Banca UBAE: un ponte tra culture,
realtÀ e lingue diverse
Marco Ferrario
Direttore Generale
di Banca Ubae
Supportare e sviluppare il commercio italiano ed europeo verso il Mediterraneo:
questa la mission dell’istituto di credito italiano protagonista in Europa e nel mondo
Quando lo scorso giugno ho assunto l’incarico di nuovo Direttore Generale di Banca UBAE, il mio mandato prevedeva di rendere l’offerta della Banca sempre più ampia e diversificata anche nel ramo dei prodotti finanziari facendo leva sull’esperienza acquisita nel trade banking e sviluppare le aree del Merchant e dell’Investment Banking, convogliando i capitali e intermediando l’investimento estero in Italia.
La nuova operatività, recentemente concessa da Bankitalia sull’investiment banking in paesi come la Libia, l’Algeria, l’Egitto, il Marocco e la Tunisia ne era il complemento.
Il mio impegno è stato subito rivolto al consolidamento delle posizioni di Banca UBAE come primo partner per le aziende italiane ed europee che vogliono sviluppare il loro business verso il Mediterraneo.
Abbiamo lavorato intensamente e questi primi sei mesi sono stati ricchi di esperienze e risultati. Abbiamo ampliato il numero di paesi dove la Banca è attiva e fortemente rafforzato il nostro sistema di relazioni di corrispondenza bancaria, perché questo è il primo strumento di sviluppo al servizio della nostra clientela.
Vogliamo aprire nuovi mercati agli imprenditori italiani, verso paesi e regioni del mondo ancora economicamente “inesplorate”.
Ma nel frattempo il mondo dell’economia e della finanza ha visto cedere le sue fondamenta vivendo un periodo storico di straordinaria turbolenza e instabilità: le relazioni internazionali stanno mutando improvvisamente e portano alla ribalta nuovi protagonisti che, con la loro più rilevante presenza sullo scenario finanziario, potrebbero cambiare completamente il quadro politico ed economico di vaste regioni. Sentiamo parlare, di una nuova Bretton Woods dove rinegoziare regole e comportamenti; della necessità di tornare a legare il mondo della finanza all’economia reale come dichiarato dal nostro Ministro Tremonti; di un maggiore protagonismo dei governi e delle Banche Centrali.
Lo spettro di una recessione globale è tangibile, gli analisti economici e finanziari convergono su analisi che invocano nuove regole e nuovi paradigmi.
La sensazione è quella della fine di un ciclo che aveva visto il suo sviluppo imperniato sulla centralità della finanza: motore della produzione e strumento per lo sviluppo degli scambi.
Ma il fallimento della Lehman Brothers e l’elezione del nuovo Presidente degli Stati Uniti, sono due simboli straordinari del cambiamento che stiamo vivendo e del superamento di steccati economici e politici prima impensabili.
Si è evocato il ’29, ma in realtà il dibattito si è già ottimisticamente spostato sul come uscire dalla crisi; e se le politiche liberiste ci sembrano improvvisamente vecchie, poco efficienti e potenzialmente rischiose, le politiche di stampo Keynesiano sembrano vivere una nuova primavera invocando la richiesta di interventi pubblici massicci a sostegno della solidità e dello sviluppo del sistema.
La soluzione sarà trovata, come sempre, in un compromesso tra queste posizioni, ma sono certo nel prossimo futuro l’attenzione sarà maggiormente rivolta all’economia reale: innovazione, produzione e scambio. E l’economia reale avrà sempre più bisogno di nuovi mercati dove proporre le sue merci, di intermediari efficaci e di garanzie reali sugli scambi.
É in questo nuovo contesto che la Banca dovrà realizzare i suoi obiettivi: il nostro futuro è da sempre proiettato verso i Paesi dell’Africa e del Medio Oriente ad alta liquidità e potenzialità di sviluppo. Ma non solo. In questo nuovo contesto Ubae vuole aprirsi anche a nuove aree geografiche come l’Africa sub sahariana e il sub continente indiano. Tutti questi mercati hanno un fattore comune nelle grandi ricchezze a disposizione, figlie della disponibilità in materie prime, e stanno vivendo un periodo di rilancio economico prima d’ora mai visto. Il settore delle opere pubbliche infrastrutturali e la creazione di un tessuto economico produttivo, sono considerate priorità strategiche. Secondo l’ultimo rapporto di Capgemini il commercio internazionale cresce di circa il 6% l’anno e le aziende hanno speso 12 miliardi di dollari in servizi finanziari a supporto degli scambi e principalmente in lettere di credito.
Per cogliere queste opportunità, gli operatori italiani devono seriamente riconsiderare i loro piani industriali, guardare sempre più oltrefrontiera e rivolgersi ad intermediari finanziari idonei a soddisfare i loro bisogni in uno scenario geopolitico e geoeconomico profondamente modificato. Il sistema bancario italiano, tranne rare eccezioni, non è mai stato particolarmente incline all’assunzione di rischi transfrontalieri in determinate aree geografiche.
Banca UBAE invece nasce nel 1972 come Unione delle Banche Arabe ed Europee, una società a capitale misto Italo Arabo.
Già dal nome si comprende la volontà dei fondatori di costruire un ponte tra culture, “mondi” e lingue diverse.
Per questo la banca non ha scelto dove meglio allocare il proprio sviluppo, ma è nata per svilupparsi nell’area del bacino del Mediterraneo, dove con professionalità e tenacia da 36 anni occupa una posizione di riferimento nel mercato del commercio estero.
Banca UBAE è una banca specializzata nel business del trade banking e concentrata geograficamente nell’area del Nord Africa e Medio Oriente.
I nostri fondatori sono stati i principali gruppi bancari e industriali italiani del tempo, le banche centrali e le più importanti banche statali dei paesi arabi. La nostra missione era allora ed è oggi quella di supportare e sviluppare il commercio italiano ed europeo con il mondo arabo.
Oggi Ubae mette a disposizione del “Sistema Italia” una rete operativa in più di 30 paesi dell’area Mediterranea con oltre 450 relazioni di corrispondenza bancaria, che genererà un turnover nel 2008 in termini di lettere di credito e garanzie a supporto degli scambi commerciali di quasi 8 miliardi di euro, in forte aumento rispetto al 2007.
Operiamo con mercati straordinariamente ricchi di liquidità e con aspettative ancora migliori per il futuro. Malgrado le turbolenze politico/sociali, il mondo finanziario delle aree di sviluppo della Banca è stabile, preparato e nel suo complesso affidabile.
La nostra approfondita conoscenza delle realtà locali e le eccellenti relazioni bilaterali costruite nel corso degli anni, unitamente a validi strumenti di analisi e previsione andamentale, ci hanno sempre consentito di ben gestire e mitigare il livello di rischio paese.
Una grande soddisfazione è che oggi Banca UBAE ha acquisito una identità più marcata e di conseguenza è più facile da capire. Se ieri poteva essere confusa come filiale italiana di una banca Araba, oggi Banca UBAE è sempre di più individuabile come banca italiana protagonista in Europa e nel mondo.
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