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I giovani imprenditori guardano
al mercato nordafricano
I giovani imprenditori guardano
al mercato nordafricano
In questa prospettiva, il Mezzogiorno d’Italia e la sua economia possono svolgere
un ruolo baricentrico, ma perché questa vocazione si realizzi appieno
occorrono professionisti adeguatamente formati
di Palma F. Martinisi
“Giovani imprenditori e professionisti di Caserta: insieme verso il futuro”. É il titolo del workshop organizzato dai Giovani imprenditori di Confindustria Caserta con la collaborazione di Ugdc (Unione giovani dottori commercialisti), Aiga (giovani avvocati) e Isis (Istituto studi internazionali per gli scambi) nell’ambito di un più articolato progetto che ha per titolo “Professionisti e imprenditori nel nuovo mare nel mercato globale: una collaborazione in cui credere”.
I lavori, che si sono svolti presso la sede di Confindustria Caserta mentre andiamo in macchina (il 26 febbraio scorso) si ricollegano in maniera diretta al precedente Convegno Biennale organizzato sempre dal Ggi di Caserta, nel maggio dello scorso anno, sulle prospettive aperte dal mercato del Mediterraneo. Tema di approfondimento, peraltro, questo, che ha trovato ulteriore sostegno anche nelle riflessioni del più recente convegno di Capri, l’annuale appuntamento nazionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria.
«Il Mediterraneo, il Nord Africa e la costa Mediorientale del Mare Nostrum - ha ricordato Massimiliano Santoli, presidente Ggi di Caserta - rappresentano un enorme e ricco mercato pieno di opportunità: tuttavia, per sfruttarle al massimo le nostre aziende hanno bisogno di professionisti preparati, consulenti che sappiano muoversi con agilità su mercati che per lingua, cultura e tradizione sono molto diversi da quelli cui siamo abituati».
«Con questo workshop - ha aggiunto Santoli - si intende provare a tracciare i primi passi operativi per capire se esistono e come formare queste professionalità, ma soprattutto per capire come e in che modalità le nostre aziende potrebbero operare in questo nuovo mercato».
Delle risultanze del convegno daremo maggiore e più approfondito risalto nel prossimo numero di CostoZero (n. 3 aprile 2010, ndr).
Per intanto, ci limitiamo a tracciare il filo conduttore seguito praticamente da tutti i ragionamenti degli autorevoli relatori intervenuti. E cioè, che nel Mediterraneo il Mezzogiorno d’Italia e la sua economia possono svolgere un ruolo baricentrico, ma perché questa vocazione si realizzi appieno occorrono visione, strumenti e organizzazione. In una parola: professionisti adeguatamente formati.
Il modello euro-mediterraneo introdotto dal “processo di Barcellona” chiedeva alle burocrazie di fungere da motore per favorire il commercio tra le due sponde del Mare Nostrum. Questa assunzione, errata, ha provocato un diffuso immobilismo, che va al più presto superato affinché lo spazio mediterraneo partecipi attivamente, e da protagonista, alla rivoluzione della competizione globale. Una rivoluzione, che è basata sulle imprese, sugli investimenti e sui contratti e che ha la sua cornice pubblica nelle regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio.
Dunque, nel nuovo scenario gli Stati, le leggi e gli apparati nazionali vedono giocoforza ridotto il proprio ruolo: da anni, i professionisti di tutto il mondo, fornendo servizi personalizzati alle imprese, disegnano, con la loro opera, la fitta trama di accordi, regole e procedure di cui si alimenta la crescita continua del mercato internazionale. Nell’area del Mediterraneo le spinte della globalizzazione sono soggette a criticità ulteriori, per la nota forza e varietà delle tradizioni culturali che vi operano. Anche in questa realtà, di cui il Mezzogiorno è parte, il professionista può dunque svolgere oggi, operando all’interno della propria filiera fiduciaria, un ruolo cruciale, di impulso proattivo al servizio delle imprese, promuovendo connessioni, sviluppo, armonia.
In questo ambito, dunque, Giovani imprenditori, commercialisti e avvocati della provincia di Caserta hanno siglato un Protocollo d’Intesa, scegliendo di avviare una collaborazione, stabile e strutturata, per compiere, insieme, un salto di qualità nelle relazioni internazionali, a partire appunto dall’area del Mediterraneo.
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