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GEMME: «Subito un grande piano per le INFRASTRUTTURE»
GEMME: «Subito un grande piano per le INFRASTRUTTURE»
Centrale il ruolo svolto dalla componente tecnologica rappresentata da Anie
di Raffaella Venerando
Claudio Gemme
Presidente Anie
Presidente Gemme, qual è lo stato di salute delle imprese che aderiscono alla sua Federazione? Le criticità sono comuni a quelle di altri comparti o le aziende dell'elettronica e dell'elettrotecnica hanno necessità e difficoltà peculiari?
Stiamo vivendo una fase congiunturale critica sia sul fronte domestico, sia sui principali mercati esteri. I segnali di rallentamento sono evidenti anche nei settori Anie, come testimoniato dall'indebolimento dagli indicatori in valore e in volume. La perdita di fiducia sui principali mercati si traduce in un ridimensionamento delle attese degli operatori, stretti fra un accesso al credito sempre più difficile, ordinativi in calo e dilazioni dei pagamenti. Fra gli elementi più critici per le imprese Anie si conferma la forte contrazione della domanda interna. Il rallentamento della ripresa internazionale impone invece un'accelerazione a 360° del processo di diversificazione geografica dei mercati di sbocco serviti.
Energia, un comparto di estrema valenza per Anie: quali sono le richieste più urgenti in quest'ambito?
L'energia è certamente uno dei principali mercati di riferimento per le imprese Anie fornitrici di tecnologie per la produzione, trasmissione, distribuzione e utilizzo di energia elettrica. Più in generale, l'energia è un settore strategico per la competitività e la crescita del Sistema Paese, che si caratterizza per investimenti di ampia portata e di lungo periodo. Per questo motivo è fondamentale che il mercato nazionale dell'energia possa contare su un quadro regolatorio certo e stabile nel tempo. Confindustria Anie auspica l'adozione in tempi brevi del tanto atteso Piano Energetico Nazionale, che fissi una strategia globale e duratura per il settore energetico. Tale provvedimento dovrà necessariamente inquadrarsi in un più ampio piano di investimenti infrastrutturali. La crescente domanda di energia elettrica, unitamente agli obiettivi europei al 2020 di efficienza energetica e di integrazione delle energie rinnovabili, richiedono importanti interventi per ridisegnare reti e sistemi, che passano fra l'altro dalla piena implementazione delle smart grid. In questo processo è fondamentale che venga riconosciuto appieno il ruolo centrale svolto dalla componente tecnologica rappresentata da Anie.
Altro tema su cui Anie chiede massima attenzione è l'internazionalizzazione. Una delle priorità è l'impegno per la creazione dell'Agenzia per l'export. Cosa dovrebbe fare il Governo per sostenere le esportazioni e facilitare gli scambi commerciali delle PMI italiane?
É necessario che si acquisti piena consapevolezza del ruolo ricoperto dal canale estero, sostenendo le imprese nel percorso di internazionalizzazione. Immagino la nuova Agenzia come uno strumento di promozione dell'industria italiana e della sua eccellenza tecnologica nel mondo, non tralasciando una prospettiva di filiera. Questo aspetto è particolarmente rilevante nei settori Anie, in cui è fondamentale operare sui mercati esteri in sinergia coi principali operatori dei comparti a monte e a valle. Molto importante è anche favorire la formazione del personale dell'Agenzia, in modo da acquisire specificità nella promozione attraverso i contenuti tecnici di cui l'industria delle tecnologie è portatrice. Il coordinamento del sistema promozionale è necessario per favorire l'ingresso nei mercati esteri delle piccole e medie imprese, che risentono di maggiori vincoli strutturali.
Fare rete per raggiungere una adeguata massa critica è una strada obbligata per poter cogliere le opportunità date dai mercati in espansione. Da un paio di anni si è intensificata l'attività di Anie a supporto diretto delle imprese sui mercati esteri, attraverso la partecipazione a fiere, l'organizzazione di missioni e di incontri formativi tecnici. L'attività si è focalizzata nelle regioni del Nord Africa, per poi proseguire nell'area dei Balcani e del Medio Oriente.
Senza tralasciare l'importante mercato sudamericano, con la missione Anie in Brasile dell'autunno 2011. Una attenzione particolare per i prossimi sviluppi della nostra attività associativa sui mercati internazionali riveste l'Iraq, un Paese che ha visto un impegno militare importante da parte dell'Italia e che sarà interessato da un ampio processo di ricostruzione.
Restando in tema, l'Italia ha trovato, secondo lei, il proprio ruolo nel sistema globale?
Nell'ultimo decennio il manifatturiero italiano ha saputo avviare un importante processo di apertura ai mercati esteri, riconquistando competitività, quote sul commercio mondiale e dando visibilità all'eccellenza del Made in Italy, sia nei settori tradizionali, sia in quelli più avanzati. L'impegno delle imprese è passato attraverso ampie strategie di innovazione e una crescente riqualificazione dell'offerta. I risultati conseguiti dal comparto industriale in termini di esportazioni lo testimoniano. Nel 2011 l'export nazionale ha mostrato, nonostante la crisi, un ritmo di crescita a due cifre, rivolto in particolare alle regioni extra UE. Analoghe dinamiche hanno interessato nello specifico i settori Anie, che sono portavoce dell'eccellenza tecnologica italiana oltreconfine e che hanno chiuso il 2011 con un incremento delle vendite estere vicino al 10%.
È cambiata negli ultimi tempi la percezione che si ha all'estero del nostro Paese?
L'ampio processo di rinnovamento portato avanti dal nostro manifatturiero in questi anni dell'offerta e della catena del valore è divenuto un importante biglietto da visita del Sistema Italia sui mercati esteri. Guardando ai settori Anie, abbiamo lavorato perché ci fosse sempre più riconosciuto nei nuovi mercati un ruolo rilevante come fornitori di tecnologie. Di fatto l'incidenza dell'export sul fatturato complessivo delle aziende Anie supera il 40%, un dato che ci fa comprendere come oggi sia impossibile prescindere dal
canale estero per sostenere la ripresa. Qualità, innovazione, sviluppo tecnologico sono il punto di partenza perché anche il nostro Paese nel suo complesso possa rivestire un ruolo sempre più competitivo nel sistema globale.
Horizon 2020: la Commissione europea ha proposto questa strategia per promuovere più rapidamente la transizione verso la società della conoscenza che prenderà avvio dal 2014. Come arriveranno le nostre imprese a questo appuntamento e quali potrebbero essere le ricadute positive per le imprese aderenti ad Anie?
Dalle aziende aderenti ad Anie origina oltre il 30% della spesa privata italiana in R&S. L'impegno delle nostre imprese rivolto all'innovazione è storicamente elevato ed è andato accrescendosi negli anni più recenti, per affrontare le sfide concorrenziali e l'ingresso nei nuovi mercati. Le imprese Anie arriveranno pertanto preparate all'avvio del Programma Horizon 2020. Non va dimenticato che il programma toccherà temi da tempo strategici per i settori Anie come energia, trasporti intelligenti, efficienza delle risorse. Molto importante è l'approccio di fondo del Programma, orientato a sostenere tutte le fasi della catena dell'innovazione nonché la volontà di semplificare l'iter di accesso ai finanziamenti, soprattutto per le piccole e medie imprese. Avrà certamente ricadute positive sull'attività delle imprese anche l'impegno espresso nel documento rivolto a costruire una leadership nel settore delle tecnologie abilitanti e industriali.
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