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  Dicembre 2012

Articoli n° 03
APRILE 2009
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di Raffaella Venerando

Emergenza credito Recuperare liquiditÀ È la vera prioritÀ

intervista: Gorga: «Il credito sano, questa l’offerta
delle banche italiane piÙ prudenti di altre»



intervista:

Gorga: «Il credito sano, questa l’offerta
delle banche italiane piÙ prudenti di altre»



Luigi Gorga,
Presidente ABI Campania


Presidente Gorga, dal territorio campano giungono preoccupanti segnali di criticità. Ad oggi, qual è la situazione creditizia nella nostra regione e quali sono le strade scelte dall’Abi Campania per sostenere il tessuto produttivo?
È d’obbligo partire con una premessa: il sistema bancario italiano, rispetto a quello di altri Paesi europei e mondiali, è particolarmente sano per effetto di un’attenta ed oculata gestione del credito portata avanti nel tempo. Nonostante questo, è evidente che l’attuale situazione è particolarmente delicata. A fronte di problematiche di tipo straordinario è giusto che vengano messe in campo delle soluzioni altrettanto straordinarie. Non a caso poco dopo l’inizio della crisi, Abi e Confindustria a livello nazionale hanno istituito un Tavolo tecnico per affrontare le problematiche relative al rapporto tra banche e impresa, mettendo a punto interventi che negli ultimi giorni si stanno riproponendo anche a livello provinciale. Questo Tavolo tecnico, costituito dalle banche presenti sul territorio e da una delegazione di Confindustria ha come punti di riferimento nel colloquio e nelle trattative quattro argomenti principali: l’esigenza di accelerare l’incasso dei crediti vantati dalle imprese nei confronti della Pubblica Amministrazione (debito stimato tra i 50 e i 60 miliardi di euro a livello nazionale ndr); la necessità di potenziare i Confidi; la necessità di favorire una maggiore patrimonializzazione delle aziende attraverso un'azione sia fiscale, sia finanziaria ed infine, la necessità di ottenere una maggiore trasparenza sui rating delle imprese.
Tra tutti e quattro i punti in Campania, ma più in generale al Sud, il nodo cruciale è proprio la difficoltà - da parte delle imprese - ad incassare i crediti vantati nei confronti della Pubblica Amministrazione. È un problema rilevante, soprattutto se si tiene conto che, nel Mezzogiorno, oltre il 60% dell’economia è basata sul rapporto tra imprese e P.A..
Quindi a livello locale, quali contromisure ha messo in campo l’Abi Campania?
Con la Confindustria napoletana sono allo studio due importanti iniziative: innanzitutto una moratoria delle rate per mutui e leasing relativi a beni strumentali che garantirebbe alle imprese di rinviare il pagamento delle rate in scadenza.
Sarà, poi, individuato un meccanismo per agevolare la ricapitalizzazione delle imprese napoletane, in molti casi imprescindibile se ci si vuole mettere al passo con gli standard richiesti da Basilea 2. L’imprenditore dovrebbe così farsi carico di una quota modesta, mentre la banca finanzierebbe la gran parte dell'operazione, con una garanzia di copertura da parte dei Confidi. Una maggiore capitalizzazione garantirebbe alle imprese un rating migliore e quindi condizioni di accesso al credito migliori.
Una terza iniziativa vede, invece, il coinvolgimento della Regione Campania. Sarà proposto alla Regione Campania di finanziare il fondo nazionale di garanzia per le piccole e medie imprese che la Legge n. 2 del 2009 ha riconosciuto idoneo strumento di mitigazione del rischio di credito, capace di offrire al territorio un valido e concreto contributo al miglioramento dell’accesso al credito delle imprese.
Sempre di concerto con l’Ente regionale, l’Abi Campania ha già in atto dei Protocolli di Intesa volti - ad esempio - ad agevolare l’acquisto della prima casa, a migliorare l’accesso al credito degli imprenditori del settore agricolo attraverso la realizzazione degli interventi previsti dal Programma di Sviluppo Rurale. L’Abi Campania insieme alla Regione sta lavorando anche a un fondo per il consolidamento delle passività bancarie, mediante l’utilizzo di risorse regionali.
L’altro fronte su cui tutto il sistema bancario spinge è la creazione di un Confidi fortemente capitalizzato e ben strutturato, che possa colloquiare con le banche utilizzando lo stesso “linguaggio”.
Un Confidi particolarmente forte e ben strutturato potrebbe avere un ruolo strategico nel migliorare l’accesso al credito e rendere ancora più costruttivo per il territorio il rapporto banche imprese.
Il costo del denaro è diminuito ma le banche campane hanno aumentato lo spread…
Innanzitutto va detto che sono in sensibile calo i tassi sui prestiti, sia alle imprese che alle famiglie (tornati sui valori dell'estate 2005 e 2006). Circa lo spread è stata una scelta condizionata e obbligata a seguito dell’aumento dei tassi dell’interbancario sul mercato internazionale, ovvero del costo del denaro tra una banca ed un’altra. La crisi, infatti, a livello mondiale ha determinato un calo vertiginoso di fiducia facendo innalzare di pari passo la percezione di un elevato rischio di controparte. Necessariamente, quindi, se aumento il costo del denaro all’acquisto, aumenterà anche il prezzo di vendita.
Come giudica, invece, la proposta del Governo di delegare ai Prefetti la vigilanza sulle banche per controllare la concessione di prestiti a famiglie e imprese?
Ovviamente collaboreremo. Vigilare sull’operato delle banche italiane è comunque il compito precipuo della Banca d’Italia. Ulteriori controlli - in particolare sulla bontà dell’utilizzo dei fondi messi a disposizione dai Tremonti bond - non devono minare la delicatissima fase della valutazione del merito creditizio che deve essere autonomamente svolta dalla banca. Le banche italiane non devono mai smettere di concedere credito in maniera selezionata, giusta ed oculata perché è stata quella la forza che ha permesso al nostro sistema di reggere l’urto della crisi. Faremo un danno all'economia se erogassimo credito a chi non può restituirlo.
Un’ultima domanda: ieri ma oggi ancora di più, cosa chiedono le banche agli imprenditori?
Un’impresa più capitalizzata, con una migliore e più strutturata organizzazione interna. Sono i requisiti indispensabili oggi per essere maggiormente competitivi.

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