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  Dicembre 2012

Articoli n° 5
GIUGNO 2006
 

confindustria avellino - Home Page
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Nuovo canale comunicativo
tra banca e sistema camerale

Rapporto Avellino 2005
Il commento degli imprenditori

I troppi perchÉ di un’Irpinia
a due velocitÀ

Subito un’inversione di tendenza negli interventi economici

Come uscire dalla crisi
che investe il territorio



POLITICA
Subito un’inversione di tendenza negli interventi economici

Raffaele AURISICCHIO

Si è lavorato troppo sulla quantità, penalizzando la qualità, con esiti spesso deludenti e improduttivi

Il rapporto Avellino 2005 costituisce una fotografia dettagliata dello scenario economico irpino. Possiamo finalmente parlare, confrontarci, non più solo su impressioni, ma su dati certi. Per la verità non ci sono grosse sorprese, quanto piuttosto interessanti spunti di riflessione. Cinquemila posti di lavoro in meno e l'aumento dell'emigrazione sono il segnale che qualcosa non è andato per il verso giusto e che gli enormi sforzi compiuti fino ad oggi per arginare queste emorragie si sono rivelati inutili. La mia impressione è che abbiamo lavorato troppo sulla quantità e speso poco per la qualità. Le risorse e i progetti si sprecano, ma i risultati, quando si hanno, sono di gran lunga inferiori alle aspettative e completamente inadeguati alle esigenze del territorio e alle istanze dei giovani che, in massa, lasciano sfiduciati la loro terra di origine per cercare al Nord un'occupazione stabile. Se non faremo una rapida inversione di tendenza nelle strategie e negli interventi, la provincia non solo non crescerà, ma andrà all'indietro. Occorrono spese di qualità, in grado di produrre ricchezza e occupazione. Confortanti i dati sulla demografia delle imprese che confermano le linee di crescita e di irrobustimento strutturale. La dinamicità imprenditoriale è un elemento indispensabile alla crescita dell'apparato economico di un territorio. Il fatto che vi sia in atto un adeguamento delle forme giuridiche adottate per condurre l'impresa, ci spinge a pensare che l'irrobustimento sia un elemento destinato nel tempo a consolidarsi. Come del resto sta avvenendo con le strategie organizzative che sono sempre più basate sulla capacità di relazionarsi con altre unità produttive, alimentando in tal modo l'economia delle filiere.
Anche la crescita del numero di piccole imprese in provincia deve essere vista in un'ottica positiva. É un dato che ci ha sorpreso, perché avevamo concentrato l'attenzione sulle grandi industrie, mentre oggi scopriamo che l'artigianato e l'impresa individuale sono settori in crescita e su cui, quindi, si potrà ancora scommettere. La produzione artigiana irpina ha prodotto una ricchezza pari a 937 milioni di euro, il 14% del valore aggiunto totale. Questi indicatori sono emblematici. Forse non abbiamo capito in tempo quali sono le vere nuove necessità della nostra terra. Mi chiedo perché non siamo pronti a cogliere i segnali del territorio? A mio avviso manca un confronto periodico e continuativo tra i protagonisti della politica economica locale e le Istituzioni. Un dialogo costante, all'insegna della collaborazione reciproca e con l'obiettivo della crescita del sistema economico locale. La Giornata dell'Economia è stata un'occasione importante per ascoltare posizioni, per confrontarsi sui problemi. Mi auguro che tavoli con questo tipo di impostazione possano riunirsi più spesso per osservare il territorio nel suo complesso e da più prospettive. In questo modo anche noi, come rappresentanti del Governo, avremo a disposizione tutti gli strumenti e le conoscenze utili per assecondare le vocazioni del territorio e intervenire in maniera efficace con provvedimenti mirati.
Deputato DS
Ex Consigliere CCIAA di Avellino

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