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  Dicembre 2012

Articoli n° 02
MARZO 2010
 


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Rapporto Eurispes:
tutti i numeri della Green Economy in Italia

AlverÀ: «Per ridurre l’inquinamento occorre un piano europeo credibile»

«Basta con il rimandismo d’annata»


AlverÀ: «Per ridurre l’inquinamento occorre un piano europeo credibile»


La produzione di CO2 va ridotta dell'80% entro il 2050.
Questa l’unica via per salvare l’ambiente

di Raffaella Venerando

Mario Alverà
The Climate Project Italy Manager


Dottor Alverà, dopo il flop di Copenaghen che futuro avrà il protocollo di Kyoto?
Il futuro di Kyoto? Dobbiamo ridurre del 50%, nel mondo, le emissioni di CO2 entro il 2050, con base il 1990. Per ottenere questo, bisogna che i Paesi industrializzati diminuiscano dell'80% le loro emissioni altrimenti i Paesi in via di sviluppo non avranno la possibilità di crescere. Questo è ciò che raccomanda il comitato ONU per lo studio dei cambiamenti climatici, IPCC. Kyoto era stato pensato come trattato provvisorio, con scadenza nel 2012, per darci il tempo di negoziare un nuovo trattato. A Copenhagen si è fatto quel che si è fatto e tutto è stato rimandato ad un nuovo appuntamento in Messico in novembre. Prima si fa il nuovo Piano, meglio è. É giusto negoziare ma, come diceva Mahatma Gandhi, non si può negoziare con la verità. E la verità è che dobbiamo ridurre le emissioni del 50% entro il 2050.

Ma allora perchè l'intera nostra società non è preoccupata?
Certamente vi è una parte della società che si sta comportando come fecero quei giudici di Galileo Galilei che lo condannarono senza voler guardare nel suo telescopio per vedere quali fossero le osservazioni scientifiche che diceva di aver fatto. Ma non penso che sia questo il motivo per cui la nostra società, presa nel suo insieme, non si stia preoccupando. Vi è sempre una parte della società che capisce in ritardo le novità. Il vero problema è quindi che non abbiamo capito. Ad esempio, quando, in un momento di brusco cambiamento per una società, tre persone che avevano grosse responsabilità non hanno capito cosa stesse succedendo loro: mi riferisco a quando gli USA entrarono nella seconda guerra mondiale. In quel momento il Presidente Roosvelt convocò a Washington i tre presidenti delle tre case automobilistiche di Detroit per chiedere loro di fabbricare un ingente quantitativo di aeroplani. Loro gli risposero che sarebbero stati in grado di accontentarlo ma che, come conseguenza, non sarebbero stati in grado di mantenere la produzione di automobili al livello dell'anno precedente. Roosvelt rispose che non avevano capito che per l'intero periodo del conflitto le loro fabbriche non avrebbero prodotto affatto automobili. É quasi incredibile che tre persone così capaci e così addentro nel sistema industriale non avessero capito una cosa così fondamentale per le loro aziende. Eppure è successo! Questo è un esempio di ciò che sta capitando a noi. Se noi come società non capiamo cosa stia succedendo, non possiamo pretendere che i nostri politici lo capiscano.

L’Europa deve temere le scelte di Usa e Cina?

Non mi pare che abbiano scelto. Negli USA deve ancora passare la legge sulla riduzione di CO2, mentre la Cina vorrebbe che pagassimo noi il conto dei cambiamenti che il Paese deve fare. Bisogna che l'Europa completi il suo Piano attuale che è di ridurre le emissioni del 20% entro il 2020, con base 1990. Se l'Europa farà un piano credibile, gli altri Paesi la seguiranno. Un piano europeo per ridurre l'inquinamento dell'80% è quello che va fatto senza più perdere altro tempo prezioso.

Intanto in Canada la green economy già crea sviluppo economico e posti di lavoro (accordo con Samsung, ndr). Nel nostro Paese questa opportunità è ancora molto lontana dal divenire reale?
I cittadini in USA e nell'Europa del Nord hanno capito il problema e si stanno sforzando per porvi rimedio. Questi problemi sono anche delle fonti di opportunità, perchè nessuna delle tecnologie legate alle fonti di energia rinnovabile ha ancora una nazione leader o un'azienda leader. Il futuro industriale si sta creando ora e l'Italia si è distrattamente disinteressata a questo settore.

L’Italia è un Paese ambientalista o il rischio è che tante operazioni siano solo di facciata?
Mi verrebbe da dire che l'Italia non è affatto un Paese ambientalista se la si paragona agli altri Paesi industrializzati.

Cosa può fare la politica per sostenere lo sviluppo di un’economia sostenibile?
Regolamenti, cosa che si sta facendo, per un'edilizia sempre più sostenibile e per automobili sempre meno inquinanti. Incentivazioni di fonti energetiche nuove e per l'efficienza energetica.
Tassare le emissioni di CO2. In parte questo è già stato fatto con il sistema europeo di “cap and trade”.
Bisogna però che i politici dicano chiaramente che si deve ridurre dell'80% la produzione di CO2 entro il 2050 e che indichino come fare.
Purtroppo i politici sono costantemente disinformati dalle lobby dell'industria fossile per cui sono frastornati e, per converso, non esiste alcuna lobby ambientalista.

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