Nuovo canale comunicativo
tra banca e sistema camerale
Rapporto Avellino 2005
Il commento degli imprenditori
I troppi perchÉ di un’Irpinia
a due velocitÀ
Subito un’inversione di tendenza negli interventi economici
Come uscire dalla crisi
che investe il territorio
POLITICA
Come uscire dalla crisi
che investe il territorio
Filomena Labruna
Occorre un modello di sviluppo che concili la valorizzazione delle tipicità del territorio con la modernizzazione tecnica e gestionale
I dati di Unioncamere per Giulia Cosenza, deputato di An ed ex Vice Presidente CCIAA di Avellino, evidenziano le grandi contraddizioni della provincia.
Dove sono i maggiori contrasti?
Aumenta il reddito procapite. Si rafforza la struttura imprenditoriale. Crescono i consumi e il valore aggiunto. Si innalza il tasso di propensione all'export che raggiunge il 12,4, il più alto della Campania. Ma diminuisce l'occupazione. In un anno sono stati persi 5000 posti di lavoro.
Da questo quadro emergono suggerimenti su come e dove incidere per sostenere il sistema economico locale?
Per affrontare le sfide del futuro bisogna costruire un modello di sviluppo capace di conciliare la salvaguardia delle tradizioni, la valorizzazione delle tipicità del territorio, la coesione sociale, con la modernizzazione tecnica e gestionale. Registro con favore come stia cambiando l'apparato produttivo irpino, maggiormente orientato rispetto al passato ad adottare modelli organizzativi più complessi, in un'ottica di filiera.
Che cosa significa?
É un fattore che lascia ben sperare sulla possibilità di conquistare nuovi spazi sui mercati nazionali e non. Accolgo positivamente anche i dati sul tasso di mortalità imprenditoriale che tocca il minimo, il 5%. E quelli sulla crescita dei settori, in particolare dei comparti legati ai servizi alle imprese, ai servizi sociali, agli alberghi e ristoranti, alle attività immobiliari e alle costruzioni. Ma è naturale che i percorsi futuri dell'economia irpina impongono l'impegno da parte di tutti.
Se c'è, quale può essere la spiegazione di dati così in contrasto?
L'aumento dei consumi e l'aumento del reddito procapite sono due indicatori che, messi in relazione all'aumento della disoccupazione, provano la grande diffusione del sommerso, una piaga più volte denunciata dalle organizzazioni sindacali. Diventa fondamentale l'attività di controllo da parte degli organi preposti che deve essere sempre più mirata ed efficace.
Si è sviluppato il settore automobilistico. Eppure le vertenze in questo comparto sono sempre spinose.
Va avanti positivamente il progetto della Confindustria riguardante la nascita della filiera dell'automotive. Ben venga la crescita e il radicamento dei grandi gruppi. Ma è indispensabile un'adeguata stabilizzazione dell'indotto.
Gli indici negativi sulle infrastrutture testimoniano le difficoltà irpine. Come intervenire?
Serve un miglioramento della qualità e dell'intermodalità con la rete nazionale ed europea. Servono infrastrutture, non solo di trasporto, ma anche immateriali e tecnologicamente avanzate come collante del tessuto di impresa.
Come uscire dalla crisi?
Una ricetta salvifica non esiste. Per uscire dal tunnel bisogna partire dai settori maggiormente in difficoltà. In primis la concia, che nel 2005 non è stata più competitiva sui mercati internazionali. Dall'inizio del 2006 giungono segnali di ripresa che lasciano ben sperare. É necessario comunque continuare ad attivarsi con interventi di ristrutturazione, finalizzati ad un rilancio della ricerca e dell'innovazione tecnologica, attraverso un contratto di programma, al quale sarebbe necessario che aderissero tutte le aziende, con progetti seri di formazione, ricerca, innovazione tecnologica. Bisogna, infine, valorizzare le potenzialità locali, cercando di coniugare alle iniziative un sensibile incremento occupazionale. Tutti noi dobbiamo lavorare per affrontare al meglio le sfide del futuro. |