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  Dicembre 2012

Articoli n° 06
LUGLIo 2009
 


Inserto

CONFINDUSTRIA AVELLINO
Assemblea Pubblica 2009
Relazione del Presidente Silvio Sarno
Avellino, 23 giugno 2009
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CONFINDUSTRIA SALERNO
Pił Etica, pił Impresa con un nuovo Welfare
Intervento del Presidente
Agostino Gallozzi

Salerno, 9 luglio 2009

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a cura dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico - ISPESL

Sicurezza e salute delle lavoratrici domestiche immigrate

Condizioni di sicurezza
e regolamentazione dei controlli



Condizioni di sicurezza
e regolamentazione dei controlli


L’obbligatorietà di verifiche periodiche sullo stato dell’arte in materia di sicurezza
rappresenta l’unico valido strumento di prevenzione

Guido Clemente
GMF Global Maintenance Facilities srl

Tre leggi hanno innescato nel mondo del lavoro una profonda presa di coscienza sull’obbligo del Datore di Lavoro di garantire al prestatore d’opera le massime condizioni di sicurezza nello svolgimento del compito affidatogli la 818 /84, la 46/90, la 626/94.
Considerando tutte le successive integrazioni e modifiche che ciascuna di esse ha subito fino ad oggi, nel complesso si può ritenere che la materia è sufficientemente regolamentata.
Un’analisi puntuale consente tuttavia qualche considerazione.
La legge 818/84 ha avuto il grande merito di sensibilizzare l’opinione pubblica su di un problema, ritenuto prima della sua promulgazione evento improbabile.
C’è tuttavia un aspetto che forse avrebbe meritato maggiore attenzione. Fra le altre misure di prevenzione la legge prescrive infatti il deposito di una notevole riserva d’acqua di cui si dovrebbe assicurare l’immediata disponibilità per qualsiasi causa.
Il mantenimento di tale obbligo sulla carta appare del tutto percorribile mentre nella pratica, per la complessità della sua realizzazione, non offre alcuna certezza di poter contare nel momento del pericolo su tale servizio, vanificando così tutta una serie di impegni e di investimenti. Sarebbe stato più realistico coinvolgere le Istituzioni puntando sulla costruzione di colonnine stradali con fondi ricavati dai privati,che dispensati dall’obbligo della riserva sarebbero stati ben lieti di corrispondere una tantum per il diritto d’uso ed un canone supplementare per i consumi.
La legge 46/90 è riferita agli impianti elettrici. Ne regolamenta l’esecuzione e introduce il certificato di conformità. Andrebbero incrementati i controlli.
La legge 626/94 è quella più specificamente riferita alla sicurezza sui posti di lavoro.
Si ritiene comunque opportuno segnalare due aspetti di carattere pratico. Intanto la necessità di subordinare l’impiego del personale all’accertamento delle specifiche qualificazioni rispetto alla prestazione da affidargli. Interventi che richiederebbero un minimo di competenza vengono affidati a mano d’opera improvvisata (di più basso costo) determinando esecuzioni quanto meno imperfette che rappresentano poi potenziali cause di incidenti. Sarebbero utili specifiche verifiche degli organici.
Altra situazione che meriterebbe maggiore interesse è la regolamentazione dei controlli.
Sono affidati alle ASL ed agli enti di certificazione previsti dalla direttiva dell’11 marzo 2002 emanato dal Ministro Attività Produttive che per le sue complesse procedure non ha prodotto l’esito sperato determinando così una totale carenza di operatori e conseguente assenza di controlli. È inspiegabile l’interdizione a tale compito ai Laureati in Ingegneria quand’anche con il titolo specifico (meccanici o addirittura elettrotecnici) senza il possesso di quelle procedure. Pur trattandosi di soggetti abilitati senza alcun limite, salvo un’anzianità di iscrizione all’ordine, ad operazioni di collaudo che vanno ben al di là della verifica dei dispositivi di sicurezza e che interessano a volte la sicurezza di intere comunità (prove di carico di solai, collaudo strutture in c.a. collaudi in fabbrica di apparecchiature meccaniche od elettriche ad A.T.).
L’obbligatorietà di verifiche periodiche sullo stato dell’arte in materia di sicurezza, come già in atto per altri settori dell’impiantistica, rappresenta l’unico valido strumento di prevenzione. Se ne dovrebbe perciò incoraggiare al massimo l’applicazione, con l’impiego di Ingegneri Liberi Professionisti.
Visite di controllo, con facoltà di denunzia in caso di recidive risulterebbero determinanti. Riempirebbero un vuoto organizzativo e confermerebbe la vocazione della Categoria verso il Sociale. Tale possibilità avrebbe meritato maggiore attenzione da parte degli Ordini.

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