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  Dicembre 2012

Articoli n° 03
APRILE 2011
 
UNIONE Industriali DI napoli - Home Page
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UN FESTIVAL delle letterature mediterranee a Napoli

Il progetto Studiare l'Impresa compie DIECI ANNI


UN FESTIVAL delle letterature mediterranee a Napoli

Una ricerca promossa dal Centro Studi Unione, finanziata dalla Camera di Commercio


Edgar Colonnese

Di seguito riportiamo alcuni significativi stralci della ricerca "Festival delle letterature mediterranee", realizzata, su un'idea del Presidente della Sezione Editoria, Cultura e Spettacolo dell'Unione Industriali di Napoli, Edgar Colonnese, a cura del Centro Studi dell'Associazione imprenditoriale, con il finanziamento della CCIAA di Napoli
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La tipologia del festival delle letterature euromediterranee Format. Nel nostro Paese ci sono festival di ogni genere e tipo, dalla letteratura al cinema passando per ogni tipo di arte e creativa intuizione. Un nuovo evento, seppur collocato al Sud, dove, come abbiamo già detto, mancano iniziative internazionali di carattere culturale, deve saper esprimere un format e un concept nuovi e innovativi. Replicare o copiare festival esistenti, anche se di successo, non è certamente la formula vincente. Si deve andare a colpire l'immaginario e il desiderio di "nuovo" non solo degli utenti diretti i residenti al Sud Italia ma anche dell'opinione pubblica, dei media, dei possibili utenti del Nord e di altri paesi. Il format può senza dubbio rappresentare il primo punto di forza per la creazione di un'iniziativa di successo. Festival, ma anche fiera, ma anche laboratorio permanente.
Fiera. Una vera e propria mostra mercato per la promozione del libro e della lettura collocata presso la Mostra d'Oltremare o la Stazione Marittima dove allestire gli stand degli editori provenienti da tutto il Paese e dove utilizzare le sale del Centro Congressi per organizzare seminari, convegni e presentazioni autori durante la mattina e le prime ore del pomeriggio. Rispetto alla Mostra d'Oltremare, di cui di seguito troverete i dati, la collocazione presso la Stazione Marittima appare quella di più agevole connessione con l'area del centro storico. Si tratta inoltre di una struttura di 6000 mq espositivi lordi, 3000 mq espositivi netti, 150/200 espositori (editori e istituzioni culturali territoriali), incontri con autori/firma autografi. Il fatto che la Stazione Marittima si trovi nei pressi del Centro Storico cittadino la rende in assoluto la candidata ideale per ospitare la Fiera perché in diretto collegamento con la porzione festivaliera dell'evento. Inoltre la Stazione Marittima si trova vicino agli hotel, ai ristoranti, ai musei e ai teatri. Si trova a pochi metri dal Molo Beverello importante terminal traghetti e aliscafi a 600 metri dalla futura stazione della metropolitana dell'Università e dalla funicolare, a 3 km dalla stazione ferroviaria, a 4 km dalle autostrade, a 7 km dall'aeroporto. Gli unici due casi a cui far riferimento in Italia in ambito 'Fiere del libro' rivolte al grande pubblico sono il Salone Internazionale del libro di Torino e Più libri più liberi. La prima è una fiera con oltre vent'anni di storia, oltre trecentomila visitatori e un budget di spesa che supera i quattro milioni di euro. La seconda, al suo decimo anno di vita, è l'unica fiera nazionale dedicata all'editoria indipendente e supera i cinquantamila visitatori annui. Il Salone del libro negli anni è giunto ad occupare 46.000 mq. lordi, mentre la fiera romana ne occupa all'incirca 12.000 lordi. La Stazione Marittima o la Mostra d'Oltremare offrono entrambe sufficienti spazi per costruire una porzione d'evento fieristica, che si contamini e si fonda con il festival e i laboratori, che si attesti in prima battuta sui 6.000 mq lordi.


Un momento dell'incontro di presentazione della ricerca

Questa considerazione nasce dal fatto che entrambe le fiere di cui sopra vivono al 90% delle loro potenzialità all'interno dei padiglioni fieristici, mentre l'esposizione a cui si pensa per Napoli è solo una parte dell'evento. Nulla osta in futuro ampliare gli spazi, ma la partenza non può che essere di questa caratura per ragioni logistiche ed economiche. (..) Festival. Nel centro storico di Napoli dichiarato dall'Unesco Patrimonio Mondiale dell'Umanità nel 1995 una vera e propria kermesse culturale che anima alcuni percorsi urbanistici immaginari fatti di piazze, vie, cortili, teatri, storici edifici riattati, vecchie scuole riqualificate. Tutti incubatori ottimali per ospitare incontri, convegni, seminari, dibattiti, lectio, concerti, performance, mostre, workshop, laboratori. Alcuni edifici da recuperare diventano parte integrante di un progetto di riqualificazione urbanistica avvalorando così la tesi per cui la generazione di eventi culturali di questa portata dà origine a una crescita degli investimenti per lo sviluppo territoriale, il rinnovamento urbano e il potenziamento infrastrutturale (Impatti economici positivi). Senza voler emulare un evento già esistente, se dovessimo prendere ad esempio un format illuminato e illuminante, crediamo che il Festival dell'Economia di Trento sia quello più opportuno da assumere come esempio a cui ispirarsi per due ragioni fondamentali: è un evento a carattere internazionale, per contenuti, relatori e pubblico, ma ha anche una sua anima ben definita di tutela, valorizzazione e caratterizzazione delle risorse locali. Inoltre ha un format semplice ed efficace al contempo. Grande attenzione è stata posta da subito alla definizione di un tema guida. La scelta dell'argomento è il punto di partenza per la costruzione del programma. Una volta definito l'argomento, si passa poi ad articolarlo nelle sue possibili linee di sviluppo. Oltre che sugli argomenti grande attenzione è stata posta ai formati editoriali, pensati in numero limitato e programmati in modo da evitare il più possibile le sovrapposizioni nel corso della giornata. I formati tengono conto dei diversi livelli di competenza del pubblico. C'è poi una sezione di incontri paralleli per bambini e ragazzi, incontri a tema, cinema, incontri che si svolgono nelle piazze cittadine, spettacoli teatrali, mostre, servizi al pubblico, laboratori, etc. Il Festival delle Letterature Euromediterranee di Napoli dovrà quindi caratterizzarsi per la sua vocazione immediatamente internazionale, pur mantenendo alta l'attenzione verso il territorio, le sue risorse, le sue potenzialità, le sue criticità interfacciandosi con esse, inglobandole e valorizzandole. A questo proposito sarà indispensabile attivare una serie di reti locali indispensabili per coinvolgere opportunamente il territorio. Accanto al programma centrale di livello fortemente internazionale si dovrà quindi costruire un programma partecipato, in cui associazioni, gruppi legati al territorio, dell'impresa, della società civile potranno organizzare nella cornice del festival e in coerenza con il tema guida, degli incontri che spesso saranno direttamente legati alle esigenze e ai problemi del territorio. Questo contribuirà a far vivere ai napoletani il Festival come un evento che li riguarda, un evento che è internazionale e locale insieme. Sarà così importante sin dalla prima edizione individuare un tema guida forte e identitario. Il tema è fondamentale nell'assicurare coerenza alla manifestazione che sarà inevitabilmente plurale negli argomenti e negli approcci disciplinari. Ogni edizione del Festival dovrà quindi distinguersi dalle altre grazie al tema guida e dovrà essere percepita dal pubblico come "unica", pur mantenendo le sue caratteristiche di base che ne garantiscono continuità e fidelizzazione. La scelta del tema è il punto di partenza per la costruzione del programma. La scelta del centro storico, data la nostra analisi sui festival di approfondimento culturale nel nostro Paese, pare essere quasi obbligatoria per la progettazione e realizzazione di un evento di successo. Il tratto distintivo del Festivaletteratura di Mantova, l'antesignano dei nostri festival e sicuramente riferimento obbligato negli studi sul fenomeno dei festival di approfondimento culturale, è l'uso intensivo del centro storico, con la sua offerta policentrica di luoghi appropriati per realizzare e valorizzare i tanti eventi del festival e capace nel suo complesso di "contenere" e ospitare un'ampia massa di visitatori (Paiola e Grandinetti, 2009).

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