I dieci anni della Ema di Morra De Sanctis,
protagonista in ricerca, innovazione, sviluppo e alta tecnologia
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di Filomena Labruna
I dieci anni della Ema di Morra De Sanctis,
protagonista in ricerca, innovazione, sviluppo e alta tecnologia
In Irpinia vengono prodotte le parti più avanzate dei nuovi motori ecocompatibili destinati agli ultimi aerei Airbus e Boeing
La diversificazione
della produzione
ha permesso alla Ema
di essere competitiva
nel campo
sia aeronautico
sia energetico
L’ingegner Filippo De Luca,
Presidente della Ema
Compie dieci anni l’Ema. Un traguardo celebrato il sette novembre con una cerimonia che si è aperta con i saluti del presidente Filippo De Luca e del direttore generale Otello Natale.
La società, che ha sede a Morra De Sanctis, si è specializzata nella produzione delle parti più avanzate dei nuovi motori ecocompatibili destinati agli ultimi aerei Airbus e Boeing. La Ema si pone tra le aziende protagoniste del polo aeronautico campano ed è proiettata su scenari produttivi internazionali. Nata nel 1998, con trenta unità in organico e un progetto ambizioso pienamente realizzato, tant’è che oggi impiega ben 350 dipendenti, vanta un fatturato di oltre 50 milioni di euro. Un avvio segnato da grandi difficoltà, brillantemente superate.
Gli impianti e i macchinari, fermi da anni, furono tutti ricollaudati o sostituiti per intero. Tecniche e tecnologie, inesistenti in Italia, furono gradualmente apprese. Nel tempo non sono mancati momenti difficili, come quelli legati all’undici settembre 2001, con l’attentato alle Torri gemelle a New York, quando furono azzerati tutti gli ordini per il 2002. Una crisi che costrinse il management dell’azienda a sviluppare una seconda linea di produzione, quella per le turbine per la produzione di energia elettrica.
Tante difficoltà che hanno reso ancora più densa di significato e valore la celebrazione del decennale. Oggi l’azienda di Morra de Sanctis è una delle pochissime società al mondo che detiene tutto il know how delle microfusioni d’altissima qualità.
«La nostra attività - spiega il direttore generale Otello Natale - fin dall’inizio è stata caratterizzata da una forte propensione verso la ricerca e l’innovazione. Fattori che si sono rivelati strategicamente vincenti soprattutto negli ultimi anni, tanto è vero che stiamo erodendo quote di mercato ai concorrenti del Nord America, ben più grandi di noi e con una lunga storia».
Lo stabilimento irpino si estende su un’area di circa 60.000 metri quadrati. Il 98 per cento dei 350 dipendenti proviene dell’Irpinia, con una componente femminile del 30 per cento. L’Ema al suo interno ospita anche un nido aziendale, l’unico della Campania, dove attualmente sono accuditi quindici bambini. Anche questo aspetto contribuisce a trasmettere un’immagine positiva e moderna dell’azienda.
Nel corso della cerimonia organizzata per il decennale il presidente Filippo De Luca ha ripercorso le tappe che hanno portato l’Ema a diventare azienda leader nel settore aerospaziale.
«Tutto ebbe inizio nel 1998 - afferma De Luca - con la presenza costante di tecnici inglesi che rimasero in azienda con noi fino al 2004. Poi l’azienda è decollata con le proprie forze, sviluppando i programmi di ricerca e sviluppo di avanguardia tecnologica, realizzando autonomamente innovazioni ai processi. Oggi la società è specializzata in produzione di alta tecnologia (pale per rotori e statori in leghe speciali a base di nichel e cobalto) per turbine di motori per aerei e per centrali elettriche. La produzione è principalmente destinata ai clienti del calibro di Rolls Royce, Itp, Ansaldo Energia, Avio, Turbocare, Energomash e Mtu».
Oggi l’Ema guarda al futuro con grande fiducia ed ottimismo.
«La diversificazione della produzione - spiega il direttore generale Otello Natale - ha consentito che fossimo competitivi sia nel campo aeronautico che energetico. Riguardo a quest’ultimo stiamo mettendo a punto progetti che prevedono l’applicazione di nuove leghe per aumentare le prestazioni delle fusioni. Tra i programmi futuri figura anche una convenzione con il polo tecnologico dell’Università di Napoli per assegnare borse di studio a tirocinanti e tesisti e sviluppare un network tecnologico in Campania».
«Oltre ai comparti trainanti dell’innovazione e della ricerca - continua Natale - c’è grande sensibilità e serietà per quanto concerne l’attuazione delle norme riguardanti la sicurezza sul lavoro».
Nel campo della ricerca un pool di settanta persone è al lavoro per consentire all’azienda di mettere a punto materiali e soluzioni in grado di superare i già alti standard di qualità e collocare sul mercato prodotti sempre più innovativi. All’interno dello stabilimento opera un dipartimento che ospita i ricercatori, per lo più ingegneri aeronautici, meccanici, fisici. Grazie a questa equipe di primissimo livello e alla decisa politica di espansione aziendale l’Ema ha ottenuto commesse importantissime in Europa, negli Stati Uniti d’America e nei paesi dell’Est.
Attualmente è una delle fonderie più all’avanguardia che produce fusioni di precisione con la tecnica della “cera persa” e grazie alle microfusioni di ultima generazione caratterizzate da un processo di solidificazione che massimizza la resistenza del componente.
La gamma dei prodotti è vasta, si va dalle palette per motori di elicotteri di cinquanta grammi a quelle molto grandi per le turbine per la generazione di energia elettrica, alle parti più avanzate dei nuovi motori ecocompatibili destinati agli ultimi aerei Airbus e Boening.
L’ultima scommessa è il nuovo reparto produttivo denominato “core room”, ovvero il “reparto anime” dove si realizzano i componenti in materiale ceramico dalle geometrie estremamente complesse che vanno a formare la parte interna delle microfusioni in metalli, core business di Ema, frutto di una sinergia tra due grandi nomi dell’industria mondiale, la Rolls Royce che detiene il 51 per cento delle azioni e Finmeccanica che invece mantiene il 49%. Ogni giorno dallo stabilimento escono turbine che generano l’energia che fa decollare l’Airbus A 380 (il superjumbo da 550 posti) e il nuovissimo Boeing 787 Dreamliner.
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