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Una Confederazione
per fare ripartire l’edilizia
Una Confederazione
per fare ripartire l’edilizia

Massima coesione e unità d’intenti per potere raggiungere obiettivi comuni e garantire occupazione al settore colpito in modo forte dalla crisi economica
Antonio Lombardi
Presidente ANCE Salerno
Una Confederazione dell’edilizia per un’azione congiunta e sinergica di quanti operano nel comparto delle costruzioni: edili, sindacati, artigiani, associazioni di categoria. È questa la proposta che l’ANCE Salerno ha lanciato a margine del Convegno “Facciamo ripartire l’edilizia”, svoltosi recentemente in Camera di Commercio a Salerno e che ha visto la partecipazione di Luigi Ciancio, segretario della Feneal Uil, Guido Arzano, vice presidente della Camera di Commercio di Salerno, Paolo Quaranta, segretario provinciale della CNA, Gianfranco Ferrigno presidente della CLAAI, Mario Andresano, segretario provinciale Casartigiani e Fabrizio Merola responsabile Confartigianato Edilizia, moderato dal responsabile della redazione de Il Denaro TV Gigi Caliulo.
La nostra proposta è stata prontamente ed entusiasticamente accolta da tutti i presenti, e a breve si studieranno i termini e le modalità tecniche ed attuative per dar concretamente corso alla costituzione della Confederazione.
Si tratta di una iniziativa, la prima in Italia, di enorme valenza strategica ed indispensabile per un settore determinante per l’economia provinciale e che, mai come in questo momento di difficoltà, ha l’assoluta necessità di dar prova di coesione e unità d’intenti per raggiungere obiettivi comuni e garantire occupazione.
La crisi globale che sta investendo tutti i settori, inclusa l’edilizia, deve essere affrontata con grande tempismo e velocità: criteri che purtroppo non sempre ispirano le azioni delle amministrazioni nazionali e locali, a tutti i livelli istituzionali. Permangono ferme sulla carta per le più disparate problematiche - quasi sempre burocratiche e amministrative - opere e interventi di enorme valenza strategica e addirittura permangono i casi paradossali di finanziamenti concessi ma mai attivati. La Confederazione può e deve porsi anche come una sorta di authority: indagherà sulle ragioni di queste inefficienze e inadempienze e ne denuncerà le cause nell’auspicio che ciò possa promuovere e velocizzare le strategie di rilancio economico del territorio.
Purtroppo gli esempi di interventi bloccati, ma anche di lavori che si fermano con sistematica periodicità, non mancano: la metropolitana leggera di Salerno, la Cittadella giudiziaria (per la quale ancora occorre reperire risorse aggiuntive). Come pure non mancano i casi di opere e progettazioni ferme anche quando sono i privati a volerle realizzare: è il caso ad esempio della strada a scorrimento veloce Battipaglia-Agropoli, il cui progetto è stato commissionato e finanziato dall’ANCE, che ha costituito anche un cartello di imprese per realizzare l’opera in project financing con un investimento di 190 milioni di euro, totalmente a carico dei privati. La valenza strategica di questa infrastruttura è stata universalmente riconosciuta ad ogni livello istituzionale: eppure la Provincia, che non è riuscita a realizzarla nel triennio 2006-2008, l’ha nuovamente inserita nel piano triennale 2009-2011, a riprova evidente che quel documento è soltanto un libro dei sogni, non accompagnato da una seria e concreta volontà politica di dar corso agli interventi “strategici” programmati.
Ma purtroppo le ragioni che devono indurre il comparto delle costruzioni ad unire sinergicamente le proprie azioni sono anche altre: in provincia di Salerno 600 milioni di euro per opere programmate dal 1994 ad oggi non sono stati investiti per una oggettiva incapacità politica di spesa e di seria pianificazione. Un ulteriore caso emblematico è rappresentato dal piano per la portualità turistica varato nel 2004, che prevedeva investimenti in provincia di Salerno per circa 120 milioni di euro. Ad oggi – ben cinque anni dopo quel documento - ne sono stati attivati appena otto.
La situazione di stallo dell’economia provinciale è legata a doppio filo anche alle marcate ed evidenti inefficienze delle amministrazioni comunali: ad oggi su 158 comuni della provincia di Salerno, appena otto si sono dotati di un piano urbanistico: tutti gli altri sono fermi al palo.
Il Puc oggi non rappresenta soltanto uno strumento di regolamentazione edilizia: disciplina e regolamenta anche gli interventi nell’economia, nei trasporti, settori produttivi, nel sociale in genere. Frenare questa regolamentazione equivale a bloccare e “ingessare” il territorio stroncando sul nascere ogni eventuale opportunità di crescita. Ma anche laddove il Puc è stato definitivamente approvato, scontiamo ritardi incomprensibili: è il caso ad esempio del Comune capoluogo, dove l’ANCE ha presentato il primo piano di social housing in Italia, preso a modello anche dall’ANCE nazionale e da numerose realtà territoriali. Esso prevede la realizzazione di duemila alloggi molti dei quali a canone e costo agevolato, destinati quindi a quelle fasce della popolazione oggi impossibilitate a rimanere a Salerno per le proibitive condizioni del mercato immobiliare. Eppure anche questo progetto si è arenato.
È di fronte a tali problematiche che emerge la necessità per l’edilizia tutta, dalla più grande delle imprese al più piccolo degli artigiani, di “fare lobby”, perché le opere, i progetti e i finanziamenti si sblocchino e si attivi per il territorio un circolo vizioso di cui si avvantaggeranno innanzitutto le costruzioni, ma anche l’intera economia provinciale. Da subito, il compito della Confederazione è quello di far arrivare all’intera classe politica locale il grido di allarme di un settore che, per la prima volta da decenni, ha chiuso un anno in pesante flessione e rischia di dover fare i conti, con il 2009, con ulteriori crisi e dolorosi licenziamenti, con le conseguenze facilmente immaginabili.
A fronte di un simile contesto è necessario che l’intera classe politica, ad ogni livello istituzionale, faccia meno proclami, meno propaganda, meno chiacchiere e, soprattutto, più fatti.
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