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  Dicembre 2012

Articoli n° 07
AGOSTO/SETTEMBRE 2011
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Le politiche per la ricerca e l'innovazione: positivi gli IMPATTI previsti

DI GIUSTO: «La velocitÀ farÀ la differenza»

ZOLLO: «L'innovazione si È fatta regionale»


Le politiche per la ricerca e l'innovazione: positivi gli IMPATTI previsti

Per tornare a competere, l'Italia ha bisogno di innalzare il suo livello tecnologico, aumentando il contributo della ricerca al processo di innovazione oggi più che mai necessario al sistema industriale

di Raffaella Venerando

Per poter reggere la competizione internazionale, che si preannuncia in futuro via via sempre più agguerrita, è necessario cominciare ad attrezzarsi fin da ora. Il modo migliore per farlo sembra siano tutti concordi è innalzare il livello tecnologico del Paese, aumentando il contributo della ricerca al processo di innovazione, oggi più che mai indispensabile al sistema industriale.
Non fa di certo più notizia il fatto che l'Italia sia in tema di ricerca e innovazione in fondo alle classifiche dei principali paesi industrializzati e che debba pertanto recuperare il terreno perduto: infatti, non solo siamo ben distanti dagli USA o dalle veloci tigri asiatiche, ma lo siamo anche dagli altri paesi europei. Questo accade non perché siamo innovatori deboli, anzi.
Il nostro Paese è capace di "produrre" sia ottimi ricercatori di livello internazionale, sia preziose innovazioni: quello che non ci fa aumentare il passo è piuttosto una sostanziale incapacità di gestire le risorse destinate a quest'ambito che, seppur poche rispetto ad altro Paesi dell'area OCSE, potrebbero essere meglio utilizzate se università, potere pubblico e imprese lavorassero in stretta sinergia. Fortunatamente, anche se a rilento, questa modalità sta prendendo piede e i primi positivi effetti non dovrebbero tardare ad arrivare. Ma vediamo più nel dettaglio cosa si sta muovendo in ambito ricerca e innovazione a livello europeo, nazionale e locale.

LA POLITICA EUROPEA IN R&I
Lo scorso 20 luglio sono stati pubblicati i bandi relativi al pacchetto di finanziamenti per la ricerca e l'innovazione all'interno del 7° Programma Quadro, «il più vasto finora stanziato dalla Commissione europea».
Come è noto, con la strategia "Europa 2020" gli Stati membri dell'UE hanno posto la ricerca e l'innovazione in cima all'agenda politica, con una particolare attenzione per le piccole e medie imprese. Secondo quest'approccio, il 29 giugno scorso la Commissione europea ha ipotizzato una crescita del 46% dei fondi specifici all'interno del prossimo quadro finanziario 2014‑2020. Il nuovo programma denominato "Horizon 2020" il cui lancio è previsto per il 2014 intende soprattutto semplificare i percorsi di accesso ai finanziamenti. Sono destinati infatti al 7 P.Q., nel solo 2012, 7 miliardi di euro, che dovrebbero produrre nel breve periodo 174mila nuovi posti di lavoro e circa 450mila nuovi occupati, nonché 80 miliardi di PIL nei prossimi 15 anni. Tale importo sarà ripartito tra oltre 16mila destinatari (imprese, università, enti di ricerca).
I bandi finora attivati sono 39, nelle diverse aree di intervento, rintracciabili sul sito Participant Portal http://ec.europa.eu/research/participants/portal/. Destinatarie privilegiate di risorse europee sono le PMI, per le quali è previsto un pacchetto di risorse pari a circa un miliardo di euro, fondato sull'introduzione di una azionepilota per il sostegno del RiskSharing Financial Facility (RSFF), un meccanismo che ha come traguardo finale l'invito per istituti di credito e altri intermediari finanziari a erogare finanziamenti alle PMI attive nel campo della ricerca e dell'innovazione con nuovi meccanismi di finanziamento che prevedono la ripartizione dei rischi della Banca europea per gli investimenti. Sempre in ambito europeo, è stato poi previsto un premio ai migliori progetti di ricerca "al femminile", per incentivare le iniziative creative delle donne in quest'ambito. Tre i premi: 100mila, 50mila e 25mila euro da destinare ai tre migliori progetti di ricerca presentati entro il 20 settembre 2011.
Altro strumento europeo volto ad innalzare il livello di innovazione del Paese è rappresentato dalle Piattaforme tecnologiche, ovvero quelle "strutture Aggregative Organizzate" che riuniscono, per il perseguimento di specifici obiettivi (con particolare riferimento alla rappresentanza degli interessi italiani in Europa), tutti gli operatori italiani: industriali, scientifici e istituzionali. Infine, vale la pena ricordare che sempre in sede europea si sta lavorando alla creazione di un indicatore universalmente valido che "quantifichi" il livello di innovazione presente nelle aziende.

R&I: LA POLITICA NAZIONALE
Al fine di fornire un aggiornamento alle imprese sulle misure a sostegno della ricerca e innovazione nel nostro Paese, Confindustria ha organizzato il 20 luglio scorso un incontro di approfondimento tecnico con esperti del MIUR e delle Regioni Convergenza, rivelatosi particolarmente utile per fare il punto della situazione in materia.
Attualmente i Progetti in corso di sviluppo, a livello nazionale, sono: Bando PON Industria e Bando PON Distretti Tecnologici, più un'altra serie di misure di cui diremo più avanti.
Nel corso dell'incontro si è proposto di mettere a disposizione i fondi residui ancora disponibili per coprire il finanziamento dei 50 progetti PON Industria valutati idonei, ma, ad oggi, non finanziabili con le risorse già assegnate alla misura (si tratta dei progetti posti in graduatoria tra il n° 147 e 196, ndr). Occorrerebbero circa 310 Mln di euro per coprire i 50 progetti restanti. A tal proposito, le Regioni anche se ufficialmente non hanno ancora sciolto la riserva non sarebbero interessate a rintracciare tali risorse. In ogni caso, entro ottobre, il MIUR emanerà un decreto correttivo per l'erogazione degli anticipi. Per quanto attiene invece al Bando PON Distretti Tecnologici, va detto che in merito al Titolo III Creazione di nuovi Distretti Tecnolocigi (DAT) e nuove Aggregazioni Pubbico/Private (APP), sono stati presentati in totale 196 studi di fattibilità per complessivi 526 Mln di euro disponibili, nella cui valutazione sarà premiata soprattutto la capacità dei distretti di garantire auto‑sostenibilità nel tempo. In merito al Titolo II Distretti Tecnologici (DT) e Laboratori P/P (LPP) già esistenti, sono stati presentati invece complessivamente 26 Piani di sviluppo strategico e 75 progetti di ricerca per un totale di 771 Mln di euro (ma al momento sono disponibili solo 389 Mln di euro).
Nei prossimi mesi, poi, saranno avviate 3 nuove iniziative: il Bando per creazione di Distretti tecnologici al Centro Nord (per Regioni fuori Convergenza): 375/400 Mln di euro (di cui circa 100 Mln a fondo perduto e il resto a credito agevolato); la (Ri)Apertura dello Sportello per la Ricerca Industriale: 600 Mln di euro a valere sul fondo FAR (in parte minore si tratterà di contributo alla spesa, in parte maggiore di credito agevolato), per quei progetti aventi procedura snella, ovvero che prevedono soli 6 mesi dalla presentazione del progetto all'impegno di spesa.
Per tali progetti i criteri di selezione sono in via di definizione; il Contratto di Programma di Ricerca Strategica: introdotto dall'art. 9 del DL Sviluppo, si tratta di uno strumento ancora da regolamentare con normativa di dettaglio, che aspira ad essere un Contratto di Programma di ampia portata, con strumenti finanziari innovativi (Project Financing). Obiettivo: consentire la collaborazione diretta tra diverse amministrazioni e Imprese che vogliano investire in R&I.
Sempre in sinergia con il MIUR, inoltre, Confindustria ha realizzato la Mappa delle competenze in Ricerca e Innovazione, uno strumento fondamentale per individuare le competenze in R&I delle imprese italiane e la loro localizzazione sul territorio. In continuo aggiornamento, grazie anche al contributo delle Associazioni confederate, con l'inserimento di nuovi settori che si aggiungono a quelli già individuati come strategici ad alto impatto high tech e ai settori industriali tradizionali, la Mappa dovrebbe consentire di ottenere un quadro chiaro e composito della ricerca industriale in Italia, individuare aree tematiche e geografiche in cui si concentra la ricerca, conoscerne gli attori e analizzare l'impatto delle politiche di supporto finanziario sui comportamenti di ricerca delle imprese. In più, nel Programma Nazionale della Ricerca 2010‑2013, partendo dalla Mappa delle competenze in R&I delle imprese, si è pensato ad una "infrastruttura nazionale aperta di raccolta e analisi di dati sulle competenze pubbliche e private in R&S".

R&I: I PROGETTI DELLA REGIONE CAMPANIA
Sul versante dell'innovazione, la Regione Campania negli ultimi mesi sta provando ad accelerare e lo sta facendo "mettendo ordine". Uno dei passi meglio riusciti dell'azione regionale è stata la recente creazione dell'Agenzia "Campania Innovazione spa", nata con il supporto della cabina di regia R&I di Confindustria Campania coordinata dall'ingegner Nevio Di Giusto (vedi intervista pag. 14). L'Agenzia come sottolineato dal suo presidente Giuseppe Zollo (vedi intervista pag. 16) ha il merito di aver avviato la costruzione della ete dell'innovazione che, con il coinvolgimento di Università, Camere di Commercio, Parchi Scientifici e Tecnologici e Incubatori, propone finalmente un'innovazione di sistema, capace di rendere più efficace la relazione tra università e imprese, fungendo da luogo di confronto e lavoro comune tra mondo della ricerca e industria. La realizzazione dell'Agenzia è stata una mossa fondamentale per dare vita a un ecosistema campano realmente avorevole all'innovazione, che in futuro potrà essere capace di attrarre risorse finanziarie e umane e di mettere in piedi una nuova e moderna imprenditoria, nuove tecnologie, nuovi prodotti, nuovi processi. Quella dell'innovazione è una sfida sì ardua, specie in tempi di ristrettezze complessive del Paese, ma che non possiamo permetterci di non accettare se vogliamo risalire in quelle classifiche mondiali che oggi ci vedono fanalino di coda.

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