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  Dicembre 2012

Articoli n° 03
APRILE 2011
 
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CREDITI CERTIFICATI entro maggio se si vuole evitare un dramma sociale

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CREDITI CERTIFICATI entro maggio se si vuole evitare un dramma sociale

Intervista a Giovanni Severino, Presidente della Sezione Sanità dell'Unione Industriali di Napoli

Con l'emanazione del decreto 12 si pongono finalmente le basi per la ristrutturazione del debito pregresso e si dettano le linee direttrici anche per i pagamenti fino a tutto il 2012

É il momento di porre argine a un fenomeno che mette in discussione seriamente i livelli di qualità della vita nel nostro territorio

di Bruno Bisogni

Giovanni Severino

Per Giovanni Severino, Presidente della Sezione Sanità
dell'Unione Industriali di Napoli, non esistono mezzi termini: «Il tempo per riflessioni e tentennamenti è scaduto. Se entro i primi di maggio non si procederà a certificare i crediti pregressi vantati dalla sanità privata verso le Asl della Regione Campania, in particolare verso quell'autentico bubbone della contabilità pubblica che è la Napoli 1, e se non si procederà a effettuare regolarmente i pagamenti per l'anno corrente, ci sarà un'autentica ecatombe di imprese e posti di lavoro».
La partita è alle ultime battute e, se non si cambia marcia, almeno una settantina di aziende private chiuderanno i battenti, con perdite per oltre settecento occupati. In questa intervista, Severino chiarisce gli ultimi sviluppi di una vicenda drammatica quanto annosa, quella che penalizza le imprese private del comparto accreditate presso il sistema pubblico.
I pagamenti per prestazioni che pur vengono effettuate con elevata efficienza e professionalità, sono rimandati sine die. I ritardi cumulati, in molte circostanze, superano i due anni.

Presidente, perché la certificazione dei crediti è così importante?
La ragione prioritaria è che le risorse nell'immediato non ci sono. Il dissesto dei conti della Regione Campania, determinato per gran parte proprio dalla dissennata conduzione del servizio sanitario pubblico, impone tagli e restrizioni. Per risolvere i problemi immediati di imprese sane, ma messe in grandi difficoltà dalle inadempienze clamorose del debitore pubblico, bisogna cercare strade alternative.
La certificazione consentirebbe di cedere il credito a banche o a società di factoring.

Vi sono realtà disponibili?
Ve ne sono diverse che ci hanno già rassicurato in tal senso. Ovviamente occorre che i crediti certificati siano liquidi ed esigibili. Come sistema Confindustria siamo peraltro andati oltre le rassicurazioni e i pour parler. Il Raggruppamento regionale Sanità Campania, allora guidato da Ottavio Coriglioni, cui è subentrato di recente Vincenzo Schiavone, ha definito da tempo una convenzione con il Centro Factoring, legato a Unicredit. Perché questi atti avessero una concreta incisività, vi era bisogno tuttavia di un intervento della Regione.

C'è stato?
Sì, ma con un ritardo di setteotto mesi sulle intese concordate con le associazioni di categoria. Uno degli ultimi atti del Subcommissario Zuccatelli è stata l'emanazione del decreto 12, con il quale si pongono finalmente le basi per la ristrutturazione del debito pregresso e si dettano le linee direttrici anche per i pagamenti fino a tutto il 2012.
Nel decreto è espressamente previsto l'utilizzo dello strumento della certificazione dei crediti. A metà marzo, dopo l'emanazione del decreto, con altri colleghi del sistema confederale ho incontrato a Firenze i vertici di Centro Factoring, che ci hanno riconfermato la disponibilità ad applicare la convenzione.

Ma allora il più è fatto!
Purtroppo, soltanto in apparenza. Ogni branca specialistica in cui operano le varie imprese ha le sue specificità, che vanno vagliate anche al momento di appurare i crediti da certificare. Lo scorso 22 marzo ho avuto un incontro con il Subcommissario Mario Morlacco, ripromettendomi nei giorni successivi di parlare con l'altro Subcommissario, Achille Coppola.
L'obiettivo generale è di strutturare tavoli tecnici su cui attivare un confronto articolato e continuativo con l'ente.
Sul fronte delle certificazioni, in particolare, si è deciso di approfondire tutte le criticità sia tramite una commissione ristretta composta da rappresentanti dell'ente e delle associazioni di categoria, sia tramite commissioni specialistiche branca per branca.

Con un percorso così articolato come farete a rispettare la scadenza di inizio maggio?
Possiamo e dobbiamo farcela!
Anche a costo di un autentico tour de force. L'impegno, tra l'altro, non finisce qui. Se infatti alle commissioni tocca definire caso per caso priorità e criteri per le certificazioni, a noi aziende spetta un compito improprio, ma a questo punto necessario: supportare l'Asl Napoli 1 a rinvenire in tempi rapidi le documentazioni occorrenti per poter ottenere il passepartout per la liquidità ed esigibilità del credito. Le condizioni in cui versa la contabilità di questa, che è la più importante Asl della Campania per utenza servita, oltrepassano i limiti del grottesco. Parlare di carenza di rigore e trasparenza è un eufemismo!

Come vi state muovendo per superare l'ennesimo ostacolo?
Abbiamo incontrato il Presidente di Soresa, Salvatore Varriale. Ci ha assicurato che ha già pronta una nuova piattaforma informatica per far sì che le strutture possano inserire tutti i dati utili dei rapporti con le aziende private, accelerando enormemente le pratiche, così come stabilito dal decreto 12. Per il pregresso, gli abbiamo chiesto di consentire ai fornitori di diventare protagonisti per il recupero delle proprie "poste", indicando all'Asl gli estremi di ogni fattura da saldare e smuovendo così un macchina amministrativa pachidermica che, da sola, non si scuoterebbe mai e poi mai dal suo torpore. Speriamo, vista l'estrema disponibilità mostrata, di poter avere a fianco il Presidente di Soresa anche nelle prossime tappe, per sbrogliare questa intricatissima matassa.

Sembra un'impresa titanica. Come raggiungere un traguardo così complesso in un tempo così limitato?
Il tempo è stato perso prima, e in quantità tale da determinare il quadro insostenibile che ci troviamo a fronteggiare. So bene che il lavoro da fare è tanto, ma se c'è la volontà politica, i problemi si risolvono. Auspico in tal senso che il Governatore della Regione, Stefano Caldoro, voglia assicurare, anche con l'intervento personale e diretto, la massima priorità a una questione tanto grave. C'è il dramma sociale, con i lavoratori di diverse aziende che già da 5‑6 mesi non ricevono gli stipendi. Ma c'è anche la tragedia dei malati. Non dimentichiamo che buona parte delle prestazioni erogate non possono essere assicurate dalle strutture pubbliche per motivi qualitativi, oppure quantitativi e organizzativi. É il momento di porre argine a un fenomeno che mette in discussione seriamente i livelli di qualità della vita nel nostro territorio.

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