Cesvitec al servizio
della competitivitÀ
Grandi manovre nella Rete: nasce la “media company”
Grandi manovre nella Rete: nasce la “media company”
Roberto TRIOLA
Internet e la convergenza accelerano i cambiamenti strutturali dei mercati
e spingono le imprese IT, le Telcos, le web-company e i Media tradizionali
ad accordi strategici
Tutto ha avuto inizio con internet e a internet sta ritornando. La bolla del 2000 è un ricordo che fa male, ma le intese che stanno nascendo in questo 2006 sono ben lungi dall'avere le caratteristiche speculative dei movimenti borsistici di allora. Si configurano come una vera e propria rivoluzione nel posizionamento strategico delle grandi imprese nei mercati del broadcasting radiotelevisivo, dell'entertainment (musica e cinema), delle telecomunicazioni e dell'informatica. Quello che sta accadendo ha ancora caratteristiche “liquide”, ma a ben vedere le parole d'ordine sono chiaramente identificabili: internet, banda larga, contenuti on-demand e mobilità. E sono sostenute dalla crescita degli utenti in banda larga (come dimostrano i dati dell'Osservatorio per la Società dell'Informazione realizzato da Federcomin - v. tab. 1), che utilizzano la rete per applicazioni avanzate (telefonia, ma anche contenuti autoprodotti - quali blog e videoblog), e dal conseguente aumento della raccolta pubblicitaria on-line (v. tab. 2). Internet e la banda larga stanno creando una sterminata televisione via cavo che ci porta in casa dal video autoprodotto dell'aspirante Jimi Hendrix ottuagenario, alle rivendicazioni di Al Quaeda. E tutti puntano ora a diventare "media company" e a produrre e distribuire servizi e contenuti.
Prendiamo le telecomunicazioni. La voce rappresenta ormai una parte minoritaria del business delle grandi compagnie di telefonia fissa, che generano ricavi soprattutto grazie alla trasmissione dei dati sul protocollo internet (tipicamente contenuti quali video e musica). Il modello Skype ha addirittura accelerato questa transizione, permettendo telefonate vocali utilizzando il protocollo internet di trasmissione dei dati in luogo di quello voce.
La telefonia mobile sta seguendo la stessa strada, in ritardo, ma con maggiore velocità. La possibilità di navigare e scaricare dati sul telefonino (video e canzoni soprattutto) aumenta via via che si realizzano nuovi modelli. E il valore della mobilità - l'essere connesso sempre e ovunque - accelera questa tendenza. Le web company si stanno riorganizzando intorno a servizi, contenuti e soprattutto pubblicità. Google, nato come semplice motore di ricerca (un software per agevolare le ricerche in internet) è diventato prima un portale (aggregatore di contenuti prodotti da altri) e ora crea contenuti e servizi in proprio, lanciandosi peraltro - insieme ad e-Bay - nel nuovo mercato del click to call, la pubblicità interattiva su Internet. Nella telefonia su internet (Voice over IP) e-Bay ha già da qualche tempo acquisito Skype, lanciandosi fuori dal ristretto mercato delle aste on-line. Anche Yahoo - passato da semplice motore di ricerca ad aggregatore di contenuti - ha puntato sulla pubblicità, siglando non più tardi di qualche mese fa un accordo con e-Bay. Ma il nuovo sistema che permetterà di inviare agli utenti pubblicità mirate, legate alle loro ricerche, entrerà in funzione più tardi del previsto, solo a inizio 2007. Nel campo dell'informatica Microsoft ha dichiarato guerra alla Apple. Bill Gates prima ha firmato un accordo con Amazon per rendere scaricabili film e programmi televisivi su piattaforma Windows (anticipando in questo mercato iTunes, il negozio virtuale della Apple già leader mondiale dei brani musicali on-line da ascoltare tramite il lettore iPod, basato su piattaforma MacIntosh), poi ha presentato il lettore di brani musicali digitali Zune, basato su piattaforma Windows per cercare di scalfire il dominio di iTunes. I media tradizionali sono trascinati nell'arena dalla potenzialità della banda larga. Le major discografiche stanno firmando accordi a catena con i produttori di software peer to peer per creare portali web a basso costo per lo scaricamento legale dei contenuti musicali. La NewsCorp. di Murdoch ha acquistato per 500 milioni di euro MySpace - il più famoso sito di video (soprattutto musicali) autoprodotti dalla web community di utenti. La BBC punta a diventare una "media company" grazie al lancio di due nuovi progetti on-line: il primo prevede la possibilità di scaricare - a pagamento - trasmissioni televisive già una settimana dopo la loro programmazione; il secondo consentirà l'accesso gratuito, per uso non commerciale, tramite download, a milioni di ore di trasmissioni e a migliaia di vecchi filmati. In futuro i contenuti saranno disponibili anche per i telefonini. L'asse tra gli operatori media e quelli internet si sta dunque rinsaldando. E i telefonici? Anche loro puntano su internet, contenuti e mobilità. In Italia gli operatori ampliano la loro offerta oltre il mercato tradizionale di riferimento. Fastweb, H3G, Telecom, Tiscali, Wind e Vodafone - a vario titolo - puntano a offrire sempre meno voce e sempre più internet e video, sia su PC che su telefonino. La3 ha realizzato il primo palinsesto televisivo visibile su telefonino nato in Europa, sfruttando lo standard del digitale terrestre. La IP-TV di Fastweb conta già quasi 200mila utenti e offre i programmi di Sky. Alice Home TV di Telecom Italia ha siglato un accordo con la Twentieth Century Fox per offrire i film della Fox sul web.
L'evoluzione di internet impone scelte strategiche - come la recente riorganizzazione di Telecom Italia conferma. Il futuro delle Telecom non è certo quello di "trasportatori di voce", ma di "trasportatori di contenuti multimediali". Inclusa la pubblicità. Nella nuova partita delle "media company" - che vede al centro del campo il controllo di Internet - sono in tanti a voler giocare. Ma la Serie A - c'è da giurarci - sarà solo per pochi grandi player globali.
Ufficio Studi Federcomin
r.triola@federcomin.it
|