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  Dicembre 2012

Articoli n° 02
MARZO 2010
 


UNIONE Industriali DI napoli - Home Page
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Uno sportello per avvicinare il fisco alle imprese

Manager in cattedra:
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Il terziario avanzato investe nell’arte contemporanea

All’Unione Industriali un Luiss Network Point

L’Unione responsabile

L’Unione responsabile

Oggi l’Associazione degli Industriali di Napoli rappresenta un luogo privilegiato
di aggregazione, espressione e tutela degli interessi imprenditoriali di un numero sempre crescente di aziende


di Bruno Bisogni


Un momento della presentazione della ricerca sulla responsabilità sociale
Foto by Cesare Purini

Pubblichiamo di seguito alcuni stralci significativi del contributo di Rossella Del Prete “L’Unione degli Industriali di Napoli come network per la responsabilità sociale delle imprese”, nell’ambito della Ricerca “La responsabilità sociale delle imprese nella provincia di Napoli”, coordinata dal Centro Studi dell’Associazione imprenditoriale e finanziata dalla Camera di Commercio di Napoli.

***

(...) Proveremo a guardare all’Unione degli Industriali di Napoli, oggetto del nostro intervento, come una delle reti d’imprese più antiche del territorio campano. La collaborazione interaziendale di cui si fa portavoce trasferisce sul piano dell’efficienza di sistema quella stessa efficienza aziendale che tenta di promuovere e di supportare con azioni di consulenza, di informazione e di rappresentanza.
(...) L’Unione degli Industriali, che si comporta al tempo stesso come un’impresa responsabile e come una rete di imprese responsabili, agisce secondo comportamenti “etici” volti a creare armonia, convergenza, coesistenza ovvero compatibilità tra regole economiche e regole sociali nell’ottica del funzionamento di lungo termine dell’organizzazione aziendale. (...)
1. Dalle origini sindacali al nuovo assetto associativo dell’Unione
Il 5 maggio 1910, nasceva, in Italia, la Confederazione italiana dell’industria per promuovere e tutelare gli interessi dell’industria nazionale e coordinare iniziative ed attività in campo economico.
Ad essa avrebbero poi fatto capo le diramazioni periferiche, tra le quali, l’Unione regionale industriale della Campania, costituitasi nel 1917. Si avvertiva, su un territorio che voleva aprirsi a nuove sperimentazioni industriali, l’esigenza di attirare una vasta gamma di imprese e di creare un attendibile e qualificato polo napoletano di aggregazione e di riferimento industriale. La prima funzione assunta dall’Unione fu quella di servizio alle imprese e di rappresentanza delle associate nelle diverse sedi istituzionali. Il primo Novecento vide la provincia di Napoli allargare la sua base produttiva, si definirono nuovi insediamenti che, insieme al mutamento delle strutture produttive già esistenti, ne trasformarono in modo irreversibile la fisionomia complessiva. L’area napoletana divenne la realtà più industrializzata del Mezzogiorno e tra le più importanti del Paese e l’esigenza di un organismo di rappresentanza degli imprenditori ne fu naturale conseguenza. Il progetto associativo fu impostato dal Presidente Maurizio Capuano su un ampio e qualificato circuito di relazioni tra le industrie napoletane ed i principali imprenditori del Paese. La redazione di un programma strutturato che ribadisse la volontà di aprire l’Associazione all’intero e diversificato mondo produttivo invocò con forza una definita coscienza di classe degli industriali, indispensabile ad esercitare coesione d’intenti e capacità di attrazione anche nei confronti delle strutture produttive più modeste. Ciò nonostante, l’Unione rischiò sempre di passare come un organismo di difesa degli interessi forti, rappresentati dai grandi stabilimenti industriali dell’area partenopea. Ciascuno dei successori di Capuano (da Cutolo a Cenzato), si adoperò perché all’Unione venissero riconosciute nuove prerogative (come quella delle relazioni sindacali, che creò non pochi imbarazzi).
Gradualmente le origini meramente sindacali dell’Unione si evolsero in un più strutturato intervento nelle politiche di sviluppo del territorio, tuttavia, molte sono le critiche storicamente mosse agli imprenditori napoletani, spesso accusati di aver vissuto all’ombra di un assistenzialismo statale, artefici di una strategia fondata più sull’opportunismo che su dinamiche innovative (De Rosa, 2004).
Oggi l’Unione degli Industriali di Napoli rappresenta un luogo privilegiato di aggregazione, espressione e tutela degli interessi imprenditoriali di un numero sempre crescente di aziende. La sua attuale base associativa è costituita da oltre 1.000 imprese piccole, medie e grandi, produttrici di beni e servizi, per un totale di circa 62mila addetti sul territorio provinciale. Tra i settori più rappresentati vi sono le attività manifatturiere, l’industria turistica, i trasporti, la logistica ed intermodalità, le telecomunicazioni e l’informatica, gli installatori, la sanità, il settore della consulenza e dell’ingegneria.
Le finalità dell’Unione restano essenzialmente impostate ad una precipua funzione di servizio, anche se hanno ricevuto un’articolazione più complessa e si propongono di svolgere attività di tutela, assistenza e rappresentanza degli interessi delle imprese nei confronti delle Istituzioni, della Pubblica Amministrazione, del mondo politico e sindacale e della società in generale. L’Unione offre alle sue associate servizi, iniziative ed informazioni su di un ampio ventaglio di aspetti strategici e gestionali della vita aziendale, favorendo collaborazione e confronto tra le aziende, nell’ottica già descritta di un comportamento “etico” volto a consolidare la costituzione di una rete interaziendale. In quanto tale, essa ha rappresentanti in quasi tutti gli Enti pubblici e privati (INPS, Ispettorato Regionale e Provinciale del Lavoro, Camera di Commercio, Commissioni Tributarie, Sezioni Circoscrizionali per l’impiego, Università). Le oltre 1.000 imprese associate possono contare su un’organizzazione che le aiuti ad affrontare i problemi di ogni giorno e a fare le scelte strategiche giuste nei momenti più importanti senza mai trascurare il rapporto con il territorio.
L’Unione garantisce ai suoi associati un aggiornamento costante e frequenti occasioni di approfondimento; suo obiettivo principale è quello di creare valore aggiunto per le imprese sul territorio diventando il centro propulsore della cultura imprenditoriale e manageriale. Ciò rientra senza dubbio in una più ampia accezione di responsabilità sociale d’impresa suggerita dall’Unione e condivisa dalle sue associate.
2. Il Centro Studi
(...) I suoi Quaderni rappresentano un primo passo del rinnovato impegno dell’Unione degli Industriali di Napoli che si propone di individuare, analizzare e superare quel gap che allontana il Sud dal resto d’Italia per passare alla fase delle proposte, degli interventi e degli impegni che devono rappresentare il vero scopo dell’Associazione degli imprenditori napoletani. Per far ciò, il Centro Studi ha predisposto e sottoscritto nuovi protocolli d’intesa, nuove ipotesi di collaborazione con le altre realtà operative sul territorio, la più importante, ai fini delle attività del Centro, quella con le Università napoletane.
Il Centro Studi pratica un’attività scientifica e sistematica di indagine; conduce analisi e ricerche su argomenti di carattere economico, sociologico e tecnico; offre consulenza tecnica agli Organi dell’Unione su invito del Presidente e azioni di supporto alla progettazione di iniziative economiche e finanziarie d’intesa con le aree tecniche di competenza; produce, infine, indagini ed approfondimenti su tematiche di interesse produttivo.
Tra le iniziative promosse dal Centro tra il 2007 ed il 2008 si ricorda “Cultura” progetto finanziato dalla Camera di Commercio Napoli, nel quale vengono trattate L’impresa culturale per lo sviluppo del territorio,e La cultura come industria promettente per il “sistema Napoli”, che si riprometteva di favorire un più stretto legame tra cultura e mondo delle imprese di Napoli e provincia. Entrambi gli argomenti sollecitavano la riflessione dell’impresa su se stessa e sul suo ruolo di attore sociale.
(...) Per alimentare il confronto tra le migliori energie operanti in città e i massimi rappresentanti delle istituzioni nazionali ed europee, il Centro si fa promotore, nel maggio del 2009, di un ciclo di seminari sul tema dell’open innovation. Nato negli Stati Uniti, si tratta di uno strumento che, attraverso il web, mette in comunicazione imprese, mondo della ricerca e talenti alimentandone le opportunità partendo da talento e creatività, componenti che a Napoli e nel Sud certamente non mancano. L’attività del Centro Studi si è rivolta anche alla creazione ed alla diffusione sul territorio provinciale della “cultura d’impresa”. Tra le numerose iniziative ricordiamo il convegno tenutosi lo scorso 23 settembre 2009 presso la sede dell’Unione degli industriali a Piazza dei Martiri, sul tema Sindaci e imprenditori: il contributo della cultura d’impresa alla politica del territorio.

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