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Sicurezza sul lavoro: molto si È fatto, tanto resta da fare
Sicurezza sul lavoro: molto si È fatto, tanto resta da fare
di Bruno BISOGNI
Se ne è dibattuto nel corso di un incontro promosso dall'Associazione imprenditoriale napoletana
Quando entrai in Confindustria, come direttore del Centro Studi, demmo vita a una ponderosa opera sullo stato della finanza pubblica, con accenti inevitabilmente critici per i nostri governanti. Proposi allora di affiancare a questo impegno una iniziativa forte per la sicurezza sul lavoro, ma trovai piuttosto tiepidi i miei interlocutori. Gli anni per fortuna non passano invano e mi ritrovo qui oggi a concludere i lavori di un convegno promosso sul tema dall'Unione Industriali di Napoli. E l'imprenditore che mi ha passato il testimone, il Presidente del Cosila (Consorzio per la salute e la sicurezza dei lavoratori sui luoghi di lavoro, ndr) Fabrizio Brancaccio, ha appena svolto il suo intervento con una passione che non avrebbe meglio  potuto esprimere neppure un esponente della sinistra radicale». Il Presidente delle Ferrovie dello Stato Spa, Innocenzo Cipolletta, nell'avviare a termine i lavori del convegno "Sicurezza sul lavoro: etica e competitività", svoltosi il 19 gennaio, ha sottolineato così l'interesse e l'enfasi con cui relatori e platea imprenditoriale avevano saputo affrontare un argomento forse trascurato fino a qualche decennio fa. Cipolletta ha voluto ricordare anche un vivace scambio di battute avvenuto qualche ora prima. Il Presidente dell'Unione Industriali, Giovanni Lettieri, per evidenziare l'importanza data al tema della sicurezza sul lavoro, aveva rimarcato di essere intervenuto mesi prima a un convegno sul tema promosso in un quartiere della periferia napoletana da Rifondazione Comunista, tra decine di bandiere rosse. La replica dell'Assessore al Lavoro della Regione Campania, Corrado Gabriele, non s'era fatta attendere: «Era la restituzione dovuta di una cortesia, visto che qualche settimana prima Lettieri mi aveva “costretto” a indossare una maglietta con la scritta Confindustria per partecipare a una partita di calcio a scopo di solidarietà».
Al di là di simpatici aneddoti, il convegno ha messo in evidenza due cose fondamentali. Molti passi in avanti sono stati fatti sul problema dell'infortunistica. L'industria nel suo complesso ha fatto registrare, sempre su scala nazionale, la maggiore diminuzione di infortuni dal 2001 al 2005
(-18,1% contro il -8,2% registrato per il complesso delle attività produttive e dei servizi). Ma molto resta ancora da fare. «Quello della sicurezza - ha dichiarato Lettieri - è un problema culturale che non riguarda solo gli imprenditori. Ricordo ancora le telefonate ansiose del mio direttore di stabilimento in India. Mi informava che, per quanti sforzi facesse, gli operai continuavano a non indossare il casco in situazioni ad alto rischio. Da noi capita che, per incultura dell'imprenditore o degli addetti, si investa per dotarsi dei dispositivi previsti dalla legge, ma poi non li si applichi».
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