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  Dicembre 2012

Articoli n° 5
GIUGNO 2006
 

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Dema Group,
passione e coraggio oltre l’impresa


di Vito Salerno


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Un'azienda del Mezzogiorno che crede nell'innovazione e opera nel settore delle tecnologie di avanguardia: è il ritratto del gruppo Dema. Il gruppo opera nel campo della progettazione aeronautica ed è in forte crescita industriale, supportato da un modello di sviluppo orientato all'innovazione, alla ricerca e alla internazionalizzazione. Il fatturato, nel 2005, è stato di 12 milioni di euro (8 milioni nel 2004, 4 nel 2003). Il Gruppo ha un organico di 200 unità lavorative e si proietta a fine anno a raggiungere i 250 dipendenti ed un fatturato di circa 18 milioni di euro, con un piano che prevede entro il 2011 l'impiego di ben 600 persone. Dema Group è uno dei partner strategici di Finmeccanica, tra le prime aziende al mondo nel settore aerospaziale, impegnato nei programmi aeronautici più importanti nel contesto internazionale, quali il Boeing 787 e l'Airbus A380. Contratti ed attività industriali sono in corso con gli spagnoli della EADS CASA, con i gruppi della Bombardier, della Bell Helycopter e della Pratt & Whitney in Canada. Il portafoglio ordini pianificato per i prossimi 10 anni è di oltre 150 milioni di euro. Per conoscere meglio l'azienda e cercare di cogliere qualche segreto del suo successo, abbiamo incontrato Paolo Bellomia, Vice Presidente del Gruppo. L'ingegner Bellomia, 56 anni, con alle spalle esperienze in IBM-Selfin e Siemens, è componente del direttivo della sezione metalmeccanici dell'Unione Industriali di Napoli e delegato all'internazionalizzazione ed anche membro dell'Associazione Italiana Industrie per l'Aerospazio, i Sistemi e la Difesa (AIAD). Di recente, ha partecipato alla missione in Messico, coordinata dall'AIAD, di 14 imprese del settore aerospaziale appartenenti ad alcuni dei bacini nazionali più significativi.

Ci racconta, ingegnere, la storia del Gruppo Dema?
Dema nasce a Pozzuoli nel 1993, da una scommessa di un giovane manager, Vincenzo Starace, che decide di partire con altri tre soci e un capitale di appena 10 milioni di euro. Oggi il trentaseienne imprenditore, vincitore dell'ultima edizione del Premio Marrama, è l'amministratore unico della Dema. Dalla nascita dell'azienda fino ai nostri giorni è stata una storia di successi costruiti sulle capacità, la professionalità, l'intuito, la fantasia e il duro e costante lavoro. Un fattore determinante che ha favorito la crescita è stato il solido rapporto concretizzato con Finmeccanica. La partnership con Alenia e le altre imprese facenti parte di Finmeccanica ci ha consentito di acquisire il know how tecnologico essenziale per lo sviluppo in un comparto competitivo e ad alta intensità innovativa. Successivamente sla società aderisce al CISI Campania nel comprensorio del Business Innovation Center posizionato nell'area dell'ex stabilimento Olivetti di Pozzuoli. Nel 1999 il gruppo cresce e si sviluppa localizzandosi anche nel polo industriale di Somma Vesuviana su un'area di tremila metri quadri. Con l'apporto di risorse pregiate, ad elevato contenuto tecnologico, ed operatori cresciuti professionalmente nella FAG Italia spa, alla progettazione si aggiungono la produzione meccanica, la lavorazione della lamiera, i trattamenti termici e i montaggi aeronautici. Nel 2002 il gruppo si amplia ulteriormente con l'apertura di una sede di progettazione a Piacenza, ponendosi in posizione strategica per gestire le attività con le aziende clienti del Nord Italia. Sempre nel 2002 nasce la Divisione Elettronica ed Automazione nel sito storico di Pozzuoli, attraverso il quale, abbiamo consolidato il nostro posizionamento anche in aree tradizionalmente delicate, come il settore militare. Nel 2004 iniziamo la produzione di componenti aeronautici in materiale composito inserendo nel gruppo le attività industriali della CAM ubicata a Paolisi (BN). Sempre nel 2004 si avvia il processo di internazionalizzazione con l'apertura della Dema Aeronautics Inc a Montreal in Canada. Nel 2005 vengono potenziate le capacità di ingegneria e progettazione al nord Italia con l'apertura di una sede a Gallarate (Va). Nel 2006, abbiamo ampliato la nostra capacità produttiva con un nuovo stabilimento nell'area industriale di Brindisi. Entro il 2008 prevediamo di raggiungere quota 320 dipendenti e 30 milioni di euro di fatturato. A tutto ciò, un ulteriore grande valore aggiunto è la nascita, nel 2006, della società consortile ARTEMA (Aria-Terra-Mare). Questa rappresenta il polo industriale di Somma Vesuviana, che oggi ha l'ambizione di presentarsi da protagonista nella competizione internazionale. Il polo è costituito dal Gruppo Dema, dalla multinazionale Keiper e dalla società VLF rispettivamente indirizzate verso l'avionica, l'industria del trasporto e la meccanica di precisione. ARTEMA, che conta su un organico di 450 dipendenti, 60000 mq tra spazi coperti e scoperti, ha un fatturato di 60 Mln di euro e si propone come partner ai grandi gruppi nazionali ed esteri, dalla progettazione alla produzione nei settori dell'avionica, del ferroviario, dell'auto e delle navi.

Ci svela qualche segreto di un successo tale che "Il Sole24Ore" vi ha classificato nel 2005 fra le aziende emergenti più interessanti?
Le tecnologie innovative, la ricerca, la formazione del personale, un'organizzazione piatta, flessibile e veloce, un management di alto profilo e grande esperienza, l'utilizzo delle provvidenze riservate al mezzogiorno, usate come mezzo per crescere e non come fine economico, sono alla base di questo modello di impresa. In un contesto ricco di storia e tradizione come quello campano, ci siamo imposti nel settore aerospaziale, come azienda innovativa di grande rilievo grazie all'interpretazione della forma di sviluppo più integrata: la verticalizzazione, che ci consente di curare il processo completo, dalla progettazione alla industrializzazione, alla produzione. In questo modo l'azienda, che non lavora più sul singolo pezzo, ma sull'intero particolare di volo, può garantire qualità, rispetto dei tempi e costi meno elevati. Il gruppo Dema può rappresentare il nuovo modello che potrebbe portare le imprese del Mezzogiorno d'Italia a quei risultati sperati ma mai realizzati. Un'impresa con questi requisiti e questi concreti progetti di sviluppo, anche se posizionata nel Mezzogiorno d'Italia, diventa di sicura attenzione per venture capital o gruppi finanziari che vogliono investire in Italia, partecipando al capitale di rischio di imprese che abbiano queste caratteristiche.

In quali progetti di ricerca siete impegnati attualmente?
L'impegno nella ricerca e nell'innovazione per noi è sempre stato un must. Abbiamo progetti approvati e finanziati dal ministero della ricerca e dal ministero delle attività produttive per oltre 10 Mln di Euro. Il nostro obiettivo è l'evoluzione di forme di aggregazione pubblico-private con CNR ed Università, per raggiungere un utilizzo completo del sapere scientifico, applicabile in tempi brevi ai bisogni industriali, per poter essere sempre più competitivi. I progetti più importanti ad ora in essere sono: lo studio di pannelli acustici in materiale composito per l'insonorizzazione di alcune parti delle gondole motore; le tecnologie innovative per la deformazione a caldo di lamiere di Titanio (Hot Forming e Super Plastic Forming) per la produzione di componenti aeronautici; il progetto "multifunctional aerospace structures". L'obiettivo del primo progetto di ricerca, svolto in collaborazione con Pratt & Whitney, CRIAQ e Sherbrook University in Canada, è quello di studiare, sperimentare e realizzare pannelli in materiale composito fibrorinforzato utilizzando tecnologie e processi altamente sofisticati e complessi. Il prodotto della ricerca, dopo essere stato industrializzato, è destinato ad essere assemblato sui velivoli di ultima generazione. Il secondo progetto consiste nel realizzare componenti aeronautici complessi, perché aventi piccole curvature. L’obiettivo è la risoluzione ottimale delle problematiche di processo e progettuali derivanti dall'utilizzo del titanio stampato. Oggi in Europa non esistono medie aziende in grado di sviluppare in modo soddisfacente processi di questo livello. Il progetto M.A.S., infine, si fonda sul concetto di multifunctional structures e rappresentano un modo nuovo di concepire la realizzazione di satelliti e di strutture aeronautiche. L'aspetto chiave di tale tecnologia è rappresentato dal criterio progettuale di includere in un'unica struttura le funzioni attualmente distribuite in più sottosistemi, acquisendo vantaggi di minor peso e maggiore affidabilità a livello di integrazione fra parti strutturali e sistemi opto-elettronici per la trasmissione di segnali. Stiamo inoltre portando avanti il progetto sui materiali intelligenti, che hanno cioè proprietà di autodiagnostica attraverso l'inserimento all'interno dei materiali di fibra ottica, che dà informazioni in real time per monitorare e prevedere il comportamento del materiale.

Come si combina un elevato livello tecnologico con il fattore umano?
Quando le strategie aziendali diventano complesse e le dinamiche del mercato sempre più imprevedibili, nascono nuove esigenze progettuali, ma i progetti devono essere gestiti e la gestione è un mestiere da reinventare giorno dopo giorno. Ma se approccio scientifico e dotazione tecnologica sono la porta che si dischiude su nuove prospettive, la chiave per aprirla è fatta di risorse umane e di passione. Il lavoro per noi è l'ambito nel quale si realizza la personalità dell'uomo e si valorizza il suo straordinario ingegno. Nella nostra strategia di impresa, abbiamo coniugato in maniera assolutamente sinergica e naturale, la continua spinta all'innovazione e la centralità della persona come soggetto dotato di autonomia, responsabilità, grandi capacità proprie e passione. In questo ambito la fantasia, l'intelligenza, le idee innovative, le competenze, cioè la storia dell'uomo del sud, possono e devono condurre alla creazione di un sistema che può ambire a diventare di riferimento internazionale. Nel Gruppo "il compito di pensare", il think tank, è al centro di ogni sviluppo: l'innovazione del sistema delle idee è assolutamente inserita tra strategia e risultati dell'impresa. Il vero modello innovativo è nella capacità creativa ed intuitiva, che deve essere il punto di partenza di un processo industriale molto complesso e concreto che, per essere trasformato in un prodotto o in una attività innovativa e vincente sul mercato, necessita di applicazione, metodo e grande impegno; naturale conseguenza è la formazione delle proprie risorse.

A tal proposito, a quale modello formativo vi ispirate?
Il futuro e la crescita reale dell'impresa si basa proprio sullo sviluppo del serbatoio di giovani, oggi il patrimonio più grande della nostra terra. Essi devono essere affiancati opportunamente a persone dalla consolidata esperienza, per essere resi velocemente operativi e per poterne esaltare le qualità in un processo di formazione continua. Il concetto del team, l'inserimento in uno scenario non più locale ma globale, il senso di appartenenza ad un gruppo, la condivisione delle conoscenza e delle informazioni, il supporto reciproco nella risoluzione dei problemi complessi sono alla base del nostro modello formativo dell'uomo Dema. Il progetto di un nuovo percorso formativo con l'istituto tecnico E. Majorana, ubicato a soli 100 metri dall'azienda DEMA, già a partire dal IV anno, si inquadra perfettamente in questo modello strategico. Il percorso formativo che abbiamo concordato con la preside Teresa Iannelli e con i suoi professori, in particolare con Beniamino Santorelli, esperto in microtecnologie, ha alla base i nuovi materiali compositi e le relative tecnologie di produzione. Un progetto per dare fiducia a giovani che non immaginavano di poter avere a pochi passi dalla scuola un'opportunità formativa del genere. Questa nuova frontiera tecnologica la si rende esplorabile se si inizia a compiere un percorso specifico che sappia coniugare, sin dagli ultimi anni della scuola superiore, tre diverse branche del sapere scientifico, materiali compositi, optoelettronica e nanoelettronica, mettendo quindi in grado i giovani studenti di essere preparati alle sfide professionali del futuro. Ecco perché il corso, dedicato alle classi IV e V dell'istituto tecnico Majorana, è strutturato in modo tale da condurre gradualmente gli studenti verso l'acquisizione di nozioni rispondenti agli obiettivi del progetto di integrazione scuola-industria. Le visite in azienda consentiranno ai giovani studenti di familiarizzare con l'ambiente industriale e di osservare da vicino le tecniche di produzione avanzate per materiali compositi. Durante il secondo anno, la Dema coinvolgerà la classe nei propri progetti di ricerca, anche affidandole il compito di eseguire misure e test di prova. Alla fine del biennio, gli alunni più meritevoli svolgeranno un periodo di stage in azienda. Poter sviluppare una proficua collaborazione sullo stesso territorio tra scuola ed industria può essere il primo step per iniziare a parlare di un sistema del territorio, su cui poter puntare. Infatti, oggi la competizione non è più tra aziende, anche molto grandi, ma tra sistemi. Per sistema intendiamo il territorio nel suo complesso, composto da industrie, scuole, pubblica amministrazione e finanza. Basta osservare quanto accaduto in Francia, nell'area di Tolosa, grande quanto la Campania, dove un sistema assolutamente organizzato e funzionante ha portato quella regione ad essere protagonista del sistema aerospaziale mondiale.

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