraverso azioni che vanno oltre la mera produzione ai servizi, integrando le attività settoriali ed esaltando alcune componenti, come il turismo, che trovano nel territorio più ampie condizioni di base per diventare trainanti delle altre. In assenza di un quadro programmatorio di sviluppo, invece, continua la polverizzazione delle iniziative da parte di una miriade di soggetti, comprese le singole associazioni di categoria per le quali è forte, ovviamente, la preoccupazione di cadere nell'immobilismo in attesa di conoscere in quale direzione strategica debbano essere concentrati gli sforzi di tutti. Anche nelle more di una pianificazione compiuta a livello regionale e provinciale, riteniamo tuttavia possibile e opportuno l'avvio di un processo di sintesi nelle strategie settoriali ed una convergenza che porti all'integrazione ed alla sinergia operativa per il conseguimento di obiettivi di alto livello.

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