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  Dicembre 2012

Articoli n° 5
GIUGNO 2006
 

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CONFINDUSTRIA CAMPANIA

L’intervista LUIGI NOCERA - i punti chiave
della nuova politica di gestione dei rifiuti


L’intervento LUCIANO MORELLI - I rifiuti in Campania
sono un problema civile e sociale, non tecnico


L’intervista DONATO CEGLIE - il nuovo codice ambientale ci espone a sanzioni

Tutti chiamati a raccolta
per l’emergenza infinita

Il problema dei rifiuti in Campania risiede soprattutto nella mancata attuazione del Piano

a cura di Simona Cuzzola, Gaia Longobardi e Mariarosaria Zappile

dossier01
Confindustria Campania: proposte
L'analisi della storia dell'emergenza rifiuti indica che le carenze non sono proprie della pianificazione, ma della attuazione. L'Adeguamento del Piano Rifiuti del 10 marzo ripropone azioni già pianificate nel 1997 (ATO, Termovalorizzatori) e peraltro mai messe in atto. Il Problema dei Rifiuti si interseca con i temi di fondo Mercato, Infrastrutture, Rapporti con la Pubblica Amministrazione, Comunicazione. Il sostanziale ritardo nella realizzazione del Piano è da ricercarsi nelle insufficienze in ciascuna di queste materie.
- Mercato: la soluzione monopolistica non si è rivelata la migliore.
- Infrastrutture: è stata focalizzata l'attenzione su quelle della parte centrale del ciclo.
- Rapporti con la PA: si è registrata una sostanziale divergenza di intenti tra le Amministrazioni Locali e il Commissariato.
- Comunicazione: non è stata curata verso il pubblico di riferimento costituito dalla cittadinanza che è stata facile preda di azioni demagogiche.
Auspichiamo che vengano poste in atto tutte le azioni necessarie a chiudere il ciclo integrato dei rifiuti e a preparare e attuare l'uscita dall'emergenza:
- Comunicazione Ambientale, diretta sia agli opinion leaders che alla cittadinanza.
- Raccolta Differenziata, rivedendo e razionalizzando i sistemi di raccolta, potenziando i sistemi di selezione, favorendo i processi di recupero di materia.
- Termovalorizzatori.
- Impianti per trattare la frazione organica.
- Impianti per i rifiuti industriali.
- Impianti per i rifiuti sanitari.
Non trascurando Bonifiche e ripristino.
Confindustria Campania collabora con le Istituzioni preposte e le forze sociali al fine di:
- sostenere le iniziative volte alla prevenzione e minimizzazione della produzione dei rifiuti;
- favorire l'avvio e lo sviluppo della raccolta differenziata;
- valorizzare e integrare le attività esistenti di recupero e di riciclaggio dei materiali e promuoverne lo sviluppo nell'ambito del ciclo integrato dei rifiuti;
- promuovere interventi di prevenzione e di gestione dei rifiuti speciali, e in particolare quelli di origine industriale, prodotti nella regione;
- attivare, in collaborazione con le Amministrazioni Pubbliche interessate, iniziative di coinvolgimento dei cittadini, a garanzia di trasparenza nella gestione e l'esercizio di impianti di trattamento di rifiuti (iniziative "impianto a porte aperte");
- promuovere azioni di divulgazione che facciano comprendere che un corretto sistema di gestione rifiuti non può tralasciare la fase del recupero energetico attraverso la termovalorizzazione.
Adeguamento del Piano Regionale dei Rifiuti (10 marzo 2006 - Ordinanza n. 77 Commissario di Governo per l'Emergenza Rifiuti in Regione Campania).
Le successive modifiche ed integrazioni del Piano del '97 hanno confermato le scelte strategiche: incentivazione Raccolta Differenziata, selezione dei rifiuti indifferenziati e successivi recupero energetico delle frazioni combustibili e smaltimento in discarica dei materiali non utilizzabili. Sono stati realizzati 7 impianti di selezione. Sono stati avviati i lavori di 2 termovalorizzatori (Acerra e S.Maria la Fossa). Si è fatto ricorso a trasporti rifiuti fuori regione. Il Piano ha incontrato: difficoltà gestionali collegate all'affidamento del servizio di trattamento e smaltimento della frazione a valle della raccolta differenziata ad un soggetto unico; difficoltà nella realizzazione impiantistica; insufficienti risultati della Raccolta Differenziata; difficoltà nel superare l'eccessivo frazionamento nella gestione locale del ciclo dei rifiuti; difficoltà nella localizzazione degli impianti a supporto del ciclo (compresi quelli a supporto della raccolta differenziata); mancata costituzione degli Ambiti Territoriali Ottimali. L'attuale produzione di rifiuti è aumentata in termini assoluti (da 2.598.562 tonnellate anno nel 2000 a 2.756.081 nel 2004) e in termini relativi (da 449 t/persona nel 2000 a 478 t/persona nel 2004). La Raccolta Differenziata si è attestata al 13 % nel 2004 (Bn 9%, Na 10%, Ce 10%, Av 17% Sa 20%). La revisione modifica ed integra le parti IV, V, XIV e XVI del piano vigente.
L'Adeguamento del Piano:
- conferma la scelta strategica del trattamento di tutta la frazione indifferenziata raccolta, e i 7 impianti di selezione esistenti, che devono essere ristrutturati per favorire il recupero delle frazioni recuperabili e ridurre lo smaltimento in discarica;
- istituisce 1 ATO per Provincia; la Provincia di Napoli ha 3 subATO (vedi tabella);
Ciascun ATO deve raggiungere entro il 31 dicembre 2007 il 35% di RD nonché raggiungere l'autosufficienza del ciclo integrato entro 3 anni dalla sua costituzione.


La Regione:
- definisce le modalità amministrative e operative di costituzione e funzionamento degli ATO, le modalità di trasferimento all'Ente di Gestione degli ATO della titolarità dei beni e degli impianti realizzati con fondi regionali e/o europei;
- nelle more dell'attivazione degli Enti di Gestione degli ATO, la Regione è Committente del Servizio di trattamento/smaltimento del rifiuto indifferenziato. Per il DL 245/2005 è il Commissario di Governo che, per conto della Regione, procede all'individuazione dei nuovi affidatari del servizio sulla base di procedure accelerate di evidenza comunitaria;
- definisce le modalità di collaborazione tra Enti di Gestione ed i Soggetti di interesse Pubblico;
- promuove l'affidamento in gestione degli impianti e, ove occorre, la progettazione e realizzazione degli impianti a supporto del sistema di trattamento, inclusi i termovalorizzatori.
La Consulta di cui all'art.1 D.L.245/ 05: approva la definizione del numero di impianti e la loro ubicazione; può definire procedure di armonizzazione per il rientro nell'ordinaria gestione. A tale scopo può costituire un comitato tecnico con rappresentanti della Regione e delle Province i cui lavori dovranno essere conclusi entro 3 mesi (giugno 2006).
Le Province, entro 30 giorni (aprile 2006):
- individuano zone idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento e recupero dei RU;
- predispongono un piano provinciale di gestione dei rifiuti;
- individuano forma e modi di cooperazione tra gli enti locali dell'ATO, l'Ente responsabile del coordinamento, le forme di vigilanza e controllo del servizio di gestione dei rifiuti.
In caso di inadempienza, il Presidente della Giunta Regionale esercita i poteri sostitutivi, nominando un commissario ad acta.
La dotazione Impiantistica prevede:
A livello ATO: impianti per il recupero dei materiali provenienti dalla RD, impianti di trasferenza per i RU indifferenziati, impianti di trasferenza per i rifiuti provenienti dalla RD, impianti per il trattamento dei RU indifferenziati e la produzione di combustibile. A livello comprensoriale (più ATO): Termovalorizzatori. A livello regionale: impianti per lo smaltimento. Gli impianti di recapito dei rifiuti urbani indifferenziati risultano coincidenti con gli attuali impianti di selezione dei rifiuti. I termovalorizzatori previsti sono 3: S. Maria La Fossa (per subATO 1 e ATO4), Acerra (per SubAto 2, ATO5 e ATO6), Nuovo (per subATO 3 e ATO 7). I siti di smaltimento (Discariche) sono individuati a livello regionale. Gli Impianti per il trattamento della frazione organica sono 10 (di cui 3 in esercizio, di pot complessiva 30.000 t/anno, 3 in realizzazione per tot 92.000 t/anno, 4 in approvazione, per tot 43.000 t/anno).
Tariffe per il ciclo dei rifiuti e incentivazione alla Raccolta Differenziata.
Attualmente sono a carico dei Comuni: (tariffa per il gestore del ciclo+contributo per il Commissariato per l'incentivazione della RD + contributo ai comuni sede di impianti + penalità per il mancato conseguimentolivelli RD). I Gestori degli ATO possono determinare un contributo aggiuntivo di max 10% tariffa gestore per la realizzazione nuovi impianti (comprese le aree di trasferenza ed impianti di trattamento e recupero per le frazioni provenienti da RD). La Tariffa Gestore Impianti sarà determinata a seguito gara di appalto. La Regione può istituire un contributo da destinare ad attività di monitoraggio, controllo, erogazione di misure incentivanti, nonché per la realizzazione di impianti di trattamento, recupero e smaltimento rifiuti in ambito regionale di max 15 euro/t.
Situazione e prospettive
La produzione di RSU in Campania è ca 7.550 t/g per totali 2.750.000 t/anno. Considerando una Raccolta Differenziata al 10% residuano 2.470.000 t/a, che diventano 1.000.000 t/a CDR(40%) + 975.000 t/a FOS(40%) + 495.000 t/a sovvallo (20%). Al momento ci sono circa 5.000.000 t di CDR stoccato che arriveranno a ca 7.000.00 t al 31 dicembre 2007, data in cui la RD dovrà essere al 35%. Le variabili sono la percentuale di Raccolta Differenziata e la Potenzialità dei Termovalorizzatori. Ammettendo che 3 Termovalorizzatori entrino in funzione nel giugno 2008 e abbiano una potenzialità complessiva di 1.500.000 t/a, superiore alla produzione annua di CDR, ci sarebbe possibilità di smaltire il CDR stoccato pregresso in 8-10 anni 2016/2018. In alternativa si potrebbe smaltire fuori regione il CDR accumulato. Una soluzione ragionevole potrebbe prevedere entrambe le opzioni.
Il quadro normativo vigente è costituito essenzialmente da:
- Decreto Legislativo 152/2006
- Legge Regionale 10/93
- Piano Regionale per lo Smaltimento dei Rifiuti in Campania 1997
- Piano Stralcio per i rifiuti speciali da attività produttive e di servizio 2001
- Adeguamento del Piano Regionale Rifiuti del marzo 2006 (Ordinanza 77)
La legge delega è in corso di attuazione con la pubblicazione dei relativi decreti attuativi ed è in itinere una nuova legge regionale in materia di gestione, trasformazione e riutilizzo dei rifiuti.
Rifiuti industriali
I rifiuti speciali sono soggetti ad una elevata mobilità, sono prodotti da un'ampia e differenziata articolazione di enti, sono soggetti ad un'elevatissima dispersione di materiali, pericolosità, caratteristiche fisiche e chimiche, sono trattati di fatto in modo estremamente parcellizzato e non sempre trasparente, hanno costi di smaltimento significativi e rappresentano un business assolutamente non trascurabile. La messa sotto controllo di tali flussi incontra interessi piuttosto consistenti. Si tratta di un settore di grandissimo interesse per la criminalità organizzata. Per la soluzione delle problematiche dei rifiuti industriali Confindustria Campania ha stipulato un Accordo di Programma con il Ministero dell'Ambiente, il Ministero delle Attività Produttive, la Regione Campania, Unioncamere Campania, il Commissariato di Governo per l'Emergenza Rifiuti in Campania.
Il Piano per lo Smaltimento dei Rifiuti Industriali prodotti in Campania
Già la LR 10/93 individuava tra gli obiettivi da perseguire nel Piano di Smaltimento dei Rifiuti la riduzione progressiva della quantità ed il miglioramento della qualità dei rifiuti speciali e/o tossici e nocivi, da perseguire anche attraverso direttive alle aziende pubbliche e private per la riqualificazione dei cicli produttivi e tecnologici ed indicava la politica del pareggio tra la quantità dei rifiuti prodotti e quella trattata e smaltita in Campania. Prevedeva, infine, la realizzazione di Piattaforme integrate di trattamento dei rifiuti tossico-nocivi e di origine industriale. Il Piano Regionale per lo Smaltimento dei Rifiuti in Campania del 1997 valutava una quantità complessiva di rifiuti industriali prodotti in Campania da un min 1.000.000 tonnellate/anno ad un max di 3.300.000 tonnellate/anno e prevedeva di costruire un'unica Piattaforma polifunzionale per il trattamento di tutti i rifiuti speciali prodotti in regione. Sulla base di tale scelta di piano nel luglio 1999 fu firmato un Accordo di Programma tra Confindustria-Federindustria Campania, Ministro dell'Ambiente, Ministro dell'Industria, Commissario delegato Presidente della G.R. Campania. L'Accordo prevedeva la realizzazione della Piattaforma con il coordinamento di Federindustria che ha assicurato la formazione di un Consorzio di operatori con capitali interamente privati. Il Piano stralcio per i Rifiuti Speciali del 2001 prevede di implementare un'impiantistica di gestione ed un'impiantistica di smaltimento per una produzione di rifiuti industriali posta a base del Piano di 1.300.000 tonnellate/anno.
La complessità del sistema di gestione dei rifiuti speciali nasce dalla prevalenza del ciclo raccolta trasporto stoccaggio smaltimento fuori regione che genera una difficoltà per le istituzioni a controllare i flussi, le classificazioni, le destinazioni finali e costi elevati per le imprese produttive, sviluppo di forme non regolamentari e spesso illegali di smaltimento.
I criteri di base sono:
- riduzione della movimentazione dei rifiuti;
- utilizzo della movimentazione su ferro o su strade di gerarchia superiore;
- minimizzazione dell'impatto ambientale;
- utilizzo delle BAT;
- massimizzazione del recupero e del riciclaggio.
Gli Impianti di smaltimento da realizzare dovranno garantire un ciclo di gestione il più chiuso possibile (senza significativi flussi di materiali in uscita verso altri impianti, soprattutto se fuori del territorio regionale). Si rende necessario realizzare una piattaforma di trattamento composta da:
- trattamento integrato per rifiuti solidi liquidi e fangosi, pericolosi e non, comprendente trattamenti di tipo chimico-fisico-biologici, essiccamento, inertizzazione;
- discarica tipo 2C;
- discarica tipo 2B;
- incenerimento con recupero energia;
- compostaggio;
- criteri di localizzazione;
- impianti di trattamento termico, impianti di stoccaggio e trattamento, impianti di recupero: in Aree Industriali;
- impianti di discarica: in zone non soggette a vincoli e con punto di scarico rifiuti a distanza non inferiore a 2000 m da insediamenti residenziali, Scuole, Ospedali (escluse case sparse).
L'Accordo di Programma per il Trattamento dei rifiuti speciali di origine industriale della Regione del 14 aprile 2005
Confindustria Campania si è impegnata direttamente a coordinare le azioni delle proprie rappresentanze territoriali verso:
A) Prevenzione - Iniziative di comunicazione e di pubblicizzazione della certificazione ambientale, anche interagendo con la Pubblica Amministrazione affinché l'adesione a tali procedure possa dar luogo a benefici per le imprese che le abbiano adottate; sostegno dei principi e pratiche di ecosostenibilità attraverso le nuove tecnologie; contribuire alla realizzazione di studi e ricerche sulla ecosostenibilità; l'incremento del riutilizzo dei beni, del riciclaggio dei rifiuti e del recupero energetico dai rifiuti; la qualificazione del sistema industriale di riutilizzo di beni e del recupero dei rifiuti.
B) Gestione dei Rifiuti - Coordinare le iniziative industriali costituenti la Piattaforma Polifunzionale integrata Campana secondo le linee indicate dal Piano Stralcio per i rifiuti speciali di origine industriale; fornire alle PA ogni informazione utile al perseguimento dell'obiettivo del minore impatto ambientale; promuovere presso i propri iscritti l'adesione ad accordi volontari al fine di migliorare gli impatti ambientali delle attività; supportare iniziative finalizzate a migliorare le conoscenze sulla produzione dei rifiuti speciali in Campania; supportare i propri associati con assistenza tecnica e legale finalizzata ad ottemperare alle disposizioni della normativa vigente ed a perseguire l'obiettivo della gestione ottimale dei rifiuti; presentare al Ministro dell'Ambiente ed al Commissario delegato, entro tre mesi dalla stipula dell'accordo, il progetto esecutivo delle opere e degli impianti costituenti la Piattaforma Polifunzionale Campana; sottoporre i progetti degli impianti costituenti la Piattaforma a procedure VIA; sottoporre gli impianti della Piattaforma a certificazione ambientale (es. ISO14000, EMAS); impegnare i propri associati a ridurre il conferimento alle discariche; verificare, d'intesa con la Regione Campania ed il Commissario delegato la possibilità di attivazione di LSU/Progetti di pubblica utilità connessi con la realizzazione e gestione degli impianti costituenti la Piattaforma; realizzare studi e ricerche e attivare sperimentazioni, anche in accordo con enti pubblici e privati , per la riduzione della produzione di rifiuti e la messa a punto delle migliori pratiche di gestione degli stessi; attivare, di concerto con il Commissario delegato, una "Borsa mercato dei rifiuti speciali recuperabili"; approntare, entro il termine di quaranta giorni dalla stipula dell'accordo, uno studio di mercato, sottoponendolo all'approvazione del Ministro dell'Ambiente e del Ministro delle Attività Produttive, finalizzato ad individuare le possibilità di massimizzazione del riutilizzo, del riciclaggio e del recupero dei rifiuti speciali (con particolare riferimento a imballaggi secondari e terziari; gestione dei rifiuti da veicoli fuori uso; gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche); istituire un Osservatorio delle Autorizzazioni, avente anche funzioni consultive, inteso ad ottimizzare le iniziative imprenditoriali nel settore; definire linee guida e meccanismi di certificazione supportati da accordi volontari in grado di ridurre gli impatti potenziali dei rifiuti speciali.
C) Informazione - Concorrere mediante azioni di divulgazione agli obiettivi di Raccolta Differenziata, in collaborazione con le Pubbliche Amministrazioni interessate e coinvolgendo i propri associati; attivare, in collaborazione con le PA interessate, iniziative di coinvolgimento dei cittadini, a garanzia di trasparenza nella gestione delle attività connesse con la realizzazione e l'esercizio dell'impianto di trattamento integrato dei rifiuti ("impianto a porte aperte"; pubblicazione risultati funzionamento Piattaforma, etc.).
Le fasi in pillole dello stato di emergenza
1. Nei primi anni '90 lo smaltimento dei rifiuti avviene esclusivamente con ricorso a discariche, insufficienti, non adeguate e spesso abusive. Sono presenti problemi di ordine pubblico e manca un Piano attuativo regionale di smaltimento.
2. Con DPCM 11 febbraio 1994 viene dichiarata l'emergenza rifiuti, poi estesa con OPCM 16 04 1994 ai rifiuti speciali e con OPCM 6 10 1994 ai rifiuti assimilabili agli urbani.
3. Il Commissario delegato è il Prefetto, che controlla e gestisce le discariche private ed attua il passaggio alle discariche pubbliche.
4. Con OPCM 18 marzo 1996 è nominato Commissario il Presidente della Regione Campania. Commissario, invece, per le discariche è ancora il Prefetto.
5. Il 31 dicembre 1996 la GR approva il Piano, poi aggiornato il 9 giugno 1997 secondo il Decreto Legislativo 22/97.
6. Il Piano Regionale per lo Smaltimento dei Rifiuti in Campania 1997 a fronte di una produzione di rifiuti regionale di 7000 t/g prevede 6 Ambiti Territoriali Ottimali, 5 termovalorizzatori (ASI Giugliano, Nola, Marcianise, Battipaglia, BN/AV), 9 impianti CDR.
7. Nel 1998 vengono predisposte e aggiudicate gare per progettazione, costruzione e gestione per 10 anni rinnovabili di 7 CDR (di cui 3 in provincia di Napoli) e 2 Termovalorizzatori (di cui 1 in provincia di Napoli).
8. Vengono successivamente individuati come siti per i Termovalorizzatori Acerra (Na) e S. Maria La Fossa (CE).
9. Dal 2001 al 2003 si succedono nuove emergenze: non sono disponibili siti di smaltimento per i sovvalli degli impianti CDR e gli impianti stessi vengono fermati. I rifiuti vengono inviati a smaltimento fuori regione.
10. Entrano in esercizio n. 7 impianti di CDR che producono balle di CDR stoccate in attesa di un futuro utilizzo come combustibile, con necessità di sempre nuovi siti di stoccaggio. Nessun Termovalorizzatore. Continua il ricorso alle discariche in misura massiccia; le vecchie discariche vengono sfruttate anche in sopraelevazione.
11. L'Ordinanza n. 319 del 30 settembre 2002 del Commissario di Governo Piano di avvio e di sviluppo della RD in Campania è annullata dal TAR.
12. Il consenso sull'impiantistica di piano è nullo, si susseguono moti di piazza contro i Termovalorizzatori e le discariche.
13. La Magistratura sequestra varie discariche ed impianti CDR, poi dissequestrati.
14. A seguito dimissioni dalla carica del Presidente GR con OPCM febbraio 2004 è nominato Commissario il Prefetto Corrado Catenacci.
15. Dal febbraio 2004 ad oggi si ripete il copione dei punti precedenti.
16. In marzo 2006 viene emanato l'Adeguamento del Piano del 1997, che prevede la costituzione degli ATO e la costruzione di un nuovo termovalorizzatore oltre a quelli di Acerra e S.Maria la Fossa.
17. In aprile 2006 il Commissario di Governo per l'emergenza rifiuti pubblica un avviso di appalto pubblico del Servizio in esclusiva, per 20 anni, del trattamento e smaltimento dei Rifiuti Urbani indifferenziati residuati a valle della Raccolta Differenziata.
18. La storia continua…
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