I dieci anni della Ema di Morra De Sanctis,
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Donne, imprese e comunicazione
nel nuovo scenario multimediale
Il private equity come strumento di sviluppo
L’uomo e il valore dei beni relazionali
di Francesco Marino, Vescovo di Avellino
L’uomo e il valore dei beni relazionali
Il lavoro, come la vita, va affrontato con saggezza e intelligenza progettuale
Bisogna sostenere
con intelligenza
e coraggio
le nostre imprese
in un mondo globalizzato in cui la qualità
del prodotto gioca
la parte dominante nell’interscambio
e nella crescita economica
Monsignor Francesco Marino
Papa Benedetto XVI nell’enciclica “Deus Caritas Est” ci dona una riflessione densa di suggestioni per l’agire, per la vita e, quindi, anche per il pensiero economico.
L’idea di Benedetto XVI sviluppa in modo originale nell’orizzonte delle scienze sociali, la tripartizione dell’amore in eros, philia e agape.
Un tema centrale dell’enciclica è la forte unità dell’amore umano: l’amore è, al tempo stesso, uno e molti.
L’amore è amore erotico, amore amicale, amore agapico. Questa antica teoria entra per la prima volta in modo sistematico e centrale in una enciclica papale, e, per la prima volta da un Papa viene ribadita la potenziale armonia tra le varie forme dell’amore. Opporre eros a philia o ad agape significherebbe non solo non essere in linea con il senso profondo dell’insegnamento del Cristo, ma anche avviare l’esistenza umana su di un sentiero senza felicità.
L’amore dell’eros è amore di desiderio, amore “ascendente”.
L’amicizia è una forma di amore che ama se riamato, un amore senza gratuità.
L’agape quale amore entra nella storia proprio mediante la visione cristiana del mondo: l’antico termine agape viene ricodificato dal cristianesimo per poter declinare l’amore di Gesù, del crocifisso che dà la vita non solo per gli amici. La parola del nostro lessico che mi par rendere meglio l’idea di agape è gratuità, perché dice non un “fare” ma un “essere” che aiuta ad entrare in rapporto con la vita e il lavoro, con saggezza ed intelligenza progettuale.
Amori diversi, dunque, ma sempre di amore si parla, sebbene l’eros e la philia siano sempre soggetti alla tentazione della chiusura, se non toccati e purificati dall’amore agapico; al tempo stesso, il dono dell’agape è amore sostenibile e pienamente umano se ha la passione e il desiderio dell’eros, e la libertà della philia. Solo un amore a più dimensioni è davvero amore cristiano, pienamente umano e attuativo della progettualità anche del lavoro.
Questa riflessione che traggo dall’enciclica papale mi è di aiuto per parlare al cuore di ognuno, per dare un nuovo slancio, pur nella difficile e complessa congiuntura economica che stiamo vivendo: la preoccupazione per il lavoro e lo sviluppo, per le famiglie e i giovani. Ritengo che sia necessario sostenere con intelligenza e coraggio le nostre imprese in un mondo globalizzato in cui la qualità del prodotto gioca la parte dominante nell’interscambio e nella crescita economica.
Attraverso il lavoro deve essere recuperata la dimensione relazionale dell’economia attraverso nuove forme di partecipazione valorizzando le esperienze dell’economia civile, del terzo settore, dell’impresa non profit, della cooperazione, dell’economia etico-solidale, delle nuove attività di cura e di mutualità; campi questi dove l’associazionismo cristiano sta già realizzando rilevanti esperienze che devono essere assunte dalla comunità civile nella prospettiva d’importanza capitale per l’uomo dei “beni relazionali” e della fraterna comunione.
Il mio augurio è che l’Irpinia, terra operosa che ha visto la sua gente protagonista nel dopoguerra del cambiamento socio-economico, possa ritrovare con la sua laboriosità nuove idee che attrezzino prospettive e futuro alle nuove generazioni. |