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Nuova direzione generale per Gafi Sud


Nuova direzione generale per Gafi Sud


Ed ora il Confidi di Terra di Lavoro, tra i maggiori del Mezzogiorno,
punta decisamente al traguardo di intermediario finanziario

di Antonio Arricale


Nelle foto del servizio i nuovi uffici di Gafi Sud in via Unità Italiana 19.
La direzione generale si sviluppa su oltre 600 mq. progettati e arredati dall’architetto Raffaele Cutillo

Sede centrale nuova di zecca per Gafi Sud, il confidi di Terra di Lavoro nato oltre quarant’anni fa e diventato, nel tempo, punto di riferimento delle imprese, tra i più importanti del Mezzogiorno nell’ambito degli organismi di garanzia fidi. Ma soprattutto, nuovi obiettivi, il più ambizioso dei quali - nemmeno a ricordarlo - divenire in tempi stretti soggetto di intermediazione finanziaria ai sensi del 107.
Ma procediamo con ordine.
I nuovi uffici, oltre 600 metri quadrati, progettati e arredati dall’architetto Raffaele Cutillo, in via Unità italiana, al civico 19 del capoluogo di Terra di Lavoro, sono stati inaugurati il 16 dicembre scorso dal presidente Rosario Caputo, patron di Ibg Spa (l’azienda che imbottiglia Pepsi e produce Chinotto Neri) e presidente della squadra di basket Pepsi-Juve Caserta. Al taglio del nastro hanno partecipato le massime autorità civili e militari della città, un numero imponente di imprenditori e soci e, ovviamente, i rappresentanti di una ventina di istituti di credito con i quali il confidi giornalmente interagisce. I locali - di proprietà di Confindustria Caserta, presso cui, come si sa, Gafi Sud ha avuto la direzione centrale fino all’inaugurazione della nuova sede, occupandone tutto il quarto piano) sono stati benedetti da don Stefano Giaquinto, che ha fatto le veci del vescovo di Caserta, monsignor Pietro Farina.
Presente con propri uffici in tutti i capoluoghi della Campania, Gafi Sud ha una base associativa di oltre 1300 soci, che contano complessivamente 15mila 211 dipendenti e, in termini di fatturato, oltre 2 miliardi 500 milioni di euro.
Dal punto di vista strettamente operativo vanta un mediato “fidi in essere” per 140 milioni, con “garanzie in essere” per oltre 65 milioni.
«Una capacità operativa - ha sottolineato Caputo nel suo indirizzo di saluto ai presenti - che può ancora essere moltiplicato per sette, dal momento che Gafi Sud registra un rapporto garanzie nette-patrimonio pari a 2,5, a fronte di un accantonamento patrimoniale previsto dalla norme di vigilanza pari ad almeno il 6% (16,66) dei rischi assunti».
É appena il caso di sottolineare, peraltro, che attualmente, in provincia di Caserta, operano quattro organismi di garanzia fidi che complessivamente garantiscono credito alle imprese per poco più di 76 milioni di euro: ebbene, di questi, Gafi Sud ne garantisce ben il 95%.
Un dato che ha fatto da sfondo all’intero intervento di Caputo, il quale, anche nella sua qualità di vice presidente nazionale di Federconfidi con delega per il Mezzogiorno, non ha trascurato l’occasione per fare il punto del dibattito in corso, in questi mesi, sul processo di accorpamento degli organismi di garanzia fidi. Accorpamento, come si sa, che è imposto ormai dalla legge di riforma del credito, ma che in Campania fa molta fatica a decollare proprio a causa delle dimensioni ridotte della stragrande maggioranza dei consorzi di garanzia locali. E, in questo senso, anzi, Caputo non ha mancato di chiamare in causa più o meno apertamente la Regione ed il ruolo che l’ente di Santa Lucia ha assunto in questo processo.
«Se la Regione Campania - ha detto Caputo - fissasse criteri ancor più selettivi per rendere disponibili le risorse finanziarie, peraltro finora soltanto ipotizzate, a favore dei confidi, alla selezione del bando passerebbero ancor meno dei 15 confidi beneficiari sui 70 che se ne contano», ha puntualizzato. «La maggior parte dei confidi - ha infatti sottolineato Caputo - è poco più di una targa su una porta».
Ma anche sui confidi più attrezzati, per così dire, il presidente Caputo ha avuto non poco da ridire: «Di questi confidi i primi sei fanno, complessivamente, pressoché il totale degli affidamenti del credito garantito in Campania, nel senso cioè che gli altri nove non vanno oltre il 10%. Ovviamente, tra i primi sei c’è Gafi Sud, che da solo fa il doppio, in alcuni casi anche il triplo degli affidamenti rispetto agli altri cinque», ha aggiunto con orgoglio il presidente Rosario Caputo.
Il tutto per dire, insomma, che dei confidi che operano in Campania quelli che possono ambire ad essere intermediari finanziari ai sensi del 107 - ché è poi questo il prossimo obiettivo dell’organismo di garanzia fidi - non si contano che sulle dita di una mano. E tra i primi cinque c’è, a buon titolo, Gafi Sud che ha ormai tutte le carte in regola per centrare il bersaglio.


L’intervista

Il presidente Rosario Caputo: «Molte parole, ma pochi fatti»

«Troppa enfasi, troppe parole, pochi fatti». Taglia corto Rosario Caputo, presidente di Gafi Sud e vice presidente nazionale di Federconfidi con delega per il Mezzogiorno, sul ruolo dei consorzi di garanzia che emerge dal dibattito di questi mesi. Il riferimento, in generale, è al processo di accorpamento imposto, in materia, dalla legge sul credito; in particolare, invece, al ruolo che la Regione Campania è chiamato a svolgere per favorire questo processo. Ma non solo, a dire il vero. Nel mirino ci sono anche recenti manovre (ma sarebbe meglio dire, irrealistici desideri) di accorpamento di alcuni confidi che poggiano però su basi molto fragili. «Desideri, appunto», sottolinea Caputo, forte dei numeri del suo consorzio: 150 milioni di affidamento in corso, 1300 aziende associate, uffici in tutti i capoluoghi di provincia della Campania, una ventina di collaboratori con direzione generale a Caserta.
«Se la Regione Campania fissasse criteri ancor più selettivi per rendere disponibili le risorse finanziarie, finora solo ipotizzate a favore dei confidi, alla selezione del bando passerebbero ancor meno dei 15 confidi beneficiari sui 70 che se ne contano», puntualizza. «La maggior parte, infatti, è poco più di una targa su una porta».
Ma anche sui confidi più attrezzati, per così dire, Caputo ha non poco da ridire: «Di questi i primi sei fanno da soli pressoché il totale degli affidamenti del credito garantito in Campania, nel senso cioè che gli altri nove non vanno oltre il 10%. Ovviamente, tra i primi sei c’è Gafi Sud - sottolinea con orgoglio il presidente Caputo - che fa il doppio, in alcuni casi anche il triplo degli affidamenti rispetto agli altri cinque».
Insomma, la selezione è nei numeri. Detto in altri termini - perché poi di questo si tratta veramente - dei confidi che operano in Campania e che possono ambire ad essere intermediari finanziari vigilati ai sensi del 107, quelli che hanno veramente le carte in regola si contano grosso modo sulle dita di una mano.
Da qui, la stoccata finale del presidente di Gafi Sud: «Se banche e istituzioni, e tra queste ultime ci metto anche alcune Camere di commercio, smettessero di rincorrere progetti velleitari e di scarsa realizzazione, come il confidi unico quale somma delle associazioni territoriali, tenessero invece conto della realtà vera dei confidi che operano sul territorio così come appare dall’analisi dei bilanci - argomenta il responsabile del Mezzogiorno di Federconfidi - ad oggi probabilmente si sarebbe fatto più di un passo avanti».
(Ad. Ar.)

Gafi Sud conta oltre 1.300 aziende associate, 17.000 dipendenti e un fatturato complessivo di oltre 2 miliardi e 500 milioni di euro

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