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  Dicembre 2012

Articoli n° 5
GIUGNO 2006
 

UNIONE Industriali DI napoli - Home Page
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Centro Studi,
le tappe di un rilancio

Le proposte per lo sviluppo
della cittÀ di Napoli

È nato G.EN.NA.R.O., giovani insieme per la Napoli del futuro

Pininfarina: fiscalitÀ di vantaggio, dalle parole ai fatti

UNIONE INDUSTRIALI
Centro Studi,
le tappe di un rilancio

di Bruno BISOGNI


Il Consigliere Incaricato
Diego Guida descrive come ha trasformato l’organismo, facendone un fattore propulsivo per le attività dell’Associazione

In un anno e mezzo ha rilanciato il Centro Studi dell'Unione Industriali di Napoli, dandogli continuità di azione e, soprattutto, puntuali linee strategiche, in armonia con il programma della Presidenza Lettieri. Diego Guida, Consigliere incaricato al Centro Studi di Palazzo Partanna, traccia in questa intervista un primo consuntivo degli interventi portati avanti.

Tra le diverse azioni, la collana dei Quaderni sembra quella di maggiore impatto, anche per il ritorno d'immagine che ne deriva all'Unione e all'organismo che a lei fa capo.
Ritengo che, oltre l'attività convegnistica "pura" in cui si trattano temi di carattere generale, un Centro Studi debba avere anche una funzione propositiva per le politiche territoriali e per una sana politica economica locale, soprattutto in concomitanza del processo di devolution in corso. Abbiamo cominciato lo scorso anno con un'indagine sui distretti industriali campani, di concerto con l'Università Parthenope. Di recente abbiamo presentato un secondo quaderno su Napoli Est e la questione urbanistica. Il terzo, prossimo alla pubblicazione, verte su un altro tema prioritario per le politiche dell'Unione: la fiscalità di vantaggio. Altri argomenti sui quali sono in preparazione nostri contributi sono le politiche e gli strumenti per la ricerca e il trasferimento tecnologico, la storia "Noi industriali di Palazzo Partanna", e la risorsa turismo.

Si tratta di studi che, nella gran parte dei casi, sono condotti con una precisa metodologia.
Cerchiamo di avvalerci proficuamente delle risorse interne dell'Unione, attivando altresì collaborazioni con specifiche cattedre universitarie. Un protocollo di intesa per lo scambio di collaborazioni tra le cinque Università napoletane è stato il primo passo per consentire al Centro Studi di attivare ricerche specialistiche con esperti del settore. Le conclusioni restano affidate agli imprenditori: sarà l'Unione Industriali a coprire il vuoto tra gli asettici studi accademici e le proposte concrete da offrire alla politica. Ad esempio, hanno collaborato e collaborano con noi il Dipartimento di Statistica e Matematica per la Ricerca Economica dell'Università Parthenope di Napoli per lo studio sui Distretti Industriali, la cattedra di Diritto amministrativo dell'Università dell'Aquila e quella di Urbanistica della Federico II per Napoli orientale, quella di Diritto tributario ancora della Federico II per la fiscalità di vantaggio, il Dipartimento di Matematica e Statistica della Federico II per l'indagine sul turismo. Tali apporti, mentre assicurano affidabilità scientifica alle ricerche, consentono di meglio definire le posizioni dell'Associazione. Il supporto tecnico, in tal senso, è il presupposto per una posizione politica, espressa nella parte conclusiva dei quaderni, più forte e incisiva, dunque meglio spendibile nei confronti di istituzioni e forze sociali.

L'azione del Centro Studi sembra aver cambiato passo, integrandosi pienamente con la politica associativa.
In effetti, l'Unione non si limita a presentare il quaderno. A monte, lo "chiede", intendendo verificare la congruità di tesi e la rispondenza dei dati di fatto alle proposte in embrione o alle posizioni da tempo avanzate. Il lavoro di analisi può confermare le precedenti impostazioni o indurre a qualche aggiustamento di tiro. Il processo non si ferma al quaderno, ma prosegue nell'azione di lobbying virtuoso fatta nei confronti dei nostri interlocutori per portare avanti le nostre tesi. Come effetto positivo ulteriore, va messo in conto il ritorno mediatico, la ulteriore conferma in termini di immagine e autorevolezza, che ne derivano per l'Associazione.

L'interazione col mondo accademico si limita ai Quaderni?
No. Lo scambio è bidirezionale. Nel caso dei Quaderni l'Unione ha un ruolo decisamente propulsivo. Altre ricerche sono frutto di una partnership nella quale l'Unione svolge un ruolo collaborativo, anche come tramite intelligente verso le proprie aziende associate, per permettere agli atenei di sviluppare le proprie indagini. Sta accadendo ad esempio con il Dipartimento di Economia Aziendale dell'Università "Federico II" di Napoli, guidato da Riccardo Viganò. Lo studio si intitola "Orientamento al valore e valutazione delle Pmi". La ricerca mira ad approfondire le caratteristiche della struttura proprietaria delle imprese campane, valutare le imprese familiari e definire la composizione, il ruolo e i meccanismi di funzionamento dei cda. I ricercatori dell'Università hanno libero accesso alla nostra sede per poter svolgere al meglio uno studio che riteniamo di grande interesse e utilità anche per la migliore conoscenza della base imprenditoriale locale.

L'Unione, con la sua persona, è entrata nel Consiglio di amministrazione della Svimez.
In questi giorni presentiamo in Associazione un rapporto sulla Campania curato dalla Svimez con l'Efi per conto dell'Osservatorio economico regionale. Non intende essere un episodio ma solo una delle modalità con cui sviluppare sinergie con lo storico istituto di indagine. Partecipare al CdA Svimez significherà entrare nei focus group, veicolare istanze, proporre studi di interesse per l'apparato produttivo napoletano e campano, nonché per le finalità più generali dell'Unione Industriali.
L'Università e la Svimez non esauriscono il ventaglio delle realtà con cui sta collaborando il Centro Studi.
Noi ricerchiamo sponde intelligenti e qualificate, senza pregiudizi, nella consapevolezza che anche nella ricerca è sempre più determinante essere in rete. Vorrei ricordare gli eventi promossi in Unione assieme ad altri partner. Con la Srm, ad esempio, l'Associazione Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, abbiamo presentato un'indagine sul sistema agroalimentare nel Sud. Sempre a Palazzo Partanna, promosse dal Centro Studi, vi sono state occasioni di approfondimento su tematiche come la contraffazione, insieme al Consolato Usa, e sulle problematiche e prospettive derivanti alle regioni meridionali dall'estensione dell'Europa a 25 Stati membri. Sta inoltre per uscire un lavoro svolto di concerto con l'Acen, l'Associazione dei costruttori edili napoletani aderente all'Unione, sul monitoraggio delle aree industriali.

Un altro dei fronti di impegno è la tesaurizzazione del patrimonio culturale dell'Unione.
Stiamo attrezzando una biblioteca associativa. Abbiamo partecipato a un bando pubblico della Regione Campania che finanzia le biblioteche di interesse locale. Ci è sembrata una utile occasione per dare soluzione a un annoso problema, quello di avere nei nostri uffici materiali di notevole interesse non adeguatamente raccolto e catalogato. Da quando ho assunto l'incarico ho cercato anche di favorire l'afflusso di volumi nuovi di interesse associativo. Posso dire, con un pizzico di orgoglio, che ad oggi tanti sono anche i libri donati alla biblioteca del Centro Studi dell'Unione.
Qual è la funzione del Centro Studi nell'ambito dell'attività di progettazione dell'Unione?
Collaboriamo con i vertici per l'esame e il coordinamento dei progetti presentati agli enti preposti ai finanziamenti e ai cofinanziamenti, in primo luogo Camera di Commercio, ma anche altri enti pubblici, fondazioni bancarie, e organismi similari.

Che raccordi avete con il mondo confederale esterno all'Unione?
Siamo già oggi parte del sistema dei Centri Studi Confindustria. Partecipiamo alle riunioni dei Centri Studi che si svolgono presso la Confederazione, oltre che al Focus group dei vari centri studi regionali. Siamo, anche qui, nella rete virtuosa già attivata, e che darà frutti copiosi nel prossimo futuro. Lo impone, tra l'altro, una società che fa della conoscenza il fattore centrale su cui ruotano lo sviluppo economico produttivo e l'evoluzione sociale.

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