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  Dicembre 2012

Articoli n° 1
gennaio/febbraio 2006
 

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Nuove applicazioni di
riscaldamento a microonde

In Italia le prime regole per
la posta elettronica certificata

In Italia le prime regole per
la posta elettronica certificata


Angela PEDUTO*

Tutti i vantaggi legali di una raccomandata in un solo click


L’Italia è il primo Paese, in Europa, a disporre di un servizio di posta elettronica certificata, ossia di "raccomandata elettronica", regolato da legge. Con la pubblicazione nella G.U. n. 266 del 15/11/05 del decreto ministeriale contenente le "Regole tecniche del servizio di trasmissione di documenti informatici mediante la posta elettronica certificata" si completa il complesso quadro normativo che consentirà ai gestori di diventare operativi. L'entrata in vigore da gennaio 2006 del Codice dell'Amministrazione Digitale conferma l'obbligo per le Amministrazioni Pubbliche di aprire i propri accessi telematici alla Posta Elettronica Certificata (PEC). Tutte le P.A. dovranno dotarsi di una casella e pubblicare i loro punti di accesso sull'Indice delle P.A. (www.indicepa.gov.it). Ma che cosa è la PEC? É un sistema di posta elettronica nel quale al mittente è fornita la documentazione elettronica, con valenza legale, attestante l'invio e la consegna di documenti informatici. "Certificare" l'invio e la ricezione significa fornire al mittente, dal proprio gestore di posta, una ricevuta che costituisce prova legale dell'avvenuta spedizione del messaggio e dell'eventuale allegata documentazione. Allo stesso modo, quando il messaggio perviene al destinatario, il gestore invia al mittente la ricevuta di avvenuta (o mancata) consegna con precisa indicazione temporale. Nel caso in cui il mittente smarrisca le ricevute, la traccia informatica delle operazioni svolte viene conservata per un periodo di tempo definito a cura dei gestori e ha lo stesso valore giuridico delle ricevute. La peculiarità della "raccomandata elettronica" rispetto a quella tradizionale, cartacea, sta non solo nella tempestività dell'inoltro, in qualsiasi ora del giorno e da qualunque luogo ove sia possibile collegarsi a una rete telematica, ma anche e soprattutto nel fatto che essa consente di avere sul proprio pc, la ricevuta di ricezione non soltanto della busta, ma anche del suo contenuto. Il cittadino o l'impresa che invierà un messaggio di posta elettronica certificata avrà ben due conferme: una relativa alla ricevuta accettazione dell'inoltro effettuato, l'altra di avvenuta consegna della comunicazione e degli allegati. Al momento dell'invio i messaggi vengono inseriti all'interno di un messaggio-contenitore (busta di trasporto) che ne garantisce l'integrità e ne permette i controlli di provenienza. Tutte le operazioni sono tracciate e registrate. La posta elettronica in generale, e quella certificata in particolare, può essere utilizzata per la trasmissione di tutti i tipi di informazioni, documenti e comunicazioni in formato elettronico e, a differenza di altri mezzi tradizionali, offre notevoli vantaggi in termini di: maggiore semplicità ed economicità di trasmissione, inoltro e riproduzione; semplicità ed economicità di archiviazione e ricerca; facilità di invio multiplo, con costi estremamente più bassi di quelli dei mezzi tradizionali; velocità e asincronia della comunicazione, in quanto non richiede la contemporanea presenza degli interlocutori; possibilità di consultazione e uso anche da postazioni diverse da quella del proprio ufficio, anche al di fuori della sede dell'Amministrazione e in qualunque momento grazie alla persistenza del messaggio nella sua casella di posta elettronica; integrabilità con altri strumenti di automazione di ufficio, quali rubrica, agenda, lista di distribuzione e applicazioni informatiche in genere. In occasione della firma dell'accordo tra Ministero della Funzione Pubblica, Ministero per l'Innovazione e le Tecnologie e Poste Italiane lo scorso novembre, il Ministro Baccini ha spiegato che <…da subito la spesa pubblica potrebbe passare dagli attuali 8,2 milioni a 500.000 euro l'anno con un risparmio di 7,5 milioni di euro solo per la funzione pubblica, in linea con la lotta agli sprechi messa in campo dal governo>. Secondo i firmatari dell'accordo saranno consistenti anche i risparmi degli utenti: <basti pensare ad esempio che, una volta a regime, il servizio permetterà di mandare una raccomandata dal proprio computer di casa pagando solo 39 centesimi invece degli attuali 2,8 euro>. Nella G.U. n. 283del 5 dicembre 2005 é stata pubblicata la Circolare CNIPA n. 49 del 24/11/05 recante le modalità per presentare domanda di accreditamento nell'elenco pubblico dei Gestori di PEC da parte dei soggetti pubblici e privati che intendono esercitare tale servizio. Tra i principali requisiti richiesti: società di capitali (capitale > 1m euro) o P.A., capacità organizzativa e tecnica, personale adeguato, processi di sicurezza, esperienza in processi analoghi. Tra gli obblighi che devono assumere i gestori: rispettare i requisiti, le prescrizioni tecniche e i livelli di servizio minimi, certificazione ISO del processo, polizza assicurativa, accettare la vigilanza da parte del CNIPA. Di fatto, sono pochi i provider che dispongono di un capitale sociale pari a un milione di euro e molti di quelli che hanno partecipato alla sperimentazione condotta dal CNIPA, investendo tempo e denaro ora sono tagliati fuori. É vero che tra i provider, specialmente tra quelli di piccole dimensioni, ci sono strutture che non offrono la necessaria affidabilità, ma l'ammontare del capitale sociale non è sinonimo di correttezza delle procedure e puntiglioso rispetto delle norme. Tra le ombre del PEC c'è anche la poca chiarezza della modalità di utilizzo presso le aziende. Infatti se da una parte le imprese, nei rapporti tra loro intercorrenti, possono semplicemente dichiarare la esplicita volontà di accettare l'invio di posta elettronica certificata mediante indicazione nell'atto di iscrizione al registro delle imprese, dall'altra potrebbero essere interessate ad avere una mailbox di posta certificata nel dominio di secondo livello di cui sono titolari (per esempio: pec@azienda.it). Sebbene tale richiesta non presenti problemi tecnici, purché la mailbox sia ospitata dal server di un gestore posta certificata, da una prima lettura della definizione dell'art. 1, c. 2, lett. d) si potrebbe desumere che le caselle di posta certificata possono risiedere solo nel dominio di un gestore PEC (per esempio azienda@gestorepec.it). Un altro aspetto che desta qualche perplessità, come rileva il Direttore responsabile del periodico telematico InteLex M. Cammarata nell'articolo "PEC: scrivere (e leggere) bene le norme…", è la mancanza di una soluzione per rendere noti gli indirizzi PEC dei privati. Laddove per le aziende è possibile indicare una tantum il proprio indirizzo di posta certificata nel registro delle imprese, i privati devono dichiararlo di volta in volta, per ogni procedimento amministrativo. L'unica strada per l'utilizzo con successo di questi strumenti negli uffici di un piccolo ente pubblico o in una micro-impresa è farli entrare senza la pretesa di sostituire l'esistente, cercando lentamente di "filtrarli" nella prassi, guidando con calma la P.A., l'impresa, il cittadino verso sistemi più sicuri nella gestione dei loro interessi senza usare la forza ma fidandosi di più del progresso tecnologico.

*Responsabile Area Enti e Innovazione PST di Salerno e delle Aree Interne della Campania - apeduto@pstsa.it

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