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In Italia le prime regole
per
la posta elettronica certificata
In Italia le prime regole per
la posta elettronica certificata
Angela PEDUTO*
Tutti i vantaggi legali di una
raccomandata in un solo click
L’Italia è il primo Paese, in Europa, a disporre
di un servizio di posta elettronica certificata, ossia di "raccomandata
elettronica", regolato da legge. Con la pubblicazione nella G.U. n. 266
del 15/11/05 del decreto ministeriale contenente le "Regole tecniche del
servizio di trasmissione di documenti informatici mediante la posta elettronica
certificata" si completa il complesso quadro normativo che consentirà ai
gestori di diventare operativi. L'entrata in vigore da gennaio 2006 del Codice
dell'Amministrazione Digitale conferma l'obbligo per le Amministrazioni Pubbliche
di aprire i propri accessi telematici alla Posta Elettronica Certificata (PEC).
Tutte le P.A. dovranno dotarsi di una casella e pubblicare i loro punti di accesso
sull'Indice delle P.A. (www.indicepa.gov.it). Ma che cosa è la PEC? É un
sistema di posta elettronica nel quale al mittente è fornita la documentazione
elettronica, con valenza legale, attestante l'invio e la consegna di documenti
informatici. "Certificare" l'invio e la ricezione significa fornire
al mittente, dal proprio gestore di posta, una ricevuta che costituisce prova
legale dell'avvenuta spedizione del messaggio e dell'eventuale allegata documentazione.
Allo stesso modo, quando il messaggio perviene al destinatario, il gestore invia
al mittente la ricevuta di avvenuta (o mancata) consegna con precisa indicazione
temporale. Nel caso in cui il mittente smarrisca le ricevute, la traccia informatica
delle operazioni svolte viene conservata per un periodo di tempo definito a cura
dei gestori e ha lo stesso valore giuridico delle ricevute. La peculiarità della "raccomandata
elettronica" rispetto a quella tradizionale, cartacea, sta non solo nella
tempestività dell'inoltro, in qualsiasi ora del giorno e da qualunque
luogo ove sia possibile collegarsi a una rete telematica, ma anche e soprattutto
nel fatto che essa consente di avere sul proprio pc, la ricevuta di ricezione
non soltanto della busta, ma anche del suo contenuto. Il cittadino o l'impresa
che invierà un messaggio di posta elettronica certificata avrà ben
due conferme: una relativa alla ricevuta accettazione dell'inoltro effettuato,
l'altra di avvenuta consegna della comunicazione e degli allegati. Al momento
dell'invio i messaggi vengono inseriti all'interno di un messaggio-contenitore
(busta di trasporto) che ne garantisce l'integrità e ne permette i controlli
di provenienza. Tutte le operazioni sono tracciate e registrate. La posta elettronica
in generale, e quella certificata in particolare, può essere utilizzata
per la trasmissione di tutti i tipi di informazioni, documenti e comunicazioni
in formato elettronico e, a differenza di altri mezzi tradizionali, offre notevoli
vantaggi in termini di: maggiore semplicità ed economicità di trasmissione,
inoltro e riproduzione; semplicità ed economicità di archiviazione
e ricerca; facilità di invio multiplo, con costi estremamente più bassi
di quelli dei mezzi tradizionali; velocità e asincronia della comunicazione,
in quanto non richiede la contemporanea presenza degli interlocutori; possibilità di
consultazione e uso anche da postazioni diverse da quella del proprio ufficio,
anche al di fuori della sede dell'Amministrazione e in qualunque momento grazie
alla persistenza del messaggio nella sua casella di posta elettronica; integrabilità con
altri strumenti di automazione di ufficio, quali rubrica, agenda, lista di distribuzione
e applicazioni informatiche in genere. In occasione della firma dell'accordo
tra Ministero della Funzione Pubblica, Ministero per l'Innovazione e le Tecnologie
e Poste Italiane lo scorso novembre, il Ministro Baccini ha spiegato che <…da
subito la spesa pubblica potrebbe passare dagli attuali 8,2 milioni a 500.000
euro l'anno con un risparmio di 7,5 milioni di euro solo per la funzione pubblica,
in linea con la lotta agli sprechi messa in campo dal governo>. Secondo i
firmatari dell'accordo saranno consistenti anche i risparmi degli utenti: <basti
pensare ad esempio che, una volta a regime, il servizio permetterà di
mandare una raccomandata dal proprio computer di casa pagando solo 39 centesimi
invece degli attuali 2,8 euro>. Nella G.U. n. 283del 5 dicembre 2005 é stata
pubblicata la Circolare CNIPA n. 49 del 24/11/05 recante le modalità per
presentare domanda di accreditamento nell'elenco pubblico dei Gestori di PEC
da parte dei soggetti pubblici e privati che intendono esercitare tale servizio.
Tra i principali requisiti richiesti: società di capitali (capitale > 1m
euro) o P.A., capacità organizzativa e tecnica, personale adeguato, processi
di sicurezza, esperienza in processi analoghi. Tra gli obblighi che devono assumere
i gestori: rispettare i requisiti, le prescrizioni tecniche e i livelli di servizio
minimi, certificazione ISO del processo, polizza assicurativa, accettare la vigilanza
da parte del CNIPA. Di fatto, sono pochi i provider che dispongono di un capitale
sociale pari a un milione di euro e molti di quelli che hanno partecipato alla
sperimentazione condotta dal CNIPA, investendo tempo e denaro ora sono tagliati
fuori. É vero che tra i provider, specialmente tra quelli di piccole dimensioni,
ci sono strutture che non offrono la necessaria affidabilità, ma l'ammontare
del capitale sociale non è sinonimo di correttezza delle procedure e puntiglioso
rispetto delle norme. Tra le ombre del PEC c'è anche la poca chiarezza
della modalità di utilizzo presso le aziende. Infatti se da una parte
le imprese, nei rapporti tra loro intercorrenti, possono semplicemente dichiarare
la esplicita volontà di accettare l'invio di posta elettronica certificata
mediante indicazione nell'atto di iscrizione al registro delle imprese, dall'altra
potrebbero essere interessate ad avere una mailbox di posta certificata nel dominio
di secondo livello di cui sono titolari (per esempio: pec@azienda.it). Sebbene
tale richiesta non presenti problemi tecnici, purché la mailbox sia ospitata
dal server di un gestore posta certificata, da una prima lettura della definizione
dell'art. 1, c. 2, lett. d) si potrebbe desumere che le caselle di posta certificata
possono risiedere solo nel dominio di un gestore PEC (per esempio azienda@gestorepec.it).
Un altro aspetto che desta qualche perplessità, come rileva il Direttore
responsabile del periodico telematico InteLex M. Cammarata nell'articolo "PEC:
scrivere (e leggere) bene le norme…", è la mancanza di una
soluzione per rendere noti gli indirizzi PEC dei privati. Laddove per le aziende è possibile
indicare una tantum il proprio indirizzo di posta certificata nel registro delle
imprese, i privati devono dichiararlo di volta in volta, per ogni procedimento
amministrativo. L'unica strada per l'utilizzo con successo di questi strumenti
negli uffici di un piccolo ente pubblico o in una micro-impresa è farli
entrare senza la pretesa di sostituire l'esistente, cercando lentamente di "filtrarli" nella
prassi, guidando con calma la P.A., l'impresa, il cittadino verso sistemi più sicuri
nella gestione dei loro interessi senza usare la forza ma fidandosi di più del
progresso tecnologico.
*Responsabile Area Enti e Innovazione PST di Salerno e delle Aree Interne della
Campania - apeduto@pstsa.it
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