STOP ai pagamenti a rilento: una risposta alla crisi a favore delle aziende europee
TRIPOLI: «Bisogna sostenere il valore, anzitutto civile, dell'imprenditorialitÀ»
VIGNALI: «Entro l'estate lo Statuto delle Imprese sarÀ legge»
TRIPOLI: «Bisogna sostenere il valore, anzitutto civile, dell'imprenditorialitÀ»
Se l'Italia è ancora la seconda potenza manifatturiera in Europa, dopo la Germania, lo deve proprio alle sue pmi
di Raffaella Venerando
Giuseppe Tripoli - Mister PMI
Dottor Tripoli lei è il primo mister Pmi nominato in Europa. Spetta a lei pertanto "assicurare che i principi dello Small business act (Sba) diventino effettivamente espliciti". Quali sono stati gli aggiornamenti avutisi nello Sba e quali gli obiettivi e i tempi di applicazione del testo?
Gli aggiornamenti più rilevanti avutisi nello Sba sono quelli relativi, anzitutto, alla semplificazione amministrativa. Lo Small business act infatti insiste molto perché si verifichi un radicale disboscamento delle procedure amministrative e una semplificazione nell'accesso ad esse.
Lo Sba ripropone l'idea dello one stop shop, ovvero di un punto di accesso unico, non solo per le procedure amministrative italiane ma anche per all'accesso ai fondi UE, al fine di accorciare in modo rilevante i tempi per le imprese. Il secondo tema è quello relativo alla relazione tra finanza e pmi, ritenuta strategica per migliorare le performance delle imprese, ma oggi ancora poco fluida e semplice.
Terzo aspetto su cui insiste lo Sba è quello del contratto di rete europeo: mettendosi insieme le imprese possano presentarsi in cordata, pur conservando l'autonomia, per ottenere migliori risultati soprattutto in ambito internazionale.
Infine, lo Sba contempla una semplificazione rilevante per le imprese, relativa agli appalti pubblici. Rimane di fondo centrale il principio base cioè il "think small first", ovvero tener conto delle pmi nell'elaborare e attuare le normative, pensando al "piccolo", ossia considerando le imprese più piccole come punto di partenza per tutta la normativa pertinente, applicando questo principio in maniera più coerente in ogni fase del processo normativo e attuativo, a tutti i livelli: europeo, nazionale, regionale e locale.
Quali, invece, il suo ruolo e le sue competenze definite dallo Statuto delle Imprese?
Il mio ruolo è quello di essere in Italia l'equivalente di quello che, a livello europeo, è l'incaricato speciale per le pmi, figura che il Commissario Tajani ha individuato in Daniel Calleja Crespo che avrà il compito di vigilare e curare che i principi dello Sba vengano recepiti nelle varie legislazioni nazionali.
Ciascun Stato membro della CE dovrà quindi indicare il proprio "mister pmi". Il mio compito sarà di fungere da raccordo tra le esigenze delle imprese e il Governo, facendomi portatore e portavoce delle istanze raccolte dalla base delle piccole e medie imprese. Non ci saranno poteri burocratici, ma la mia figura sarà il punto di riferimento per le pmi, cui darò voce e risonanza . A cambiare è la logica e non sarà di certo quella di dare vita a una nuova "sovrastruttura".
Lo Statuto delle Imprese definisce la figura del garante delle pmi: tra i suoi compiti rientra il dovere di vigilare perché venga attuato correttamente e velocemente lo Sba, verificando al contempo ex ante ed ex post che leggi e decreti non creino vincoli ostativi per le pmi. Vorrei sottolineare, però, che il suo sarà anzitutto un ruolo di proposta: raccoglierà le istanze delle imprese e le sottoporrà ai diversi organi deputati a decidere; tutte le idee calibrate sulle reali esigenze delle pmi confluiranno poi in un rapporto annuale che sarà presentato al Presidente del Consiglio, comprensivo anche degli obiettivi che si intende raggiungere e delle modalità più idonee per riuscirci.
Semplificare è l'unica strada per ammodernare la PA e ridurre i costi della macchina burocratica?
Semplificare è la strada maestra, innanzitutto perché molti oneri che oggi gravano sulle imprese derivano da norme ormai vetuste, non più aderenti alla realtà mutata.
La seconda via è evitare che le imprese siano di continuo obbligate a trasmettere più volte pratiche e dati, già forniti alla PA, finendo con l'allungare tempi e procedure senza che sia necessario. Dobbiamo lavorare per ottenere finalmente una PA che abbia memoria e che sia capace di recuperare in automatico i dati già in suo possesso.
Quali ritiene siano da un primo screening le priorità per le pmi, anche alla luce dello Statuto d'Impresa a firma dell'onorevole Vignali approvato all'unanimità dalla Camera lo scorso 15 marzo e quali i benefici immediati qualora venisse approvata questa rivoluzione?
Se venisse approvata, come mi auguro avvenga, si assisterà a un passaggio epocale. Verrà completamente ribaltato infatti il rapporto tra PA e imprese.
Con il disegno di legge Vignali l'impresa oggi, percepita erroneamente come "suddito", diventa cittadino a tutti gli effetti, con tutti i diritti che ne derivano. In secondo luogo, lo Statuto delle Imprese introduce una serie di principi che opereranno per innovazioni più profonde sul tema dei pagamenti da parte della PA: ad esempio in questo disegno di legge si specifica che le imprese non possono e non devono rinunciare agli interessi di mora dopo la conclusione del contratto con la PA.
Inoltre come detto vengono introdotti alcuni principi che restituiscono fiducia all'operato delle imprese.
Fiducia che potrebbe diventare così finalmente reciproca, considerato che negli ultimi anni la PA è stata spesso e a ragione imputata di funzionare in modo quanto meno non favorevole alle imprese.
Se la PA cambia atteggiamento, come accade già in alcuni casi, senz'altro la conseguenza diretta sarà il ripristino della fiducia e della collaborazione tra le parti. Molto però dipenderà dalla responsabilità dei singoli. Si può infatti introdurre la migliore regola del mondo, ma se chi la applica lo fa senza la necessaria attenzione e convinzione, anche questa risulterà nei fatti vana.
É uscito però dallo Statuto l'emendamento per il recepimento rapido della direttiva europea sul ritardo dei pagamenti della PA. Data la portata di tale fenomeno, crede si possa recuperare?
Il fenomeno dei pagamenti ritardati da parte della PA ha assunto, specie negli ultimi anni, proporzioni drammatiche. Si tratta di una vera e propria sottrazione di risorse da parte della PA ai privati, costretti pertanto a ricorrere a strumenti per recuperare le risorse necessarie alla propria sopravvivenza penso ad esempio ai fondi di garanzia e per ottenere credito dalle banche. È un tema innanzitutto di civiltà giuridica, per cui mi auguro venga al più presto recepita nel nostro ordinamento la direttiva europea. Non credo che un emendamento per il recepimento rapido della direttiva europea possa essere recuperato nello Statuto delle Imprese, ma il recepimento rapido in ogni caso è un passaggio fondamentale. Noi insisteremo perché non si perda tempo.
Ma riportare in auge la filosofia del piccolo è bello non va in contrasto con le politiche degli ultimi anni promosse da Confindustria e fondate essenzialmente sulla cultura delle reti e delle alleanze tra imprese?
Bisogna aggiornare la filosofia: non più "piccolo è bello", ma "impresa è bello".
È essenziale che l'impresa abbia oggi la dimensione adatta che il mercato richiede come necessaria e che consenta soprattutto flessibilità. Bisogna offrire al mondo produttivo tutte le condizioni indispensabili per crescere, migliorando in primo luogo il rapporto che le imprese hanno con la finanza facendo emergere la possibilità che altri partecipino al proprio business, evitando così l'esclusivo ricorso al debito.
È necessario poi insistere sullo sviluppo delle reti: oggi sono circa 250 le imprese coinvolte in 33 contratti di rete regolarmente registrati, ma prevedo che nel giro di pochi mesi finiranno con l'aumentare ancora, perché specie al Sud la rete è una via fondamentale per crescere.
Individualismo, finanza, reti: al Sud persiste quindi un ritardo innanzitutto "culturale".
L'isolamento che spesso ha contraddistinto il Mezzogiorno, spingendo gli imprenditori a far da sé, è dipeso in larga misura anche dall'ambiente circostante, meno ricco di aziende e, quindi, di confronto.
Oggi, però, si nota una voglia nuova di superare l'individualismo, sia perché il mercato interno non è più sufficiente per sopravvivere, sia perché con l'aggregazione si riesce ad arrivare a risultati prima inimmaginabili. Collaborare con altre imprese è diventato pertanto un valore che non si può non riconoscere. Su questo fronte, anche il Sud si è messo in moto: lo dimostrano i numeri.
Se l'Italia è ancora la seconda potenza manifatturiera in Europa, dopo la Germania, lo deve proprio alle sue pmi. Il valore dell'imprenditorialità va sostenuto perché, prima di ogni altra cosa, è un valore civile: per questa ragione l'approvazione dello Statuto delle Imprese sarà importantissimo, così come lo sarà fare in modo che, a partire dalla scuola, si diffonda lo sviluppo della cultura d'impresa. Deve affermarsi forte la concezione che il mondo è un'avventura e che gli imprenditori sono a tutti gli effetti dei capitani coraggiosi la cui attività va efficacemente sostenuta, e non certo contrastata.
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