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  Dicembre 2012

Articoli n° 5
GIUGNO 2006
 

confindustria avellino - Home Page
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Nuovo canale comunicativo
tra banca e sistema camerale

Rapporto Avellino 2005
Il commento degli imprenditori

I troppi perchÉ di un’Irpinia
a due velocitÀ

Subito un’inversione di tendenza negli interventi economici

Come uscire dalla crisi
che investe il territorio



CONFINDUSTRIA
Rapporto Avellino 2005
Il commento degli imprenditori

Ancora troppo ampio il divario economico esistente fra l’Irpinia e il resto del Paese

Filomena LABRUNA

Armando Pulzone, consigliere della Camera di Commercio e vicepresidente della sezione Trasporti dell'Unione Industriali di Avellino, non nasconde la sua preoccupazione per alcuni dati emersi dal rapporto dell'ente camerale presentato nella IV Giornata dell'Economia: «Il gap infrastrutturale è preoccupante, l'Irpinia ha bisogno di una piattaforma logistica per i trasporti che garantisca servizi di qualità alle imprese».
Un problema che Pulzone aveva già sollevato durante la Giornata dell'Ascolto a Bari, ricevendo un attestato di stima dal presidente di Confindustria Montezemolo.
L'indice generale della provincia relativamente alla dotazione infrastrutturale è pari al 66.8 rispetto a quello nazionale (pari a 100). Ancora più evidente il ritardo sulle strutture e reti telefoniche e telematiche e sugli impianti e le reti energetico-ambientali.
«É la conferma che la nostra provincia manca ancora di un piano trasporti rispondente alle esigenze del territorio. Nell'attuale situazione diventa difficile rafforzare le imprese già operative sul territorio - precisa Pulzone, amministratore della Cimed di Volturara - e incentivare nuovi investimenti. Come esponente dell'Unione Industriali ho intenzione di convocare al più presto un tavolo con gli operatori e le istituzioni di riferimento al fine di individuare insieme le priorità per il miglioramento dei collegamenti e del servizio trasporti in provincia».

Sabino Basso, che sta ottenendo grandi riconoscimenti con i suoi vini "Villa Raiano", commenta i dati sulla limitata propensione del ceto imprenditoriale locale verso la qualificazione della gestione aziendale in termini di investimenti nell'innovazione tecnologica.
«Sono lacune innegabili. Al Sud e in Irpinia gli imprenditori non investono abbastanza in ricerca e formazione. Ma è anche vero che sono anni - afferma Basso, presidente della sezione alimentare di Confindustria Avellino - che non possiamo contare su un sistema di incentivi valido ed efficace. Siamo chiamati ad essere sempre all'altezza delle sfide competitive che i mercati interni ed esteri propongono, ma senza che ci venga fornito alcun supporto. E continuiamo a svolgere il nostro ruolo con grande impegno e sacrifici».
Per Basso il sistema imprenditoriale può crescere sviluppando reti con altre realtà produttive, in un'ottica di filiera.
«Il processo di trasformazione e qualificazione - aggiunge - deve abbracciare i settori del manifatturiero e dell'agroalimentare. Soltanto attraverso la valorizzazione qualitativa delle produzioni ed efficaci politiche di marchio, si possono guadagnare nuove quote di mercato».
Anche Salvatore Amitrano, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Avellino propone l'individuazione di un marchio territoriale come strumento utile a contribuire ad una crescita stabile e duratura dell'apparato produttivo e occupazionale del territorio.
«Molti settori sono in crisi - afferma - e l'andamento dello scenario economico non è certamente positivo. Dal rapporto Avellino 2005 emerge chiaramente che è troppo ampio il divario tra il contesto economico irpino e quello regionale e nazionale. Occorrono interventi innovativi nel campo dell'alta formazione, con investimenti in ricerca e tecnologia. Ma soprattutto è necessaria una maggiore aggregazione imprenditoriale per raggiungere un'adeguata crescita dimensionale delle singole imprese e del territorio».

Federica Vozzella conferma, facendo riferimento alla sua esperienza imprenditoriale, il dato positivo riguardante il commercio estero che fa registrare un sensibile aumento sia per le importazioni (+14,2%) che per le esportazioni (24,4%).
«L'apertura della provincia agli scambi internazionali - afferma- è un elemento incoraggiante. Un fenomeno che conferma il diffuso apprezzamento verso i nostri prodotti di qualità. Il fatto che ad Avellino vi sia il sistema economico locale con la maggiore propensione verso l'internazionalizzazione rispetto alle altre province campane - aggiunge Federica Vozzella della Desmon - a cominciare dal settore automobilistico, ci fa guardare al futuro con fiducia. Dobbiamo attivarci per migliorare il sistema economico, basandoci proprio sulla globalizzazione dei mercati e sull'internazionalizzazione produttiva delle imprese».
L'industria della concia segna nel 2005 una pesante battuta d'arresto, con quasi il 20% di volume d'affari in meno rispetto al 2004, anno già deludente per il comparto.
Ma Enrico Juliani, storico imprenditore della concia, conferma che dall'inizio del 2006 si registrano segnali che testimoniano un'inversione di tendenza, sotto il profilo produttivo e occupazionale.
«É diminuito in maniera sensibile - spiega - il ricorso alla cassa integrazione e nelle aziende si respira un clima diverso. La crisi che ha investito il comparto conciario è alle spalle e il comparto sta recuperando forza e competitività».
A beneficiarne sono soprattutto le aziende che puntano sulla ricerca e l'innovazione.
L'Albatros, con sette milioni di euro investiti in questi due settori strategici, è una grande conferma dell'importanza delle nuove tecnologie di processo e di prodotto.
«I dati del rapporto Avellino 2005 - afferma Juliani - rispecchiano la realtà. Il polo conciario ha vissuto momenti difficili, ma ha saputo reagire. La produzione industriale a Solofra sta recuperando e può incidere in maniera significativa sull'andamento dello scenario economico di tutta la provincia».

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