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  Dicembre 2012

Articoli n° 10
DICEMBRE 2006
 


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Le Interviste di R. VENERANDO

La sanitÀ È il grande buco nero
dei conti campani

di Raffaella Venerando

Cristiana COPPOLA
Presidente Confindustria Campania

Presidente, anche per il 2007 il Bilancio Previsionale della Regione Campania è stato approvato nei tempi. La programmazione delle attività quindi è salva, ma i contenuti? Come li giudica il mondo industriale di casa nostra?
Sulla carta alcuni numeri sono interessanti, e la parte sugli investimenti induce a un cauto ottimismo. Prevale però la fondata preoccupazione, derivante anche dall'audizione avuta con il Vicepresidente della Regione e Assessore al Bilancio onorevole Antonio Valiante, che ancora una volta vi sia la tentazione di risolvere tutti i problemi finanziari ricorrendo a un ulteriore inasprimento della leva fiscale: una scelta grave che finirebbe per penalizzare ancora una volta ingiustamente il nostro tessuto produttivo. Nel documento di programmazione triennale mancano, o sono poco presenti, linee strategiche di sviluppo per un significativo miglioramento dei servizi; non si agisce sull'individuazione di idonei controlli sulla spesa e sulle entrate, né si persegue l'opzione di avviare una decisa azione di alienazione di quelle parti non strategiche del patrimonio immobiliare e mobiliare regionale.

Quali sono le richieste del mondo industriale e su quali proposte alternative si vuole puntare per riformare i meccanismi di spesa e delle entrate regionali?
É necessario una maggiore responsabilizzazione da parte di tutti perché il momento è veramente difficile. Questo processo di responsabilizzazione dovrebbe coinvolgere in primis, ma non solo, gli amministratori e gli stessi dipendenti pubblici nei confronti dei cittadini e delle imprese. Occorre attivare meccanismi obiettivi di valutazione, accompagnati da incentivi e disincentivi, che consentano di valutare la produttività della spesa regionale misurandone la qualità e tenendola costantemente sotto controllo. É anche necessario riorganizzare e razionalizzare uffici, enti e strutture della Pubblica Amministrazione regionale, a partire da quella sanitaria, combattendo tutti gli sprechi. Penso anche alla moltiplicazione delle commissioni del Consiglio regionale, oggi fortunatamente ridotte, o a missioni all'estero fallimentari come quella che di recente è stata organizzata dall'Ersva a San Pietroburgo e che ha suscitato la giusta indignazione. Ma mi riferisco anche al riparto incoerente dei fondi della sanità o alla gestione delle aziende a partecipazione pubblica che da noi non solo non producono ricchezza, così come avviene in altre aree del Paese, ma succhiano risorse. Occorre migliorare il meccanismo burocratico che sovrintende alla spesa dei fondi europei per evitare che questi rimangano inutilizzati, e gli esempi potrebbero continuare a lungo.
Confindustria Campania ha formalizzato alla Regione, nello spirito di un'offerta di collaborazione e condivisione di competenze, una serie di proposte concrete che prevedono ad esempio la privatizzazione o l'alienazione di alcune proprietà del patrimonio immobiliare della Regione e la revisione delle partecipazioni azionarie regionali in Enti e Società di diritto privato collegate.

I numeri contenuti nel Bilancio in sintesi consentiranno di lavorare ad adeguate politiche di sviluppo?
Quest'anno le spese correnti sono aumentate in termini sia assoluti che percentuali rispetto a quelle di investimento. Il Bilancio riserva comunque alle spese di investimento una fetta consistente, considerato che di fronte a poco meno di 10,6 miliardi di spese correnti la Regione ha riservato quasi 3 miliardi per spese di investimento. Questa scelta condivisibile era già stata peraltro effettata nei tre anni precedenti: nel 2006, per esempio, 9,5 miliardi erano di spese correnti e 2,7 di investimenti, ma non ha evidentemente portato i benefici attesi.
Se però analizziamo il settore della sanità, che da solo assorbe nelle previsioni 2007 il 55% dei 15,2 miliardi della manovra programmatica, a fronte di 8,3 miliardi di euro di spese correnti il bilancio riserva agli investimenti sanitari la risibile cifra di 150.000 euro, ossia meno dello 0,002%!
Non solo quindi la sanità rappresenta il grande buco nero dei conti campani, ma gli investimenti in questo settore sono inesistenti. Non si scommette sul futuro, e non si riescono a fare quadrare i conti di oggi e di ieri, come ben sanno gli imprenditori privati del settore che ancora non sono riusciti a vedere la conclusione dell'annosa questione dei pagamenti arretrati

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