Le politiche per la ricerca e l'innovazione: positivi gli IMPATTI previsti
DI GIUSTO: «La velocitÀ farÀ la differenza»
ZOLLO: «L'innovazione si È fatta regionale»
DI GIUSTO: «La velocitÀ farÀ la differenza»
L'Italia ha bisogno di figure professionali nuove, di "traduttori", ovvero di quei profili capaci di parlare sia il linguaggio dell'università, sia quello dell'impresa, qualità che consente al Paese di non sprecare soldi, razionalizzare e finalizzare
di Raffaella Venerando
Nevio Di Giusto AD Centro Ricerche FIAT
Ingegner Di Giusto, oggi le parole chiave per lo sviluppo di un Paese sono integrazione dei mercati, economia della conoscenza, capitale sociale, concorrenza e innovazione. Rispetto a quest'ultima l'Italia sta recuperando terreno?
In tema di innovazione il nostro Paese sta cercando di recuperare terreno. Sono tanti infatti i segnali positivi che si registrano in alcune regioni e i siti dove stanno nascendo e prendendo piede soluzioni interessanti in quest'ambito. Il grosso problema italiano rimane però il volume di investimenti fatti nel campo dell'innovazione.
Altri Paesi non dovendo fare i conti con uno stock di debito pubblico enorme e costoso come il nostro, possono permettersi di attuare investimenti molto più consistenti; l'Italia invece deve cercare di ottimizzare il più possibile, ricavando il massimo dal poco che ha a disposizione.
Diventa pertanto indispensabile trovare sintonia di azione tra chi è capace a produrre ricerca e chi deve tradurla in una concreta innovazione di prodotto; in questo caso conviene lavorare con le stesse modalità che si stanno attuando negli ultimi mesi anche in Campania in termini di aggregazione, di sistema e network, di razionalizzazione degli strumenti, attraverso una capacità di gestione più ordinata e meno frammentata di quella avutasi in passato. In molte regioni stanno emergendo esempi interessanti di reti, distretti e centri di ricerca che operano a stretto contatto con l'impresa.
Stiamo recuperando terreno rispetto ai nostri standard Paese, ma il confronto con le performance di altri staticito ad esempio l'America o i giganti asiatici resta sconfortante.
A salvarci, a queste condizioni, può essere solo la nostra capacità creativa di fare molto con poco. Diversamente, in tema di innovazione, la lotta Italia verso resto del mondo è decisamente impari.
Ricerca scientifica e sviluppo economico e industriale di un territorio: in che modo si portano le idee all'industria?
In Italia mancano delle strutture presenti altrove, come negli Usa o Germania dove università e imprese possano lavorare insieme mosse da obiettivi comuni. L'autoreferenzialità tipica italiana interessa infatti anche il mondo dell'IT dove difficilmente si riesce a fare sistema e network e dove la ricerca pubblica è troppo spesso lontana dai bisogni concreti dell'industria. Di fatto quello che emerge è che in Italia mancano laboratori nazionali tecnologici pubblici di esperienza consolidata e di chiara fama, quali possono essere ad esempio il MIT o il Fraunhofer Institute in Germania.
Università e imprese, invece, dovrebbero lavorare su obiettivi di rinnovamento del prodotto abbandonando la strada del puro approfondimento scientifico (ricerca curiositydiven), un obiettivo di certo importante ma che non può più essere l'unico scopo della ricerca stessa. Il nostro Paese ha fortemente bisogno di creare delle figure professionali nuove: penso a quelli che io definisco i "traduttori", ovvero quei profili capaci di parlare e capire sia il linguaggio dell'università, sia quello dell'impresa, condizione che consente loro di intravedere nella scoperta scientifica un'innovazione industriale e al Paese invece di non sprecare soldi, razionalizzare e finalizzare, aumentando considerevolmente la velocità del cambiamento.
In Campania però qualcosa si muove…
La Campania si sta impegnando bene sul versante dell'innovazione; un ottimo esempio di come quella imboccata sia la strada giusta è stata la creazione dell'Agenzia per l'Innovazione. L'Agenzia, infatti, oltre a rendere più efficiente ed efficace la relazione tra università e imprese,può rivelarsi utile per razionalizzare le strutture esistenti, mettere in piedi un luogo di confronto e lavoro comune tra mondo della ricerca e industria, ma soprattutto per facilitare la formazione di reti dell'innovazione, indispensabili per garantire maggiore competitività al sistema Paese.
Quello che manca è però la velocità di realizzazione: è ancora troppo ampia infatti la forbice temporale tra le buone intenzioni, le buone idee e i tempi concessi dalla politica e dagli strumenti. Non c'è coerenza tra la velocità che chiede il mondo e quello che attualmente siamo capaci di fare noi.
L'innovazione è nei fatti un processo fortemente pervasivo che ha in sé una grande velocità di evoluzione; di rimando le politiche di intervento devono essere altrettanto rapide altrimenti saranno poche le probabilità di successoo scarsi gli effetti.
E per attirare la ricerca internazionale?
La politica industriale scelta e seguita è quella giusta?
Partiamo da un assunto fondamentale: un territorio è capace di attrarre ricerca e investimenti se è per prima cosa un contesto attrattivo di per sé.
Tutto ciò che esiste deve pertanto funzionare bene ed essere all'altezza della competizione su larga scala: penso ad esempio ad ambiti in cui noi come Paese siamo tuttora carenti, come la logistica, le infrastrutture, l'energia. La Campania poi paga lo scotto anche di altre diseconomie come la mancanza di sicurezza in alcuni suoi territori e, proprio per questo, ogni singola azione politica regionale dovrebbe contribuire a rimuovere tali ostacoli.
Quali sono i progetti in fieri di Campania Innovazione?
E quali saranno le ricadute? I progetti sono molti e le intenzioni davvero buone, ma il sistema veramente sfidante sarà la velocità con cui si realizzeranno gli obiettivi. A dirla tutta, dall'idea iniziale ad oggi è già passato troppo tempo e, pertanto, è necessario accelerare. La chiave è e resta la velocità; il mondo sta andando sempre più rapido e il nostro Paese rischia inesorabilmente di restare indietro. Le idee che confluiscono intorno all'Agenzia sono tutte degne di nota ma è indispensabile lo ribadisco l'impegno di tutti nel crederci e nel realizzarle il più presto possibile.
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