ARCHIVIO COSTOZERO

 
Cerca nel sito



Vai al numero in corso


  Dicembre 2012

Articoli n° 07
AGOSTO/SETTEMBRE 2011
PRIMO PIANO PMI - Home Page
stampa l'articolo stampa l'articolo


CIPOLLETTA: «Un nuovo sistema elettorale ci renderebbe migliori»

Negli ultimi 10 anni la corruzione è aumentata e nel Parlamento c'è un numero incredibile di inquisiti, di corrotti e di corruttori. Bisogna cambiare la legge perché gli italiani possano scegliere di votare solo le persone oneste

Se si liberalizzassero i molti servizi che sono regolati sulla base degli interessi delle categorie esistenti, si potrebbe avere una crescita maggiore della nostra economia

Oggi non è possibile evitare i tagli della spesa pubblica. Penso che occorra rivedere alcune funzioni pubbliche. Non bisogna fare dei tagli orizzontali mantenendo in essere tutte le funzioni pubbliche esistenti così come sono, perché in questa maniera si degradano i servizi e si accumulano debiti per il futuro

Innocenzo Cipolletta Presidente UBS Italia Sim e Presidente dell'Università di Trento


<< L'Italia non cresce da anni e la causa non è l'eccesso di tasse»: parole sue. La tanto attesa riforma fiscale non aiuterebbe, quindi, le casse del Paese e degli italiani?
La bassa crescita della nostra economia è determinata soprattutto dall'assenza di progetti nazionali e da una serie di norme che bloccano la libera iniziativa. Una semplice riduzione delle tasse, in questa situazione di incertezza per le famiglie italiane, porterebbe solo a un aumento del risparmio cautelativo. Faccio un esempio di come possono essere definiti dei progetti nazionali o locali di interesse collettivo. Per rilanciare la crescita nel nostro Paese occorrerebbe fissare degli obiettivi in materia di ambiente, recupero del territorio, smaltimento dei rifiuti, conservazione dell'energia, ammodernamento dell'apparato edilizio, riassetto delle città, sanità e altro.
Questi obiettivi andrebbero incentivati con dei premi (riduzioni fiscali) per chi si adegua prima dei tempi posti come obiettivo, mentre per converso dovrebbero esserci sanzioni per chi si adegua in ritardo rispetto alla tempistica fissata come obiettivo. Si potrebbero così raggiungere risultati positivi e nel mentre verrebbe a crearsi un mercato per le attività connesse. Ne nascerebbero delle imprese e si svilupperebbero delle tecnologie e delle professionalità. A beneficiarne sarebbe così anche l'occupazione giovanile.

Lei ipotizza anche che lo slancio potrebbe arrivare dalle liberalizzazioni. Infatti, se si liberalizzassero i molti servizi che sono regolati sulla base degli interessi delle categorie esistenti, si potrebbe avere una crescita maggiore della nostra economia.
Oggi i servizi occupano oltre il settanta per cento della spesa per consumi. Un costo eccessivo dei servizi riduce inevitabilmente la capacità di spesa delle famiglie. Inoltre molti paesi industriali ormai esportano servizi perché li producono su base "industriale", mentre noi con le nostre categorie forniamo ancora servizi di carattere artigianale che non si riescono a esportare.

Ma non crede che certi settori, oltre a dover essere liberalizzati, andrebbero privatizzati? Non ritiene che sia ora di mettere fine al "neostatalismo municipale"?
Le privatizzazioni devono avvenire solo dopo che si è liberalizzato, perché in caso contrario si privatizzano dei monopoli, e la cosa sarebbe rischiosa per la crescita economica del Paese. Per quei servizi che hanno un monopolio naturale, come ad esempio le reti di trasmissione (distribuzione dell'acqua o del gas, trasporti, e altri) che sono difficili da replicare, bisogna ricorrere invece a concessioni date attraverso una gara pubblica e bisogna istituire delle autorità di controllo che garantiscano sulla qualità e sull'economicità dei servizi.

Anche lei sostiene che i tagli alla spesa pubblica siano oramai imprescindibili? Da dove si dovrebbe cominciare?

Purtroppo oggi non è possibile evitare i tagli della spesa pubblica. Penso che occorra rivedere alcune funzioni pubbliche. Non bisogna fare dei tagli orizzontali mantenendo in essere tutte le funzioni pubbliche esistenti così come sono, perché in questa maniera si degradano i servizi e si accumulano debiti per il futuro. Bisogna saper scegliere. Ad esempio si parla spesso di abolire le Province. Io credo che sarebbe più utile procedere ad accorpare i Comuni: ne abbiamo 8000 mentre in Francia, dove si registra la stessa popolazione in termini numerici, sono molti di meno. Se eliminassimo 3000/4000 Comuni potremmo forse risparmiare più che abolendo le Province.

Delle nuove relazioni industriali in fieri nel nostro Paese cosa pensa?
Le imprese ci guadagneranno? E per i lavoratori quali saranno i benefici?

È necessario che i contratti siano negoziati a livello aziendale soprattutto per le grandi aziende. Le nuove relazioni industriali stanno ponendo le basi perché questo avvenga e credo che sia una buona cosa. La via è quella di definire meglio chi ha diritto a sottoscrivere gli accordi, in modo che ci sia certezza per le imprese e per i lavoratori. In questo caso nebeneficeranno entrambi.

Il nostro Paese continua ad essere malato di "rappresentanza". Come si supera questo gap?
Più che di eccesso o mancanza di adeguata rappresentanza, il nostro Paese è malato di connivenze e di corruzioni. La rappresentanza, se è esplicita e trasparente, non fa danni. Le relazioni privilegiate e le corruttele sono il guaio grosso dell'Italia. Purtroppo negli ultimi dieci anni la corruzione è aumentata e nel Parlamento c'è un numero incredibile di inquisiti, di corrotti e di corruttori. E questo grazie anche a un sistema elettorale che impedisce ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti che, invece, vengono individuati dai partiti. Accade così che spesso vadano in Parlamento persone con la priorità di difendersi dai tribunali e/o per corrompere. Basta vedere tutti gli scandali che stanno emergendo a fianco di questo governo e di questa maggioranza. Bisogna cambiare la legge elettorale e bisogna che gli italiani votino solo le persone oneste.
Un'ultima domanda: quanto scommette sulla coesione nazionale, tanto invocata dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, per affrontare e superare le gravi difficoltà economiche ma anche sociali del nostro Paese?
Credo che il Paese abbia una forte coesione. La società è basata sulla famiglia e su un associazionismo che ha già prodotto risultati buoni. Basti vedere l'integrazione con gli immigrati che sta avvenendo positivamente malgrado le grida della Lega. La politica invece non ha molta coesione, se non quando siamo sull'orlo del baratro. Come è successo in luglio con la manovra finanziaria, dove anche l'opposizione non ne ha ostacolato l'approvazione, pur non condividendola. Se avremo un nuovo sistema elettorale, io sono fiducioso che anche la politica potrà migliorare.

Download PDF
Costozero: scarica la rivista in formato .pdf
Agosto/Settembre - 2.738 Kb
 

Cheap oakleys sunglassesReplica Watcheswholesale soccer jerseyswholesale jerseysnike free 3.0nike free runautocadtrx suspension trainingbuy backlinks
Direzione e Redazione: Assindustria Salerno Service s.r.l.
Via Madonna di Fatima 194 - 84129 Salerno - Tel. (++39) 089.335408 - Fax (++39) 089.5223007
Partita Iva 03971170653 - redazione@costozero.it