L’intervista
LUIGI NOCERA - i punti chiave
della nuova politica
di gestione dei rifiuti
L’intervento
LUCIANO MORELLI - I rifiuti in Campania
sono un problema civile
e sociale, non tecnico
L’intervista
DONATO CEGLIE - il nuovo codice ambientale ci espone a sanzioni
i punti chiave
della nuova politica
di gestione dei rifiuti
di Raffaella VENERANDO
Luigi NOCERA
Assessore all’Ambiente
Regione Campania
La giunta regionale ha deliberato il disegno di legge regionale in materia di gestione, trasformazione e riutilizzo dei rifiuti che è stato trasmesso al Consiglio regionale per la definitiva approvazione. Quali i punti chiave della nuova politica e perchè è stato opportuno riadeguare il piano rifiuti del '97?
Il piano non è stato riadeguato dall'assessorato ma dal commissariato, che è ancora l'organismo competente in materia di rifiuti. Era previsto dal decreto legge 245/05 convertito con legge 21/06 art. 1 comma 2.
L'emanazione del decreto legislativo n. 152 del 3 aprile scorso, che pure abbiamo fortemente contestato, ci ha obbligati ad una revisione e ad un adeguamento del Disegno di legge regionale in materia di rifiuti.
Il disegno di legge costituisce un importante strumento per favorire il superamento della fase commissariale e persegue una politica di gestione dei rifiuti incardinata in quattro punti: riduzione e prevenzione della produzione di rifiuti, priorità del riutilizzo, riciclo meccanico e recupero di materia e di energia, limitazione del flusso dei rifiuti destinati allo smaltimento, progressiva eliminazione della discarica.
Si tratta di un nuovo sistema di gestione integrata dei rifiuti, caratterizzato dal superamento dell'economia dei rifiuti, basata sulla tecnologia prevalente dello smaltimento in discarica, per avviare una nuova economia ispirata alla prevenzione, al recupero, al riutilizzo e al riciclo.
La giunta regionale della Campania, su sua richiesta, ha deciso di presentare ricorso contro il decreto legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 su "norme in materia ambientale". Perché?
A nostro avviso il decreto del 3 aprile è incostituzionale innanzitutto perchè rischia di svuotare le competenze regionali in materia di tutela e la salvaguardia ambientale e del territorio e perchè determinerebbe la scomparsa delle Autorità di bacino attualmente esistenti.
La normativa prevede, infatti, per ciò che concerne la difesa del suolo, il drastico superamento dell'articolazione territoriale in bacini idrografici mediante la definizione di più ampi distretti.
Ciò comporterebbe la soppressione entro il prossimo 30 aprile delle diverse Autorità di bacino attualmente esistenti e la loro aggregazione alle autorità di bacino distrettuali, di emanazione statale.
Una situazione che causerebbe un sostanziale accentramento dei poteri in capo al Ministero dell'Ambiente e un conseguente svuotamento di quelle regionali. Riteniamo che si sia trattato di un blitz di fine legislatura del governo Berlusconi.
Per far fronte all'emergenza dei rifiuti nel nuovo piano è prevista una ridefinizione degli Ambiti territoriali ottimali. Come funzioneranno?
Gli Ato, attraverso Autorità d'ambito, consorzi obbligatori tra Comuni e provincia di appartenenza, organizzano la gestione integrata del ciclo dei rifiuti e determinano gli obiettivi da perseguire per garantire criteri di efficienza e di efficacia nell'attuazione del servizio.
In particolare, l'Autorità d'ambito provvede all'organizzazione, all'affidamento ed al controllo del servizio integrato di gestione dei rifiuti. É chiaro che, come Regione, ci muoviamo secondo le normativa nazionale, poiché la potestà è statale.
Crede che con la nuova legge si sia imboccata finalmente la via d'uscita?
Sì perchè si inverte il modello di gestione rifiuti che non viene più a basarsi più solo sullo smaltimento, ma sulla prevenzione e sulla riduzione rifiuti. Il rifiuto, da problema, diviene risorsa.
|