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  Dicembre 2012

Articoli n° 5
GIUGNO 2006
 

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La ricerca territoriale a supporto delle politiche di sviluppo locale

Vittorio PARAVIA

Lo sviluppo economico del salernitano dipende da quanto la Città capoluogo sarà capace di essere “aperta” e moderna



Il prossimo esennio (2007/13) vedrà la forte concorrenza nell'assegnazione dei fondi da parte dei Paesi nuovi entranti e per questo motivo uno spostamento dell'asse di sostegno dal Mediterraneo all'Europa continentale. L'Area Euro-Mediterranea è di fronte a una nuova e, forse, decisiva sfida di sviluppo. Se ne parlerà in luglio a Palermo, in occasione dei festeggiamenti del cinquantenario di ISIDA, la più antica scuola di formazione italiana. La SDOA è stata invitata a parteciparvi e il suo contributo alla discussione sarà il frutto di una intensa attività di ricerca, analisi e studio territoriale che partita nel 1999 con il Laboratorio per l'Innovazione e lo Sviluppo del Sistema Imprenditoriale Locale, è proseguita con l'esperienza dell'I.T.A.T. - Istituto per il Turismo e l'Analisi del Territorio -, producendo almeno due significative pubblicazioni: “Le coalizioni territoriali per lo sviluppo in provincia di Salerno: l'esperienza dei Patti Territoriali”(2001) e “Turismo e Territorio: un'analisi economico-quantitativa della provincia di Salerno”(2004). I risultati delle ricerche rilevano una proliferazione di iniziative locali spesso sovrapposte e concorrenti, un approccio empirico nell'individuazione degli ambiti di area e una costante individuazione del turismo come unico strumento di crescita imprenditoriale ed economica del territorio. Da qui la consapevolezza di fare un passo avanti e di mettere a punto strumenti di analisi quali-quantitativi per identificare i confini e le linee di programmazione, nonché il miglior utilizzo degli strumenti strategico-finanziario a partire dai Progetti Integrati. Dal quadro di analisi è emersa una situazione salernitana interessante e contraddittoria che sarebbe il caso di approfondire soprattutto in vista della nuova stagione amministrativa che si inaugurerà nel Comune Capoluogo, in quanto è proprio dalla Città di Salerno che deve partire l'input, l'orientamento strategico di fondo sul quale definire i percorsi di crescita per l'intero territorio provinciale. Nelle prima ricerca abbiamo analizzato e valutato i risultati di ben 9 Patti Territoriali su un'area provinciale di poco più di un milione di abitanti, articolata in 158 Comuni, ai quali si affiancano ben 12 Comunità Montane, senza contare i Patti tematici, i programmi europei per lo sviluppo dell'economia rurale Leader I, II e Plus che hanno dato vita ai G.A.L., i progetti Urban, i PRUSST, i Contratti di programma, di area e persino di quartiere, gli Accordi di programma, le Intese istituzionali di programma, i vari Protocolli d'Intesa e per finire le Conferenze di Servizi e i SUAP. Nella seconda ricerca, invece, ci siamo soffermati sullo strumento dei PIT, tematici e di filiera. In merito alla progettazione integrata, la Regione Campania ha approvato 51 PIT, di cui ben 15 riguardano aree ricompresse nel territorio provinciale salernitano, cui si aggiungono sei Progetti Integrati Rurali. La Provincia di Salerno coordina i Tavoli di concertazione e ricopre il ruolo di capofila in 4 P.I., oltre a coordinare tutta l'attività di progettazione e attuazione dei sei P.I.R. e del P.R.U.S.S.T. che riguarda le aree del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano e la Città di Salerno; partecipa ai Tavoli di concertazione di tutti gli altri P.I., dei Patti territoriali e tematici ancora in essere; infine ha assunto partecipazioni e svolge un ruolo primario nella gestione delle agenzie di promozione locale nate in questo periodo.
Ci troviamo di fronte ad un affollamento istituzionale e di strumenti, tanto che ogni tanto si invoca la costituzione di una nuova "cabina di regia". Il primo step dell'indagine ha portato alla luce cinque elementi fondamentali: a) la proliferazione di progetti locali per lo sviluppo e di soggetti intermediari della programmazione e della gestione degli interventi; b) la predominanza di soggetti pubblici nella promozione e gestione dei progetti e degli interventi con conseguente sovrastrutturazione dei livelli di governance; c) la focalizzazione su turismo e risorse endogene e, contemporaneamente, lo scarso rilievo strategico per la nuova industrializzazione, i settori innovativi, l'attrazione degli investimenti e le reti trasnazionali; d) l'approccio tradizionale e conservativo nella definizione degli ambiti di intervento e una eccessiva segmentazione del territorio; e) il pericolo di dispersione delle risorse finanziarie e la mancata valorizzazione dei bacini di conoscenza presenti sul territorio. Nel secondo step di analisi abbiamo cercato, con un approccio metodologico multidisciplinare e quantitativo, di verificare l'effettiva vocazione turistica delle aree sub provinciali oggetto di programmazione valutando la capacità attrattiva e ricettiva delle stesse, segmentando il territorio e procedendo all'individuazione delle linee di sviluppo più adatte alle caratteristiche socioeconomiche delle singole aree. L'I.T.A.T. ha messo a punto un modello di analisi per definire gli elementi di base di un piano di marketing strategico di area in linea con gli indirizzi di programmazione politico-istituzionale. La metodologia si articola in: 1) verifica della programmazione di area e analisi qualitativa dei risultati strategici programmati attraverso la ricerca-azione e l'analisi SWOT; 2) definizione delle caratteristiche strutturali del sistema locale e misurazione del potenziale attrattivo dello stesso in termini generali e turistici attraverso l'elaborazione di indici sintetici di attrattività; 3) analisi della domanda mediante l'utilizzo di tecniche di segmentazione; 4) analisi dei bisogni interni del territorio espressi attraverso indagini campionario su target residenti; 5) analisi di posizionamento dell'area rispetto a località-territori concorrenti, nazionali e internazionali. I risultati della ricerca ci consentono di affermare che lo sviluppo economico del salernitano dipende, a nostro avviso, dalla soluzione strategica di altrettante richieste del territorio e dalla costituzione intorno alla Città capoluogo di un'Area Metropolitana che qualifichi Salerno come città moderna con forte vocazione a scambi commerciali e culturali, eccellente in specifici settori della conoscenza tecnologica, manageriale e interculturale, pertanto attrattiva per investimenti produttivi di alta qualità e per la capacità di sfruttare in termini commerciali il vantaggio competitivo di posizione geografica verso i Paesi Terzi Mediterranei. I problemi di dislocazione dei servizi, di riqualificazione urbana e ristrutturazione industriale, di redistribuzione del carico demografico e di concentrazione degli investimenti per promuovere i flussi turistici in aree specifiche e del territorio e di valorizzazione delle potenzialità ambientali della parte interna per il rilancio del settore primario e per insediare nuovi impianti di produzione energetica alternativa, sono connessi al ruolo che il Capoluogo vorrà assumere: città aperta che coordina tutti gli interventi territoriali che riguardano la provincia o soggetto municipale dal profilo tradizionale, chiuso all'interno della sua superficie istituzionale di competenza.

*Presidente Fondazione Antonio Genovesi - SDOA - sdoa@sdoa.it

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