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  Dicembre 2012

Articoli n° 10
DICEMBRE 2008
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SanitÀ e non profit
I vantaggi di una relazione sinergica


Una ricerca di Srm rivela come le organizzazioni non a scopo di lucro
possano ben supportare le attività del Sistema Sanitario Nazionale

La relazione tra le organizzazioni non profit e quelle del Sistema Sanitario Nazionale può essere tanto virtuosa quanto critica e complessa.
A fare la differenza il grado di conflittualità tra non profit e pubblico


In Campania nonostante sia presente un’offerta piuttosto articolata,
resta evidente la non adeguatezza
delle performance della sanità pubblica rispetto alle esigenze territoriali
cui vanno ad aggiungersi la scarsa efficienza e le ridotte risorse finanziarie

Francesco Saverio Coppola
Direttore SRM
info@srmezzogiorno.it

“Il Ruolo del Non Profit in Sanità: il caso della Campania” è il titolo dell’ultima ricerca dell’Associazione Studi e Ricerche per il Mezzogiorno (soci fondatori: BIIS - Banca Infrastrutture Innovazione e Sviluppo - Banco di Napoli, Compagnia di San Paolo, Imi Investimenti, Intesa Sanpaolo, Istituto Banco di Napoli Fondazione) che verrà presentata l’11 dicembre a Napoli presso l’Istituto Banco di Napoli Fondazione (sala Marrama), via Tribunali, 213 con la partecipazione di esponenti importanti locali e nazionali nelle vesti di rappresentanti del mondo del Non Profit, della Sanità, delle Università e delle Istituzioni.
Si tratta di uno studio che nasce dal protagonismo che hanno acquisito nel nostro Paese le Organizzazioni Non Profit nell’ambito della sanità.
Esse, infatti, se sono correttamente integrate nel sistema di progettazione e di offerta del sistema sanitario possono svolgere un ruolo importante come l’attenuamento di quelle tensioni finanziarie che spesso compromettono il livello di soddisfazione della domanda di servizi socio-sanitari.
Si determina, così, una situazione nella quale da un lato, c’è un SSN (Sistema Sanitario Nazionale) che, non potendo, per diverse ragioni, occuparsi in maniera diretta di quella parte della salute dei cittadini relativa all’attività socio-sanitaria, richiede l’azione delle Organizzazioni Non Profit e, dall’altro, vi sono organizzazioni della società civile che rispondono alle richieste dei cittadini e delle istituzioni pubbliche con un’offerta di servizi.
Tuttavia si riscontrano delle difficoltà di integrazione tra organizzazioni Non Profit che operano nel settore socio-sanitario e quelle del Sistema Sanitario Nazionale tali da rendere tale relazione sì virtuosa ma, allo stesso tempo, anche critica e complessa.
Infatti, bisogna dire che la capacità di integrazione con il pubblico (o il grado di “conflittualità” con esso) dipende da quanto il pubblico riesca a sostenere questo tipo di organizzazioni in un’ottica che non è la mera razionalizzazione dei servizi esistenti ed il mero abbassamento dei costi. Incidono poi tanti altri fattori come, ad esempio, lo sviluppo economico, sociale e culturale o il grado di diffusione di organizzazioni Non Profit più orientate su frontiere di sperimentazione e innovazione o ancora la chiarezza dei processi interni delle aziende sanitarie che agevola l’individuazione dell’attività da esternalizzare al Non Profit con una contrattualistica chiara e puntuale.
Nella ricerca si è ritenuto opportuno analizzare scrupolosamente il modo e il contesto in cui il Sistema Sanitario Nazionale ed il Non Profit si scambiano relazioni di contenuto sanitario e socio-sanitario al fine di individuare i driver dello sviluppo della suddetta relazione.
Al fine di conseguire questi obiettivi, sono stati studiati parallelamente per il Non Profit e per la sanità i cambiamenti generati dall’evoluzione normativa, la struttura organizzativa e operativa, la loro caratterizzazione sul territorio servendosi anche di alcune interviste rivolte agli esponenti dei settori che operano in Campania nonché ad alcuni esponenti che operano in Lombardia, considerata, in questa ricerca, la regione benchmark.
Negli ultimi anni, il fenomeno Non Profit ha manifestato una costante crescita sia quantitativa che qualitativa: sono nate in questi ultimi quindici anni diverse “forme giuridiche” di organizzazioni non votate al profitto.
Sulla base dell’indagine Istat del 2001, le istituzioni Non Profit che operano nell’ambito del settore sanitario sono in Italia pari a 9.676, circa il 4% del totale di 221.412. Tutto però lascia immaginare che la tendenza degli ultimi anni sia stata verso una ulteriore crescita, sia in valore assoluto che in termini relativi delle organizzazioni Non Profit che si occupano di materie sanitarie e socio-sanitarie.
Considerando la ripartizione territoriale, le organizzazioni Non Profit che svolgono in modo prevalente le loro attività nel settore sanitario, sono concentrate in modo particolare nel Nord, soprattutto in Lombardia e sono ben strutturate, mentre nel Mezzogiorno sono in numero ridotto e di più piccola dimensione e, dall’indagine empirica, è emerso anche che esse dispongono di una struttura ancora informale.
Anche per la Sanità pubblica, in senso stretto, è stato tracciato un quadro della struttura, dell’organizzazione e delle caratteristiche territoriali dal quale emerge una posizione predominante delle regioni del Nord (in particolare della Lombardia) in merito alle performance territoriali dell’offerta sanitaria. Completamente diversa è la realtà meridionale, soprattutto in Campania dove, nonostante sia presente un’offerta sanitaria abbastanza articolata, resta evidente la non adeguatezza rispetto alle esigenze territoriali cui si aggiunge il problema della scarsa efficienza e delle ridotte risorse finanziarie, situazione che degenera nell’accumulo di debiti e quindi di un forte disavanzo.
Dall’analisi delle caratteristiche strutturali, economiche e normative dei due mondi presi a riferimento nei diversi contesti territoriali, è stato elaborato un modello interpretativo che vede proprio nel fattore politico istituzionale, nell’adeguatezza del Sistema Sanitario Nazionale e nel fattore economico e socio-culturale la chiave per lo sviluppo della capacità di integrazione Non Profit/Sanità.
Infatti, laddove c’è un orientamento politico favorevole alla concorrenza (modello del “quasi mercato”), una buona capacità organizzativa, un soddisfacente livello di sviluppo economico, culturale e sociale, ma soprattutto un Sistema Sanitario adeguato alle esigenze territoriali con una gestione efficiente ed efficace, la sanità eleva un’azione propulsiva nei confronti del Non Profit, poiché, quest’ultimo di fronte ad un tale scenario, per poter operare, dovrà dotarsi di una struttura altrettanto adeguata e dovrà pensare attentamente a quali servizi socio-sanitari intende erogare nonché alla quantità e alla qualità degli stessi. Tale situazione finisce col qualificare meglio il dialogo tra i suddetti soggetti.
Viceversa, laddove è presente un sistema sanitario meno efficace (come in Campania) e più problematico, l’attività del settore Non Profit tende a focalizzarsi in linea generale su quei servizi erogati dal SSN con minore efficienza ed efficacia nell’azione. Si avverte, in tali contesti, una tendenza del Non Profit ad assumere di fatto un ruolo di sostituzione alle competenze della sanità generando, in questo modo, una maggiore conflittualità del rapporto ed un minore riconoscimento da parte del Sistema Sanitario Nazionale.
Per un miglioramento della relazione è evidente che occorre agire su tutte le macrovariabili, anche se alcune, come quelle economiche e socio-culturali avranno effetti nel lungo periodo. Per la Campania, in particolare, diversi sono gli interventi da realizzare per favorire lo sviluppo di giuste relazioni tra il Non Profit e la sanità. Innanzitutto deve essere necessariamente fermato il ricorso al Non Profit come modo per abbassare i costi dei servizi sanitari. Sul lato dei costi bisognerà agire in altro modo: ad esempio attraverso la razionalizzazione delle strutture esistenti, quindi concentrandosi sul miglioramento dell’efficienza del SSN.
Si deve chiedere, però, anche al Non Profit di strutturarsi meglio, con maggiore e migliore professionalità, managerialità e autonomia finanziaria.

Per maggiori informazioni www.srmezzogiorno.it.

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